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GASTALDON, Stanislao

di Rossella Pelagalli - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 52 (1999)
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GASTALDON, Stanislao

Rossella Pelagalli

Nato a Torino il 6 apr. 1861 da Luigi e da Luigia Grazioli, apprese dal padre le prime nozioni musicali. Trasferitosi a Firenze, studiò pianoforte con T. Meliani, primo organista di S. Maria del Fiore, e composizione con A. Creonti, allievo prediletto di S. Mercadante, laureandosi contemporaneamente in lettere.

Dotato di una naturale facilità melodica, esordì ben presto come autore di musica vocale da camera e di brevi pagine per pianoforte, raggiungendo grande popolarità con la romanza Musica proibita, su versi di Flick-Flock (pseudonimo dello stesso G.), pubblicata dall'editore G. Venturini di Firenze nel 1880. Il successo fu immediato: il critico A.G. Corrieri, sulla Gazzetta musicale di Milano, ne sottolineò tra i numerosi pregi la "frase inspirata, facile e simpaticissima, che s'imprimeva subito nella memoria".

Nel 1883, durante il servizio militare, il G. ebbe modo di conoscere il poeta L. Bevacqua Lombardo, con il quale instaurò una durevole collaborazione, realizzando alcune tra le sue più celebri melodie.

Tra queste, per lo più pubblicate nel 1885, si ricordano: Donna Clara, Frate Anselmo, Musica non proibita, Melodia, Povero capinero! e Salve, o biondina! Sempre allo stesso periodo risalgono numerosi brani a carattere militaresco, come la fantasia musicale Memorie del reggimento, e diverse marce per pianoforte (Avanti, Rapporto e La spedizione), tutte pubblicate nel 1886 (cfr. The Catalogue of printed music).

Dopo questi primi lavori la sua produzione di musica vocale da camera ebbe un arresto; dal 1887 lo ritroviamo impegnato in composizioni di più largo respiro. È in questo stesso anno che si dedicò alla stesura di Fatma, opera teatrale in quattro atti, su libretto di M. Praga, mai rappresentata.

A essa faceva seguito Mala Pasqua, dramma lirico in tre atti (libretto di G.D. Bartocci Fontana), tratto da Cavalleria rusticana di G. Verga, che, andato in scena con ottimo esito al teatro Costanzi di Roma il 9 apr. 1890, fu replicato nell'autunno del medesimo anno al teatro Morlacchi di Perugia e il 2 febbr. 1891 al S. Carlos di Lisbona, con la direzione di L. Mancinelli. La rappresentazione romana, di cui fa menzione lo stesso G. Puccini in una lettera indirizzata al fratello Michele in data 24 apr. 1890, fu particolarmente apprezzata dalla critica (cfr. Gara).

La terza opera del G., Pater (libretto di V.A. Bianchi dall'omonima commedia di F. Coppée, Milano, teatro Manzoni, 15 apr. 1894), fu ripresa al Niccolini di Firenze il 25 apr. 1905, in occasione della prima di Stellina (libretto di Bianchi), "novella lirica in un atto" dello stesso G. che, egregiamente interpretata dalla soprano Bel Sorel, detta Blanche Lescaut, fu apprezzata dalla critica per la scrittura chiara ed elegante.

Frattanto il G. compose l'inno per la Società Dante Alighieri (Siena, 28 sett. 1902), cui fece seguito la visione scenica Il sonetto di Dante (Genova, Politeama, 1909), riproposta con successo in varie città della Russia. La sua attività teatrale si concluse con Il reuccio di Caprilana, opera comica in tre atti su libretto di F. Champsaur, andata in scena per la prima volta al teatro Balbo di Torino nel 1914.

Da quella data si dedicò soprattutto alla produzione di romanze e di pezzi caratteristici per pianoforte, attività che alternò con quella di critico musicale del Nuovo Giornale di Firenze.

Morì a Firenze il 6 marzo 1939.

Il G. legò il suo nome alla copiosa produzione di romanze, alcune delle quali raggiunsero livelli di grande notorietà. Il suo stile elegante e piacevole è evidente anche nella produzione teatrale, dove dimostrò un notevole senso del dramma. Tra le sue opere, già citate, si ricorda in particolare Mala Pasqua, il cui argomento doveva fornire il soggetto al capolavoro di P. Mascagni; secondo il Gara "il fatto che l'opera del Gastaldon venisse rappresentata allo stesso Costanzi di Roma il 9 aprile, vale a dire appena una quarantina di giorni prima di Cavalleria, dimostra quanto sensibili fossero in quel momento impresari e pubblico alle suggestioni della febbre naturalistica".

Tra le sue liriche, in gran parte pubblicate dall'editore Ricordi di Milano, si ricordano: Pregava! (A. Appulo, 1885), Storia mesta (A. Ghislanzoni, 1885), Tramonto (C. Pignoni, 1885), All'erta sentinella! (A. Perotti, 1886), Peccato rosa (Cesareo, 1886), Sempre così! (F.V. Palladini, 1886), Ebbrezza (Roma 1888), Cenere spenta (1915), La canzone di mademoiselle Georgette "Non mi toccate" (V. Venturini, 1915), Viva il re! (G. Carducci, 1915), Cantava un usignolo (V. Camaiti, 1916), Guerra d'Italia (F. Ferroni, 1916), Serenata frivola (G. Pierotti, 1916). La raccolta Musica azzurra (Milano 1884) comprende i brani: Era d'inverno (L. Stecchetti), Fantasime (Perotti), Sul fiume (E. Panzacchi), La barca di Nello (T. Serrao). Due Album di celebri componimenti di S. Gastaldon furono pubblicati a Firenze dall'editore Venturini nel 1904. Senza indicazione di data si ricordano ancora: Amor non è peccato, Baci nascosti (Giganti), La principessa d'oro (Flick-Flock), Le campane (F. Salvatori), Morir sognando (S. Attily), Notte silenziosa (Salvatori), Paggio Fiorello (Appulo), Tempo perso (O. Guerzini), Ti vorrei rapire, seguito della Musica proibita (Flick-Flock), e Il segreto della regina.

Compose inoltre varie marce per banda e numerosi pezzi per pianoforte, tra i quali: valzer (Le carezze di Manon, Vertige!, Il valzer dei fiori), notturni (Dolce sospiro, Luna piena, Nella barca, Sorgea la luna [1906]), scherzi (Buona notte! [1916], Carillon, Idillo giapponese), fantasie (Alla festa da ballo, Figurine, Nella foresta, Nevica, Rimembranze proibite, La danza delle scimmie), l'idillio Notte d'amore e una Marcia dei tamburi.

Fonti e Bibl.: Necr. in: Il Nuovo Giornale di Firenze, 7 marzo 1939; La Nazione, 7 marzo 1939; Musica d'oggi, XXI (1939), 3, p. 115; Almanacco italiano, XLV (1940), p. 584; Annuario musicale italiano, XVIII, Roma 1940, p. 554. Notizie in Il Messaggero, 11 apr. 1890; Gazzetta musicale di Milano, XLV (1890), 16, pp. 250 ss.; La Nazione, 26-27 marzo 1905; C. Dassori, Opere e operatori, Genova 1903, p. 187; G. Gaspari, Catal. della Biblioteca del Liceo musicale di Bologna, V, Bologna 1943, p. 207; E. Gara, Carteggi pucciniani, Milano 1958, pp. 37 s.; A. Caselli, Catal. delle opere liriche pubbl. in Italia, Firenze 1969, pp. 196 s.; The Catalogue of printed music in the British Library to 1980, XXIII, London 1983, pp. 7 s.; F. Clément - P. Larousse, Dict. des opéras, Paris 1905, pp. 689, 845; Il piccolo Fétis, Piacenza 1925, p. 196; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 601; A. De Angelis, Diz. dei musicisti, Roma 1928, pp. 238 ss.; U. Manferrari, Diz. univ.delle opere melodrammatiche, II, p. 35; Enc. della musica Ricordi, II, Le biografie, p. 281; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, III, pp. 130 s.

Vedi anche
Giacomo Puccini Musicista (Lucca 1858 - Bruxelles 1924), discendente da un'antica famiglia di musicisti (v. voce prec.). Studiò con C. Angeloni all'istituto lucchese G. Pacini, poi al conservatorio di Milano con A. Bazzini e A. Ponchielli. Ebbe il primo successo teatrale con Le Villi (libr. di F. Fontana), opera-ballo ... Tòsti, Francesco Paolo Tòsti, Francesco Paolo. - Musicista (Ortona 1846 - Roma 1916); studiò con S. Mercadante; cantante da camera e maestro di canto alle corti d'Italia e, dal 1880, di Gran Bretagna. Raggiunse la celebrità con le sue numerose romanze, per canto e pianoforte: Vorrei morir, Non t'amo più, Aprile, Mattinata, ... Alfano, Franco Musicista (Napoli 1876 - San Remo 1954). Studiò a Napoli con P. Serrao e C. De Nardis e a Lipsia con S. Jadassohn. Direttore di conservatorio a Bologna (1918), Torino (1923-39) e dal 1947 a Pesaro, fu fecondo e raffinato compositore di musica teatrale, sinfonica e da camera. Dalla sua prima larga affermazione ... Leoncavallo, Ruggero Musicista italiano (Napoli 1857 - Montecatini 1919). Compose musica teatrale, di solito su libretti proprî. Si rivelò con l'opera I pagliacci (Milano, 1892), il cui clamoroso successo gli permise di presentare anche due opere concepite prima: I Medici (Milano, 1893) e Chatterton (Roma, 1896). Seguirono ...
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