STASZYC, Stanislaw
Scrittore polacco, nato a Piła in Posnania nel novembre 1755, morto a Varsavia il 20 gennaio 1826. Oriundo da famiglia borghese, rimase in patria (dal 1774 a Poznań) sino all'età di 24 anni. Tra il 1778 e il 1779 fu consacrato sacerdote. Subito dopo si recò a Parigi, ove frequentò i corsi di fisica e scienze naturali di Brisson e Daubenton. Sotto la loro influenza, e più ancora sotto quella di Buffon che conobbe personalmente, si acuì in lui l'innato dono di osservatore meticoloso e preciso e si rinforzò, la fede nell'onnipotenza della ragione. Ritornato in patria nel 1781 divenne precettore dei figli di Andrea Zamojski: la lunga e intima consuetudine con una delle menti più illuminate e uno dei, patrioti più ardenti tra i Polacchi di quel tempo indusse lo St. a concentrare la sua attenzione sul grave problema patrio. Ad esso sono dedicati i suoi due capolavori Uwagi nad życiem Jana Zamojskiego... do dzisiejszego stanu Rzeczypospolitej Polskiej przystosowane (Considerazioni sulla vita di J. Z. adattate allo stato odierno della Repubblica polacca, 1785) e Przestrogi dla Polski (Avvertimenti per la Polonia, 1790) che contengono il suo programma di riforme sociali e politiche della repubblica: abolizione del "liberum veto" e della "libera elezione"; rafforzamento del governo esecutivo e costituzione di un forte esercito; estensione alla nobiltà del pagamento delle tasse e dei diritti di essa alla borghesia; miglioramento delle sorti dei contadini; introduzione nelle scuole dell'insegnamento delle scienze naturali. Alla palese influenza in queste opere del Contratto sociale fa riscontro un vigile senso della realtà che rende incline lo St. a compromessi. Scritte in uno stile spesso trasandato, ma sempre animato da un appassionato amor di patria, le Uwagi e Przestrogi suscitarono aspre critiche e adesioni entusiaste, spianando la via alla costituzione del 3 maggio 1791 che, in parte, ne realizzava i capisaldi programmatici.
Nel 1790-91 lo St. intraprese, accompagnandovi i figli di Zamojski, un viaggio in Italia; il Diario che ne risultò (Dziennik podróży, ed. crit. a cura di Cz. Leśniewski, Cracovia 1931) contiene parecchie osservazioni interessanti sulle condizioni sociali dell'Italia d'allora. Salvo poche interruzioni (soggiorno a Vienna, 1794-97) lo St. non si allontanò più dalla Polonia, dedito a ricerche scientifiche (studî geografici e geologici dei Carpazî) e ad attività culturali (fu, tra l'altro, presidente della Società degli amici delle scienze di Varsavia). Tra il 1807 e il 1825 coprì anche, adattandosi alle nuove circostanze politiche, parecchie cariche pubbliche. In tarda età condusse a termine il poema Ród ludzki (Genere umano, ed. 1820) che tratta della decadenza e della redenzione dell'umanità.
Ediz.: Lo St. stesso curò un'ediz. delle proprie opere Dzieła in 9 volumi, Varsavia 1816-1820; delle Uwagi e Przestrogi ci sono ediz. critiche della Bibl. Narodowa di Cracovia, curate da A. Czarnowski (1926).
Bibl.: Cz. Leśniewski, St. St., jego życie i ideologja w dobie Polski niepodległej (S. St., sua vita e ideologia all'epoca della Polonia indipendente), Varsavia 1926; M. Bersano-Begey, Il viaggio in Italia di S. St., Torino 1935.