stare (istare)
Verbo di frequenza medio-alta, con 26 presenze nella Vita Nuova, 30 nelle Rime (di cui 3 nelle Rime dubbie), 49 nel Convivio, 132 nella Commedia, 51 nel Fiore e una nel Detto, per complessive 289 occorrenze.
Per quanto concerne il paradigma verbale, al presente congiuntivo si alternano stea e stia, con netta prevalenza della prima forma (Vn XXXI 7, Rime XCI 86, If XXXIII 122, Pg IX 144 e XVII 84, Pd II 101 e XXXI 45, nonché Fiore VI 12, C 7, CLXXI 14, CLXXII 6, CLXXX 8 e CXCVI 11, di contro a Rime XCIII 14 e Fiore CLIV 11; inoltre stean(o) in Rime LXIII 14 e in Cv IV XXV 9, mentre stieno in If XXII 100; si veda al riguardo quanto annota A. Castellani, Nuovi Testi 72-78; e cfr. pure Rohlfs, Grammatica § 556). Inoltre, va rilevata anche l'alternanza, al condizionale, di staria (If XXVII 63, e starian, Fiore LI 11) con starebbe (in Cv II XIV 16 e in Pd IV 4 e 6, questi ultimi ambedue casi di intransitivo pronominale); ancora, la I singol. dell'imperfetto congiuntivo stesse in Fiore XCI 11, CCIV 14; per tutte le questioni inerenti alla coniugazione verbale, si vedano Rohlfs, Grammatica § 542 e H. Schmid, Zur Formenbildung von ‛ dare ' e ‛ stare ' im Romanischen, Berna 1949.
Il verbo si presenta con una certa frequenza in posizione di rima, o con enjambement (If XVII 23, XIX 58, XXXIII 122, Pg III 80, IV 58, XXII 52, Pd XXXII 26), o in posizione finale ‛ assoluta ' (prepausale, tanto forte quanto debole, come in Rime CVI 50, If VIII 99, X 117, XIX 24, XXI 24, Pg III 72, IX 144, XXII 85, Fiore XCIII 7; e anche If XVIII 132); meno frequente è la posizione iniziale di verso, come in If V 4 (‛ assoluta ', cioè coincidente con l'inizio di frase o di periodo, anche in Pg III 37), XXII 26, Pg XIII 62 e XIV 71, Pd XXVII 11, e Fiore CXLVIII 3.
In alcuni luoghi, nei quali si presenta una forma verbale composta con il participio passato (‛ stato '), non è sempre agevole ricondurre tale forma composta a ‛ essere ' ovvero a ‛ stare ', dipendendo ciò in larga parte da fattori di ordine contestuale (quale l'aspetto più o meno durativo dell'azione verbale); tale caso si verifica nei luoghi di Cv IV XIV 13 la nobilitade... prima sarebbe stata in lui che 'l generante suo fosse stato (e si veda anche XXIV 12); If XVI 46 (in cui s. pare meno probabile), XXVII 117 'l consiglio frodolente, / dal quale in qua stato li sono a' crini; Fiore CCXXVI 9, CCXXVII 6 (ma vedi LXXXII 13), e Detto 126; inoltre If XVII 127 (meno chiaro).
1. Il verbo, nel suo valore più generale, indica uno ‛ stato ', cioè una condizione o una situazione (con determinazione di tipo modale o di tipo locale) in cui ci si trova (o ci si viene a trovare, quando l'azione sia vista sotto il suo aspetto non durativo).
In tale impiego, è comprensibile come l'uso più generalizzato del verbo sia quello in cui esso si accompagna a dei modificatori (che in questo caso assumono funzioni specificanti e attualizzanti) quali aggettivi, avverbi o ‛ complementi ' (introdotti da preposizioni). Tali aspetti dei diversi impieghi verbali saranno analizzati nei paragrafi successivi.
Preliminarmente a un esame siffatto, non sarà fuor di luogo osservare quei casi nei quali s. è impiegato assolutamente, per offrire un quadro organico complessivo del diverso atteggiarsi sintattico-semantico di questo verbo.
1.1. In un numero assai ristretto di esempi, s. è impiegato assolutamente a indicare il persistere di una certa condizione o situazione, come in Vn XXXIV 2 uomini a li quali si convenia di fare onore... riguardavano quello che io facea; e secondo che me fu detto poi, elli erano stati già alquanto anzi che io me ne accorgesse, e ancora in III 6; più spesso, con uno spostamento semantico assai trasparente, vale " sostare ", " fermarsi ": If VII 99 già ogne stella cade che saliva / quand'io mi mossi, e 'l troppo star si vieta (cfr. il più star e il poco star di XVII 76 e 77, con la sostantivazione dell'infinito che si ha pure in XXIX 15 e in Pg II 121 qual negligenza, quale stare è questo?); XXXII 85, Pg XVII 84 Se i piè si stanno, non stea tuo sermone (il secondo caso), e Fiore CLXXX 8; qui pure Pg III 80 le pecorelle escon del chiuso / a una, a due, a tre, e l'altre stanno / timidette atterrando l'occhio e 'l muso, in cui il Mattalia interpunge con una virgola dopo stanno, pur interpretando, come tutti gli altri commentatori, ‛ si fermano ' (" in attesa del loro turno "); e inoltre (col valore di " starsene ") Pg IV 105 persone / ... si stavano a l'ombra dietro al sasso / come l'uom per negghienza a star si pone.
1.2. In Cv I XIII 3 con ciò sia cosa che due perfezioni abbia l'uomo... se la propria loquela m'è stata cagione e de l'una e de l'altra, grandissimo beneficio da lei ho ricevuto. E ch'ella sia stata a me d'essere [cagione, e ancora di buono essere] se per me non stesse, brievemente si può mostrare, il passo è così commentato da Busnelli-Vandelli: " la frase ‛ se per me non stesse ', congiunta al termine vicino ‛ cagione di buono essere ', e ad esso solo, vale ‛ se per me, cioè per difetto dalla mia parte, la cosa non venisse a mancare ' " con rinvio a Dec. V 4 10, ove si legge: " Per me non istarà mai cosa che a grado ti sia " (analoga, secondo il Branca, all'altra locuzione " per me non mancherà ", pure presente in Boccaccio).
2. Come si è detto, s. trova il suo più largo impiego con determinazioni, sia modali che locali; per quanto riguarda il primo tipo, si può osservare che più generalmente tale determinazione è introdotta da participi passati (con funzioni aggettivali) o da aggettivi di ‛ stato ' (indicanti cioè appunto particolari condizioni o situazioni del soggetto cui si riferiscono): questo è il caso, fra gli altri, di Rime C 4 Io son venuto al punto de la rota / che... la stella d'amor ci sta remota; Cv III V 7 è provato... la terra, stare in sé stabile e fissa in sempiterno; IX 6 la figura, la grandezza, lo numero, lo movimento e lo stare fermo... sensibili [comuni] si chiamano (e v. ancora IV IX 7, XXX 4, If XXI 77, Pg XXX 101 [Beatrice] pur ferma in su la detta coscia / del carro stando, a le sustanze pie / volse le sue parole, e pure III 71 [gli scomunicati, all'apparire di D. e Virgilio, si strinser tutti ai duri massi / de l'alta ripa, e stetter fermi e stretti], XXVII 34; inoltre Cv IV XXVIII 16); If XIV 103 Dentro dal monte sta dritto un gran veglio (cfr. ‛ s. eretto ' al v. 111, e ‛ s. erto ' in XXXIV 13; inoltre Pd XXIII 10 la donna mïa stava eretta / e attenta); Pg XVI 7, Pd XXVII 11 Dinanzi a li occhi miei le quattre face / stavano accese.
E ancora Rime CIV 72, Cv II III 6 (‛ s. celato '), XIV 16 (‛ s. ascoso ', come pure in III I 3; ‛ s. nascoso ', in Fiore VII 7, e col medesimo valore in Pd VII 58 ‛ s. sepolto '), IV XXVII 4 (‛ s. chiuso '; cfr. ‛ s. rinchiuso ', in Fiore CLXIV 9 e CLXXXV 11), If XIX 81, XXVI 43 (Io stava sovra 'l ponte a veder surto), Pg XXVII 77.
2.1. In diversi casi il verbo si riferisce a particolari condizioni fisiche o psicologiche del soggetto, normalmente indicate appunto con l'impiego di aggettivi riferentisi a tale sfera semantica: Vn XXXV 1 per alquanto tempo... molto stava pensoso (in questo impiego di solito si presenta l'ordine verbo-aggettivo); Rime LXVIII 6 tale stella, / che non credea di lei mai star doglioso (un altro esempio, ma con aspetto durativo, in Fiore VII 6; si vedano anche ‛ s. dolente ' [CLII 12], e i casi di ‛ s. in dolore ' e di ‛ s. in pianto ' riportati più oltre); Rime dubbie XXII 5, Cv I III 9 (‛ s. contento ', come in Pg III 37), If VII 109 io... di mirare stava inteso (‛ s. inteso in ', con l'infinito, in Fiore CV 14); IX 87 (‛ s. queto ': cfr. Pg XXXI 125 vedea la cosa in sé star queta; Fiore CLXXIII 12 e CXCIV 2), XIX 58 e 81, XXV 44 (‛ s. attento ', come in Rime LXVIII 38, Pd XI 134, XXIII 10, già riportato, e XXV 116), XXXIII 65 lo dì e l'altro stemmo tutti muti (cfr. anche Pg XXXI 67), Pg IV 58 Ben s'avvide il poeta ch'ïo stava / stupido tutto al carro de la luce (si noti l'enjambement), XIX 126, XX 139, XXXI 114 (‛ s. vòlto '), Pd I 65 Beatrice tutta ne l'etterne rote / fissa con li occhi stava (cfr., sempre riferiti agli occhi e allo sguardo, Pg XXXI 120 ‛ s. saldo ', e Pd XV 15 ‛ s. sicuro '; quest'ultimo sintagma, con altro riferimento, anche in Fiore XI 9); Fiore LXXXIV 8 quello Schifo che sta sì 'norsato, e Detto 18.
2.2. In un numero limitatissimo di casi gli aggettivi che si accompagnano a s. si riferiscono a condizioni che non sono necessariamente intrinseche al soggetto, ma risultati di azioni esterne ad esso (aggettivi non ‛ stativi '): If XXXII 117 Io vidi... quel da Duera / là dove i peccatori stanno freschi; Pg XIX 6 Ne l'ora... / quando i geomanti lor Maggior Fortuna / veggiono in orïente, innanzi a l'alba, / surger per via che poco le sta bruna (" poco sta l'aire bruno, perché tosto se schiarisse ", Lana); Pd XII 105 diversi rivi / onde l'orto catolico si riga, / sì che i suoi arbuscelli stan più vivi.
Qui si potrà anche considerare, sia pure con un certo margine di dubbio, Cv III V 12 li Garamanti... stanno quasi sempre nudi; invece, in IV IX 7 Sono anche operazioni... star fermo e fuggire a la battaglia... stare casto e lussuriare, abbiamo l'impiego di un sintagma quale ‛ s. casto ' (cioè con un aggettivo formalmente, dal punto di vista semantico, non ‛ stativo ') in un contesto in tutto e per tutto analogo a quello di ‛ s. fermo ' (che è stato annoverato fra i casi analizzati nel paragrafo precedente, cioè di s. con aggettivi ‛ stativi ').
3. Il verbo può anche accompagnarsi con avverbi di modo, con i quali, spesso, si trova a formare addirittura nesso, con significato e funzioni (quasi) a sé; è questo il caso di ‛ bene ' (e il sintagma che ne deriva giunge talora a essere sinonimo di ‛ convenire '): Rime LXXXIII 88, XCI 86 Canzon mia bella... ti prego che tu t'assottigli [" aguzzi la mente ", cioè " ti sforzi "] ... / in prender modo e via che ti stea bene; Cv IV XIX 9; e ancora Cv II X 7 nulla cosa sta più bene in donna che cortesia; If XVI 18 (‛ s. meglio '), e Cv II X 9 massimamente sta bene.
Qui pure Cv III X 6 l'ammonire... non sempre sta convenevolemente ne la bocca di ciascuno.
I componenti del nesso paiono conservare il loro valore ‛ isolato ' in Fiore XCI 9 con tal gente star ben non potrei.
Lo stesso vale per l'antonimo ‛ male ': Rime dubbie XXVIII 6 ciascun om de' savere / che mal pittura sta senza vernice, / ché no ha stabilità; Cv IV XXV 9 Ahi quanto sta male a ciascuno nobile uomo ... menzionare cose che ne la bocca d'ogni donna stean male! (da rilevare che in quest'ultimo esempio, come in quello citato sopra di III X 6, si potrebbe anche parlare di valore figurato di luogo); e infine Cv I II 4 peggio sta biasimare che lodare.
Sostanzialmente analogo ai precedenti, Cv I II 3 (le quali due cagioni rusticamente stanno, a far [dire] di sé, ne la bocca di ciascuno).
La presenza contemporanea di una determinazione modale e di una locale si ha in Vn XXVII 3 3 Sì lungiamente m'ha tenuto Amore... / che sì com'elli m'era forte in pria, / così mi sta soave ora nel core; Cv IV Le dolci rime 118 solo Iddio a l'anima... dona / che vede in sua persona / perfettamente star; XX 7 e 8 (sempre con avverbi di modo).
4. Un altro tipo di determinazione di modo è costituito da comparative introdotte da ‛ come ', ‛ sì come ': Vn XIII 6 ciascuno [pensamento] mi combattea tanto, che mi facea stare quasi come colui che non sa per qual via pigli lo suo cammino (si noti la forma perifrastica per il causativo); XXIII 1 (in una ‛ pseudosimilitudine ': tanta debolezza, che me convenia stare come coloro li quali non si possono muovere; si vedano ancora Rime XCI 68, If XIII 45, Pg XVIII 87, e Pd XXII 25); If VIII 50 Quanti si tegnon or là sù gran regi / che qui staranno come porci in brago (l'avverbio di luogo sembra più probabilmente da riferirsi a tutto il gruppo verbale piuttosto che al verbo per sé stesso; cfr. Vn XLI 5); XIX 49, XXII 28, Pg V 14 e XXVII 5.
Andrà qui anche If XXVII 40 Ravenna sta come stata è molt'anni.
L'avverbio di modo è interrogativo in Pd XXXI 45 peregrin che si ricrea / nel tempio del suo voto... / e spera già ridir com'ello stea (e cfr. pure Rime LXXXVI 16).
5. Un'ulteriore determinazione di modo si ha con gruppi preposizionali introdotti da ‛ sanza ': Rime XC 68, If XXVII 63 S'i' credesse che mia risposta fosse / a persona che mai tornasse al mondo, / questa fiamma staria sanza più scosse; Pg VI 82, Fiore CXCVI 11 Gelosia non può soffrire / ched ella stea sanza vedermi un'ora.
6. Tra le determinazioni di modo andrà annoverato anche il caso di Pd XIII 68 La cera di costoro e chi la duce / non sta d'un modo (con una locuzione avverbiale); infine, in certi casi, s. si accompagna a locuzioni avverbiali come ‛ sottosopra ' (If XIX 80), o ‛ ginocchione ' (in Fiore LXV 7, e CCXXIV 6 starvi un dì davanti ginocchione); o anche ‛ indarno ', in Cv II IV 3 certi filosofi... credettero ... essere tante queste [intelligenze angeliche], quante circulazioni... ne li cieli, e non più; dicendo che l'altre sarebbero state etternalmente indarno, sanza operazione, e Pd XI 104.
7. In Rime XXVII 14 Bicci e... [i] fratei... per lo sangue lor, del male acquisto / sanno a lor donne buon cognati stare, il significato immediato del verbo è abbastanza chiaro (equivalente cioè a " essere buoni cognati ", " comportarsi da buoni cognati "), anche se poi sono assai più oscure le circostanze cui il poeta fa riferimento, e che sono condizionanti per la corretta interpretazione del passo (cfr. la voce Cognato).
8. La determinazione locale si ha in genere con complemento di (stato in o entro) luogo, per lo più introdotto da ‛ in ': Vn XIV 5 fuoro sì distrutti li miei spiriti... però che Amore volea stare nel loro nobilissimo luogo; Rime XCIII 14, Cv II Voi che 'ntendendo 37 Ben ne li occhi di costei / de' star colui che le mie pari ancide (come si può osservare, si tratta spesso di un uso locale figurato, come in Rime dubbie XVI 10); IV V 20, VII 4, If XIX 6, XX 74 (‛ s. in grembo ' al lago di Garda), XXXII 14 Oh sovra tutte mal creata plebe / che stai nel loco onde parlare è duro; Pg XI 1 O Padre nostro, che nei cieli stai; Fiore XLVIII 12 (col valore di " restare "), e CXXI 2 (detto degli eremiti).
Qui anche ‛ s. in su ', che ricorre nei passi di Pg IV 69 e XXVII 7 Fuor de la fiamma stava in su la riva (mentre è diverso il caso di If XXXIII 122 Come 'l mio corpo stea / nel mondo sù, nulla scïenza porto); e si veda pure Vn VI 2 in alcuno altro numero non sofferse lo nome de la mia donna stare se non in su lo nove.
8.1. Il riferimento locale può essere anche espresso mediante avverbi di luogo, come ‛ ove ' (Vn XVIII 6, con un valore che si approssima a quello di " consistere in ", anche in X 2 e in Cv I I 1; inoltre in Vn XXIV 2, Cv IV XXVIII 4 e Pg VI 73); ‛ dove ' (If XXI 24 lo duca mio... / mi trasse a sé del loco dov'io stava; Pg X 70, XIII 98 là dov'io stava, come in Rime LXXXIII 22; Fiore LXXXVIII 4); ‛ quivi ' (Pg VII 31 e 34 Quivi sto io coi pargoli innocenti... / quivi sto io con quei che le tre sante / virtù non si vestiro); ‛ qui ' (Fiore CCXXV 12); e ancora il caso di If V 4 Stavvi Minòs orribilmente.
8.2. In certi casi, per estensione semantica, la determinazione media tra il riferimento di luogo e quello di modo, come si verifica per lo più nelle ‛ frasi fatte ', cioè in sintagmi che hanno acquistato un valore (più o meno pienamente) autonomo: così avviene per ‛ s. in errore ' (Cv IV I 6), ‛ s. in sospeccione ' (Fiore XXVII 1, come in CLXXI 14 e CCXXXII 10), ‛ s. in dolore ' (Fiore CCIV 14), ‛ s. in pianto ' (Vn XIV 10); e si vedano pure Cv IV Le dolci rime 31 (‛ s. in gran ricchezza '), Fiore CL 2 l'uscio mio stava in tal soggiorno, e CLXXII 6 stea il su' fatto tuttor in bilanza.
Si può parlare di uno spostamento semantico sul versante temporale per esempi come Cv IV XXVII 16 dice Tullio in quello De Senectute... " A me è ricresciuto e volontà e diletto di stare in colloquio... ", e ‛ s. in vita ', in Fiore LXXXV 6 (per cui cfr. Pd VIII 56), mentre è meno chiaro il caso di Cv IV XXVIII 9 a buona e vera religione si può tornare in matrimonio stando.
Qui pure Pg III 139 ognun tempo ch'elli è stato... / in sua presunzïon.
8.3. Ai casi precedenti è sostanzialmente analogo Cv IV XXIII 10, in cui i manoscritti leggono non era convenevole la divinitade stare in così discrescione, riferito a Cristo, lo quale volle morire nel trentaquattresimo anno de la sua etade; questo passo è stato varia-mente emendato dai diversi editori, in particolar modo nella '21 (con cui si accordano Busnelli-Vandelli) che corregge stare [in] cos[a] in discresc[er]e, e dal Pézard, che preferisce stare in così [in]discre[ta di]sc[en]sione, mentre la Simonelli ristabilisce la lezione tràdita (se ne veda la discussione in M. Simonelli, Materiali per un'edizione critica del " Convivio " di D., Roma 1970, 405-406).
9. Analoga oscillazione (o indeterminazione) nella specificazione del riferimento s'incontra quando s. si accompagna a complementi introdotti dalla preposizione ‛ a '; se la determinazione di luogo è chiara in passi come Rime CI 16 Amor li viene a stare a l'ombra, If XVII 19 (‛ s. a riva ', detto dei burchi), XXII 26 come a l'orlo de l'acqua d'un fosso / stanno i ranocchi pur col muso fuori / ... si stavan d'ogne parte i peccatori, XXXI 119 (e ancora, con valore tra il reale e il figurato, If VI 56 io anima trista non son sola, / ché tutte queste a simil pena stanno; ‛ s. ai perdoni ', in Pg XIII 62, o ‛ s. a consistoro ' in Pd XVI 114); e altrettanto chiara è la ‛ specificazione ' di modo in If XXIII 139 Lo duca stette un poco a testa china (e anche in Fiore CV 4 e CVIII 8, ‛ s. ad agio '); lo stesso non si può affermare per locuzioni quali stare al servigio de le donne (Vn XIV 3), non era a la scuola de l'amore / istata (Fiore CXLVIII 3), e ancora ‛ s. a bada ' (If XXXI 139 e Fiore CLXXXVIII 4), ‛ s. a la musa ' (Fiore CLXIV 13), ‛ s. a le difese ' (Fiore XXV 13, XXXII 3 e CXXVIII 4), e anche ‛ s. a mente ' (Fiore VI 12).
10. Con ‛ da ' il verbo si presenta solo in Pg II 43 Da poppa stava il celestial nocchiero (ma cfr. Fiore LI 11 ‛ s. da un canto ', nel senso di " starsi, farsi da parte ").
11. Il riferimento spaziale può essere non assoluto (o generalizzato), ma rapportato ad altra posizione (che si presume nota), mediante l'impiego di avverbi (e preposizioni) locali come ‛ sopra ' (Cv IV VII 14 le potenze de l'anima stanno sopra sé come la figura de lo quadrangulo sta sopra lo triangulo; altri tre casi nello stesso paragrafo, e ancora in Rime CIII 35, con valore figurato, e in Cv II I 10; l'antonimo ‛ s. sotto ', in Pg XXIX 27 e 28, e Pd XXX 91, in traslato; ‛ s. di sotto ', in If XI 26), o ‛ dentro ' (If XIX 24, anche in Pg XXVII 26 se dentro a l'alvo / di questa fiamma stessi ben mille anni, / non ti potrebbe far d'un capel calvo, e pure Cv III VIII 11; ‛ s. fuori ', in Pg III 138 quale in contumacia more / di Santa Chiesa... / star li convien da questa ripa in fore, e anche XXVII 7); e si vedano poi i casi di Cv I XI 5 (‛ s. contro ', e If VIII 99 alto periglio che 'ncontra mi stette), IV XII 17 ‛ s. dinanzi a ', come in If V 13, e XXX 67 ‛ s. innanzi '; cfr. pure XXIII 20 stava in dietro intento).
Si veda ancora If IV 135 (‛ s. presso a ', per cui si può anche citare Rime LXXV 5 starai più presso a San Simone; invece ‛ s. lungi ' si presenta, col causativo, in Fiore XXIX 13); If XXII 60 State in là, mentr'io lo 'nforco (cfr. il v. 100 stieno i Malebranche un poco in cesso, e pure Pg XXVII 44 ‛ s. di qua '); Pd II 101 fa che dopo il dosso / ti stea un lume; VIII 56 (‛ s. giù ', riferito alla vita terrena; inoltre ‛ s. giuso ', in Fiore CLXXXV 13); Fiore CXX 7 (‛ s. davanti '; cfr. anche CCXXIV 6).
Si veda anche il passo di Rime LXXXVI 10 Due donne... / fan quistion come un cor puote stare / intra due donne con amor perfetto (un esempio particolarmente complesso).
12. In questo ambito semantico vanno considerate anche le occorrenze del sintagma ‛ s. con ' come determinazione di compagnia: Vn XXIV 8 7 (‛ s. meco ', ripreso e parafrasato al § 10; e ancora II 9 e Fiore C 7 stea con meco; ‛ s. teco ' in Rime LXXII 2); Vn XXXI 10 17 Ita n'è Beatrice in l'alto cielo, / nel reame ove li angeli hanno pace, / e sta con loro, e 17 76; Rime LXIII 5 e 14, LXVIII 26 sempre mai con lei starà ricolto; LXXXIV 9, XCI 95 con rei non star né a cerchio né ad arte; CXVI 51, If VIII 113, X 117 i' pregai lo spirto più avaccio / che mi dicesse chi con lu' istava; Fiore XXXIX 11 star con esse in letto; LXXXVIII 10 e XCII 1.
Si vedano pure i vv. 9-11 di Fiore XCI con tal gente star ben non potrei... / che s'i' vi stesse, i' sì m'infignerei.
Vale " accordarsi ", " concordare ", in Pd XIII 110 Con questa distinzion prendi il mio detto; / e così puote star con quel che credi / del primo padre e del nostro Diletto.
Qui anche ‛ s. insieme ', in Rime LII 8 e CXI 1 (Io sono stato con Amore insieme); e si veda pure Pg XIII 52 io son tra quella gente stato / che piange l'avarizia.
13. Alquanto particolare è il caso di Pg XXX 35 lo spirito mio... già cotanto / tempo era stato ch'a la sua presenza / non era di stupor, tremando, affranto, principalmente per l'intricata reggenza della dipendente, formalmente consecutiva di cotanto tempo ma semanticamente (e funzionalmente) inscindibile dal verbo della principale.
14. Quando s. si accompagna ad ‛ a + infinito ', il sintagma che ne risulta assume le funzioni di vero e proprio modo perifrastico, con cui viene esplicitato (anche formalmente) l'aspetto durativo dell'azione verbale (cfr. Rohlfs, Grammatica §§ 740 e 710; si noti però che l'esempio ivi riportato di If XXXIV 13 non sussiste: cfr. l'ediz. Petrocchi).
Si veda Vn XIV 6 questi spiritelli... si lamentavano forte e diceano: " Se questi [Amore] non ci infolgorasse così fuori del nostro luogo, noi potremmo stare a vedere la maraviglia di questa donna così come stanno li altri nostri pari " (e ancora in XIX 9 35); If XXVII 89, XXIX 3 (sostantivato: lo stare a piangere), Pg III 72 e Fiore CLIV 11 Giovane donna... ben al fatto sì ripensa / per ch'ella sti' a menar vita gioiosa.
In Pg 62 li ciechi... / stanno a' perdoni a chieder lor bisogna, si ha un'ulteriore determinazione con il complemento di luogo; e vedi pure XIV 71 l'altr'anima, che volta / stava a udir.
In Fiore XIII 1 si ha i' stava in far mia pregheria.
15. Il sintagma ‛ s. per ' con l'infinito, con valore perifrastico ‛ ingressivo ' (cfr. Rohlfs, Grammatica § 714), è assente da D.; in Cv IV XVI 6, dove si legge uno verbo che sta per conoscere, il nesso vale chiaramente " sta in luogo ", cioè " vuol dire ".
16. Il gruppo ‛ s. + gerundio ' funziona anch'esso come modo perifrastico della ‛ continuità ' o ‛ durazione ' dell'azione verbale (equivalendo largamente a ‛ s. con infinito ': cfr. Rohlfs, Grammatica §§ 720 e 740); si presenta solo in Pg XXVII 76 Quali si stanno ruminando manse / le capre (si noti l'intransitivo pronominale), e in Fiore CVII 2 quand'io veggo ignudi que' truanti / su' monti del litame star tremando.
17. In unione con ‛ lasciare ' il verbo forma un gruppo sintagmatico autonomo tanto dal punto di vista formale quanto sotto l'aspetto del significato (in cui s. vale genericamente " trovarsi in una certa condizione ").
Il nesso sintattico-semantico è più forte (quasi equivalente a " lasciar da parte ", " tralasciare ") in Vn XIX 22 a più aprire lo intendimento di questa canzone, si converrebbe usare di più minute divisioni; ma tuttavia chi non è di tanto ingegno che per queste che sono fatte la possa intendere, a me non dispiace se la mi lascia stare; Cv IV II 11 (in cui s'istituisce l'equivalenza ‛ diporre lo stilo ' = ‛ lasciare s. '), XII 8, XXII 4 (‛ lasciar s. ' l'oppinione), e 6, XXIV 9 (due volte), e ancora Pg II 128 (Come... / li colombi... lasciano star l'esca); s. pare invece semanticamente più rilevante in Vn XXXVIII 9 9 costui / ... altro penser non lascia star con nui, e soprattutto in If XXXI 79 questi è Nembrotto... / Lasciànlo stare e non parliamo a vòto (cfr. anche la voce Lasciare).
18. In luogo del semplice s. talora può presentarsi l'intransitivo pronominale ‛ starsi ' (cfr. F. Brambilla Ageno, Il verbo nell'italiano antico, Milano-Napoli 1964, 137), come in If XIX 97 Però ti sta, ché tu se' ben punito; e anche ‛ starsene ', in Fiore XCIII 7 veder potrebbe in che 'l fatto si ne sta.
Talora, con impiego assoluto, il verbo vale " sostare ", " star fermo ": Pg XVII 84 Se i piè si stanno, non stea tuo sermone, e Pd XXI 47; inoltre Cv I I 13 ad una mensa... si pongano tutti quelli che per pigrizia si sono stati.
18.1. Anche ‛ starsi ' può accompagnarsi a determinazioni di tipo modale o di tipo locale; nel primo caso, esso si presenta con aggettivi o participi passati con valore aggettivale, in Rime CI 8 questa nova donna / si sta gelata come neve a l'ombra; CVI 50 (‛ starsi chiusi ', detto degli occhi); Pg VI 62 o anima lombarda, / come ti stavi altera e disdegnosa; XXXI 65 (‛ starsi muto ', anche in Pd XXXI 42); Pd XI 66 [la povertà] millecent'anni e più dispetta e scura / fino a costui si stette sanza invito; XV 99, XXI 55 (‛ starsi nascosto '); con una comparativa (implicita), in Pd IV 4 e 6 Intra due cibi, distanti e moventi / d'un modo, prima si morria di fame, / che liber'omo l'un recasse ai denti; / sì si starebbe un agno intra due brame / di fieri lupi... / sì si starebbe un cane intra due dame.
18.2. La determinazione di luogo si ha invece in Rime LXXXVI 8 (con valore figurato, anche in Rime dubbie III 9 13), Pg IV 104 ivi eran persone / che si stavano a l'ombra dietro al sasso, XXII 85, e Pd XXXII 26 da l'altra parte onde sono intersici / di vòti i semicirculi, si stanno / quei ch'a Cristo venuto ebber li visi; ‛ starsi sopra ', in Pg VIII 31 [uno dei due angeli nella valletta dei principi] poco sovra noi a star si venne, e in XXXII 83; ‛ starsi su ', in If XVII 23; la specificazione di compagnia si presenta in Vn XXXI 7, Cv I X 13 chi vuole ben giudicare d'una donna, guardi quella quando solo sua naturale bellezza si sta con lei, e Fiore LXXXIX 1.
18.3. Il sintagma ‛ starsi + a + infinito ' compare in If XXXII 31 a gracidar si sta la rana / col muso fuor de l'acqua, e in Pg IX 144; il gruppo ‛ stare + gerundio ' solo in Pg XXVII 76 (citato in 16.).
19. Il participio presente ‛ stante ', impiegato come aggettivo, si presenta nel modulo ‛ fermo e stante ', con dittologia sinonimica, in Fiore LXXXII 13, CLXIX 11 e CCXXVII 6; inoltre in If XVIII 132 quella sozza e scapigliata fante / che... ora è in piedi stante; e, in tutt'altro contesto, in Pg XVII 110 intender non si può diviso, / e per sé stante, alcun esser dal primo.