AGONIA, stato agonico (dal gr. ἀγωνία "combattimento"; fr. agonie; sp. agonía; ted. Agonie; ingl. agony)
Come dice l'etimologia; questa parola esprime l'ultima lotta dell'organismo vivente contro la morte. Una sua esatta definizione non è possibile, non essendo esso caratterizzato da alcun sintoma specifico, patognomonico. Abitualmente la coscienza è abolita (però in qualche caso persiste lucidissima fino alla morte) i tratti del volto sono stirati, le labbra secche, cianotiche, la fronte è imperlata di sudore freddo e viscido, l'estremità del naso e le porzioni più distali del corpo sono fredde, i moti del respiro sono per lo più irregolari per ritmo e per profondità, il polso è piccolo, talora impercettibile. Spesso l'agonizzante giace muto sul letto, talora è agitato da idee deliranti, qualche volta emette un lamento roco che non si può quasi mai stabilire se esprima una sofferenza interiore o se invece rappresenti un fenomeno puramente involontario. La temperatura corporea comunemente è abbassata, anche se in precedenza era fortemente febbrile, in qualche caso però è elevatissima. L'insieme di tutti questi fenomeni, che più o meno rapidamente vanno accentuandosi fino alla morte, esprime il progressivo affievolimento di tutte le funzioni vitali, specialmente dei centri bulbari che regolano la funzione termica, circolatoria e respiratoria. La durata dell'agonia è variabile; brevissima in taluni casi (traumatismi gravi, malattie infettive acute, avvelenamenti), lunghissima in altri (malattie di cuore ad andamento cronico, neoplasie, tubercolosi, ecc.).