confusionale, stato
Condizione di disorientamento, con incapacità di svolgere con coerenza e adeguata velocità i processi ideativi, senza l’attenzione dovuta all’ambiente circostante; è accompagnato da deficit percettivi chiamati ‘obnubilamento del sensorio’. Lo stato c. è quindi una condizione che interessa globalmente le funzioni cerebrali superiori, come avviene nelle neurotossicosi, nelle demenze e negli stati dismetabolici che influenzano l’SNC, ma può essere anche uno stato iniziale o intermedio di una sequela di eventi che conduce a patologie ben più gravi, come il delirio, una patologia focale come l’ictus, la conclamata sindrome da astinenza da sostanze d’abuso. Il paziente può passare dal semplice stato di disattenzione a quello confusionale, allo stupor, al coma; chi emerge dal coma solitamente fa il processo inverso e lo stato c. precede la reintegrazione completa delle funzioni intellettive. Clinicamente lo stato c. si può manifestare in grado lieve, con incoerenza di pensiero, ma conservando un grossolano orientamento temporospaziale; nello stato di media gravità l’ideazione è lenta e incoerente, il paziente può condurre brevi conversazioni, pur fornendo risposte inadeguate e con attenzione fortemente compromessa; nello stato c. grave il paziente può eseguire solo ordini semplici, non può svolgere un discorso, è totalmente avulso dalla realtà che lo circonda, può essere agitato e avere allucinazioni, simulando un quadro psicopatologico. Tipica dello stato c. è l’assenza della ‘memoria di lavoro’, che non è un deficit mnesico, ma di attenzione e di percezione: il soggetto non può ritenere neppure per breve tempo la soluzione di un compito che gli è stato assegnato e che deve utilizzare per la prova successiva. La gravità dello stato c. può variare nello stesso soggetto nel corso della stessa giornata (solitamente peggiora alla sera).