benessere, Stato del (welfare State)
benessere, Stato del (welfare State) L’insieme degli interventi pubblici che mirano ad assicurare un tenore di vita minimo per ogni cittadino, tramite forme di sostegno individuali o collettive, che favoriscano l’accesso ad alcuni beni o servizi considerati ‘meritori’ in senso stretto (➔ bene meritorio) o lato (➔ mercato, fallimenti del). Lo Stato del b. è lo strumento di attuazione dei diritti di cittadinanza e, in particolare, dei diritti civili, politici e sociali di una società. La sua presenza è rilevante in alcuni settori come la previdenza, l’assistenza, la formazione professionale e scolastica, la ricerca universitaria, il sostegno al lavoro e all’imprenditorialità, la promozione della famiglia. Seppure non esista un unico modello di Stato del b., lo schema tipico prevede la protezione, da parte dell’ordinamento pubblico, di una determinata situazione sociale (per es., l’accesso all’istruzione scolastica obbligatoria) che, a causa di uno stato di disagio (per es., la mancanza di risorse logistiche), richiede la predisposizione di una prestazione pubblica necessaria a favorirne il conseguimento (per es., il servizio di trasporto pubblico).
Si è soliti considerare il Rapporto Beveridge, promosso dai socialisti fabiani britannici negli anni appena successivi alla Seconda guerra mondiale, come il primo caso moderno di affermazione dello Stato del benessere. D’altro canto, già nell’Italia giolittiana si possono rinvenire esempi che richiamano i presupposti dello Stato del b., come la legislazione antinfortunistica (1904), la legislazione per l’invalidità e la vecchiaia degli operai (1907), l’istituzione della Cassa nazionale di maternità (1910), dell’assicurazione obbligatoria contro la disoccupazione (1919) eccetera. Parimenti, si trovano istituti dello Stato del b. nell’Inghilterra postrivoluzione industriale, o nella Germania di O. von Bismarck. Se tali casi erano comunque, in gran parte, di stampo volontaristico o privato, con lo sviluppo economico contemporaneo sono i contributi sociali e la fiscalità generale a farsi carico delle spese conseguenti alla scelta politica degli interventi da adottare.
La gestione pubblica dello Stato del b. ha messo in luce, a proposito di questo sistema, 3 elementi principali di criticità, che sono alla base delle recenti riforme in molti contesti nazionali: la sua difficile sostenibilità, dato che in molte economie occidentali si assiste a una prolungata stagnazione economica, a viziosità nei conti pubblici e a condizioni socio-economiche sempre più mutevoli e dispendiose per il welfare State (tra cui l’allungamento dell’aspettativa di vita); la sua dubbia efficienza ed efficacia rispetto alla capacità valutativa dello Stato di decidere quali situazioni siano effettivamente meritevoli di intervento e quali siano i mezzi più idonei per intervenire; e infine la sua governance storicamente centralizzata rispetto all’opportunità di stimolare forme di sussidiarietà in grado di limitare i cosiddetti fallimenti dello Stato (➔ Stato, fallimenti del).
Giuseppe Niglia, Massimiliano Vatiero