STATO MAGGIORE
. Nelle forze armate si chiama Stato maggiore l'insieme degli ufficiali collocati al vertice degli organismi più complessi (grandi unità) con la funzione di raccogliere tutti gli elementi utili per le decisioni del capo e per la migliore esecuzione dei suoi ordini. Tale opera richiede affiatamento col comandante della grande unità, che è il solo responsabile della condotta della grande unità medesima e la cui personalità è la sola che debba emergere. Nella marina da guerra si chiama Stato maggiore il complesso degli ufficiali di vascello, cioè quelli ai quali compete il comando delle unità navali, venendosi con tale qualifica a differenziarli dagli ufficiali dei ruoli tecnici (genio, commissariato, macchine, ecc.).
Cenno storico. - Non è dubbio che stati maggiori siano esistiti anche nelle forze armate della più remota antichità. Nell'epoca romana i "le-. gati" si possono considerare come veri e proprî capi di Stato maggiore con compito, anche, di assumere il comando in caso d'impedimento del loro capo diretto. Naturalmente, l'importanza degli stati maggiori andò via via crescendo e la loro organizzazione divenne sempre più complessa, a mano a mano che la mole degli eserciti si accrebbe e che si moltiplicarono i mezzi posti dal progresso scientifico a disposizione delle forze armate. Tuttavia, per lungo tempo, mancarono una preparazione sistematica e un ordinamento a carattere permanente del personale e delle funzioni dello Stato maggiore. Infatti i marescialli di campo che presiedevano allo schieramento in battaglia, i generali maggiori che dirigevano l'amministrazione, i rifornimenti e il servizio di polizia presso gli eserciti operanti, i quartiermastri soprattutto incaricati degli alloggiamenti, ecc., esercitavano parzialmente funzioni di Stato maggiore quali oggi s'intendono, senza efficaci collegamenti fra loro, scelti "ad libitum" del capo. Il primo a impartire norme stabili per questo importante servizio fu Gustavo Adolfo; e sul suo esempio il Grande Elettore Federico Guglielmo creò un corpo di Stato maggiore generale (Generalstab) il cui capo fu il ministro della Guerra e intendente dell'esercito. In Francia il Louvois lo imitò istituendo - oltre gli stati maggiori delle armi "di linea" fanteria e cavalleria - uno Stato maggiore generale per tutto l'esercito, senza tuttavia intravvedere la necessità che l'intendente dell'esercito, cui competevano i rifornimenti, facesse parte anch'esso dello Stato maggiore e senza conferire al personale addetto ai varî stati maggiori il carattere della continuità nel servizio, alla scelta degli uomini dovendosi procedere ogni volta al momento dell'entrata in campagna. Si stava rimediando a questi difetti quando la rivoluzione tutto sconvolse. Federico II aveva costituito organicamente uno Stato maggiore dopo la guerra dei Sette anni, durante la quale aveva diretto tutto personalmente, non senza inconvenienti, con soli aiutanti di bandiera.
La rivoluzione francese, fatta tabula rasa degli ordinamenti militari della monarchia, istituì per gli eserciti repubblicani un personale permanente di aiutanti generali. Costoro, sotto Napoleone, furono diminuiti di prestigio e di compiti e ridotti a mansioni burocratiche, l'imperatore avendo incaricato delle funzioni più elevate gli aiutanti di campo e gli ufficiali d'ordinanza.
La prima idea della costituzione dello Stato maggiore quale anche oggi s'intende, spetta alla Prussia, dove si diede vita ad un corpo di ufficiali, scelti fra i migliori delle armi combattenti, preparati attraverso studî speciali; e poi assegnati in servizio presso lo Stato maggiore centrale o presso gli stati maggiori periferici, con periodici avvicendamenti al comando di truppe.
In Piemonte, restauratasi la monarchia sabauda dopo la caduta di Napoleone, fu istituito uno Stato maggiore che subì varie modificazioni nella sua struttura e nei suoi compiti, ma con tendenza a limitarne le funzioni allo studio dell'ordinamento dell'esercito, all'organizzazione del terreno, e ai rilievi topografici; finché dopo il 1866 fu istituita la Scuola di guerra per reclutamento degli ufficiali di Stato maggiore con caratteristiche e compiti più estesi, secondo il tipo prussiano.
Presso tutti i paesi l'istituzione di un corpo chiuso di Stato maggiore fu spesso osteggiata dalla massa degli ufficiali, non ritenendosi razionale che i vantaggi di carriera accordati agli ufficiali di quel corpo in compenso delle loro speciali qualità e attitudini dovessero ritenersi acquisiti in anticipo, ma dovessero esser guadagnati con prove non diverse da quelle degli altri ufficiali e scaglionate durante la carriera. Molto si è, in sostanza, discusso se fosse preferibile il servizio di Stato maggiore aperto a tutte le attitudini debitamente accertate o un corpo di Stato maggiore con caratteri di differenziazione dagli altri corpi dell'esercito.
Corpo e servizio di Stato maggiore in Italia. - In Italia lo Stato maggiore costituì, fino all'agosto 1935, un corpo comandato dal capo di Stato maggiore dell'esercito e con un sottocapo di Stato maggiore comandante in 2ª; ed era costituito di: segreteria, ufficio operazioni, ufficio addestramento, servizio informazioni e ufficio storico (tutti alla dipendenza del capo di Stato maggiore) e di uffici di mobilitazione, dei servizî, dei trasporti, e di una sezione amministrativa (dipendenti dal sottocapo di Stato maggiore).
Col citato ordinamento dell'agosto 1935, pur essendosi mantenuto il corpo di Stato maggiore, gli si è affiancato un servizio di Stato maggiore. Il corpo è costituito di soli colonnelli e tenenti colonnelli e il loro numero è fissato dalla legge; i maggiori, i capitani e i tenenti (la cui idoneità al servizio di Stato maggiore è constatata attraverso i corsi dell'Istituto superiore di guerra e attraverso un anno di tirocinio) fanno parte della seconda categoria e il loro numero è indeterminato. Gli ufficiali del corpo di Stato maggiore fruiscono di un vantaggio nella promozione da tenente colonnello a colonnello; quelli del servizio di Stato maggiore non fruiscono di alcuno speciale vantaggio.
Ordinamento generale dello Stato maggiore italiano. - Di ciascuno dei ministeri militari fa parte un capo di Stato maggiore della rispettiva forza armata (esercito, marina, aeronautica), il quale alto consulente tecnico del ministro e dirige - alla dipendenza del ministro stesso - gli studî e gli apprestamenti per l'eventualità della guerra. In caso di mobilitazione generale, ciascuno dei capi di Stato maggiore assolve le attribuzioni stabilite da appositi regolamenti.
Il capo di Stato maggiore dell'esercito è coadiuvato da un sottocapo di Stato maggiore, come si è detto sopra, e dispone inoltre di un secondo sottocapo "per la difesa territoriale", al quale competono tutte le attribuzioni che non riguardano l'esercito di campagna.
Allo scopo di assicurare il coordinamento fra le diverse branche dell'organizzazione militare dello stato, fu istituita con legge 8 giugno 1925 la carica di "capo di Stato maggiore generale".
Successivi ritocchi legislativi non hanno modificato l'essenza dell'istituzione, i cui lineamenti si possono così riassumere: il capo di Stato maggiore generale è scelto fra i marescialli d'Italia, i grandi ammiragli e i marescialli dell'aria, o gerarchi di grado inferiore fino ai generali di corpo d'armata; ammiragli di squadra o generali di squadra aerea; è consulente tecnico del capo del governo e da lui direttamente dipende; a lui propone quanto necessita per coordinare la sistemazione difensiva dello stato, per risolvere i principali problemi coloniali militari e per fissare le linee generali del piano complessivo di guerra con la specificazione dei compiti dell'esercito, della marina, dell'aeronautica; propone altresì al capo del governo i programmi delle grandi esercitazioni combinate fra due o più forze armate. Il capo di Stato maggiore generale è tenuto al corrente dal capo del governo dell'andamento delle principali questioni politiche in quanto possano interessare le sue funzioni e dai ministeri militari dell'efficienza bellica delle rispettive forze armate e delle forze armate straniere. Per tutto quanto possa occorrergli, il capo di stato maggiore generale corrisponde coi capi di stato maggiore delle singole forze armate per il tramite dei rispettivi ministeri.
Le disposizioni esecutive che conseguono dall'opera del capo di Stato maggiore generale sono impartite ai ministeri interessati dal capo del governo. Questo è l'apparato centrale dello Stato maggiore in tempo di pace. Da esso si irradiano gli organi periferici (per l'esercito; stati maggiori dei comandi designati d'armata, dei comandi di corpo d'armata, e di divisione; per la marina: stati maggiori dei comandi di dipartimento marittimo; per l'aeronautica: stati maggiori dei comandi di zona aerea territoriale).
Per quanto riguarda le truppe coloniali, presso il ministero delle Colonie vi è un ufficio militare retto da un colonnello di Stato maggiore dell'esercito, e presso ciascuno dei tre comandi di truppa coloniale (Eritrea, Libia, Somalia) vi sono ufficiali dell'esercito di Stato maggiore o in servizio di Stato maggiore.