Vedi STATONIA dell'anno: 1966 - 1997
SΤAΤΟΝIA (v. vol. VII, p. 475 e S 1970, p. 189, s.v. Castro)
Ancora aperto il dibattito sulla localizzazione di questa piccola città dell'Etruria centrale interna, una delle πολίχναι συχναί di Strabone (v, 226), da cui prese il nome la prefettura romana.
Tradizionalmente identificata con Poggio Buco-Le Sparne (p.es. Pellegrini, Matteucig, Pallottino e più recentemente Bartoloni), dagli anni Settanta è prevalsa la vecchia ipotesi di Cluverio in base alla quale S. sarebbe da identificare con Castro, l'importante centro posto sul versante meridionale della Selva del Lamone (p.es. Colonna, Maggiani, Rendeli). Oltre Poggio Buco e Castro si era pensato a Pitigliano (Dennis), a Farnese (Mannert), a Marsiliana (Pauly), tutti centri del territorio vulcente.
La praefectura Statoniensis, insieme alla Saturniensis dedotta dai Romani nel territorio vulcente dopo il 280 a.C., doveva occupare l'entroterra meridionale dell'agro vulcente.
Le fonti antiche (Plin., Nat. hist., 11, 209; Sen., Nat., IlI, 58,8) ricordano un lacus nell'ager Statoniensis, già individuato da Cluverio nel lago di Mezzano. Al Cluverio si deve anche l'identificazione delle cave di lapis albus o albanus, collocate nella prefettura statoniense, di cui Vitruvio (11, 7,3) lodava la solidità e la capacità di resistere al calore.
Il recente riesame di un epitafio di un magistrato statoniense - C. Anicius L. filius [---]acus IlIIvir Staton(iensium)…….. - rinvenuto nella necropoli rupestre della Selva di Malano, a c.a km 2,5 da Bomarzo, ha fatto proporre (Stanco, 1994; Munzi, 1995) di spostare la localizzazione di S. all'area tiberina, nel bomarzese (Piammiano?). Il lago statoniense andrebbe identificato con il lago Vadimone, riconosciuto già da tempo nel piccolo laghetto a Ν di Bassano in Teverina. Le cave di peperino (lapicidinae Anicianae) andrebbero ricercate nell'agro tarquiniese interno e tiberino. La prefettura occuperebbe un settore dell'Etruria tiberina, verosimilmente nell'orbita tarquiniese.
Bibl.: G. Matteucig, Statonia Revisited, in Hommages à Marcel Renard, III, Bruxelles 1969, 431-440; E. Colonna Di Paolo, G. Colonna, Castel d'Asso, I, Roma 1970, p. 36; G. Colonna, La cultura dell'Etruria meridionale interna con particolare riferimento alle necropoli rupestri, in Aspetti e problemi dell'Etruria interna. Atti dell'VIII convegno nazionale di Studi Etruschi e Italici, Orvieto 1972, Firenze 1974, p. 263; id., A proposito del morfema etrusco -si, in Archaeologica. Studi in onore di A. Neppi Modona, Firenze 1975, pp. 165-171; id., La presenza di Vulci nelle valli del Fiora e dell'Albegna prima del IV sec. a.C., in La civiltà arcaica di Vulci e la sua espansione. Atti del X convegno nazionale di Studi Etruschi e Italici, Firenze 1977, p. 199 s.; A. Carandini (ed.), La romanizzazione dell'Etruria. Il territorio di Vulci (cat.), Milano 1985, pp. 78-84; A. Maggiani, E. Pellegrini, La media valle del Fiora dalla Preistoria alla Romanizzazione, Pitigliano 1985, p. 54; M. Rendeli, Città aperte. Ambiente e paesaggio rurale organizzato nell'Etruria meridionale costiera durante l'età orientalizzante e arcaica, Roma 1993, p. 186; E. Stanco, La localizzazione di Statonia: nuove considerazioni in base alle antiche fonti, in MEFRA, CVI, 1, 1994, pp. 247-258; G. Bartoloni, Staties/Statonia, in Settlements and Economy in Italy 1500 B.C. to A.D. 1500. Papers of Fifth Conference of Italian Archaeology, Oxford 1995, pp. 478-481; M. Munzi, La nuova Statonia, in Ostraka, V, 1995, pp. 1-15.