STAZIONI zoologiche e di biologia marina
Verso la metà del secolo XIX l'interesse per gli studî zoologici e biologici crebbe grandemente per l'influenza che, sul pensiero dell'epoca, ebbe la teoria dell'evoluzione che in quel tempo si affermava. Si sentì allora più viva la necessità del metodo comparativo in biologia e si vide che occorreva studiare la morfologia e l'embriologia degli animali marini fino a quel momento poco conosciute.
I laboratorî universitarî non erano allora, come tuttora non sono, attrezzati per questi studî. Per allevare e osservare sul vivo animali marini è necessario avere acqua marina corrente, condizione che si può realizzare solo nelle immediate vicinanze del mare, e che, per molteplici circostanze di carattere tecnico, ben difficilmente è realizzabile in laboratorî universitarî anche di città marittime.
Verso la metà del sec. XIX, quindi, i biologi videro l'urgente necessità di trasferirsi sulla riva del mare per raccogliere e studiare gli animali marini, fra i quali si trovano varî gruppi zoologici di grande interesse scientifico, rappresentati esclusivamente nel mare.
Sorsero così le prime stazioni zoologiche, che iniziarono la loro vita ospitando morfologi ed embriologi, ma che ben presto vennero frequentate anche da fisiologi, i quali ebbero modo così di dare uno sviluppo molto maggiore alla fisiologia comparata.
La più antica stazione zoologica è quella di Concarneau (Finistère, Francia) fondata nel 1859 da J.-J. Coste e tuttora in funzione. Prima di questa esistettero alcuni laboratorî temporanei, improvvisati da ricercatori isolati trasferitisi a scopo di studio sulle rive del mare. La storia non ci dice dove Aristotele lavorasse, ma certo i dati che egli espone sulla biologia degli animali marini sono tali e tanti che se ne desume ch'egli disponesse di un osservatorio in riva al mare. F. Cavolini (sec. XVIII), nella sua villa sulla costa di Posillipo a Napoli, studiava la biologia dei coralli; L. Spallanzani si recò a Portovenere e v'improvvisò un laboratorio per studî di biologia marina; E. van Beneden nel 1843 impiantò un laboratorio temporaneo a Ostenda. Tutte queste però furono iniziative individuali di un ricercatore isolato o accompagnato dalla sua scuola e se esplicarono una delle funzioni delle stazioni zoologiche - quella cioè di permettere ricerche su animali marini - vennero meno a un'altra funzione che si poté realizzare in altre stazioni impiantate con maggiore larghezza di vedute.
Nel 1868 A. Dohrn si recò a Messina, dove improvvisò un laboratorio che non doveva differire molto da quelli sopra ricordati. Nel corso delle ricerche, che allora eseguì, fu colpito dalla somma delle difficoltà che si devono superare per poter osservare gli animali marini e vide la necessità di un grande laboratorio con numeroso personale proprio, dove affluissero molti ricercatori. Il pensiero fondamentale è nella massima che il Dohrn fece sua: "vestigia adiuvant", cioè quello che è stato acquisito dallo sforzo di un ricercatore può servire per un ricercatore successivo. Concepito in questa maniera un laboratorio doveva essere internazionale e ospitare il maggior numero possibile di studiosi. Egli, tedesco, non si preoccupò di trovare un posto adatto nel proprio paese, ma scelse la località d'Europa che gli sembrò più adatta. Sorse così la Stazione zoologica di Napoli che nel 1874 venne aperta ai ricercatori di tutto il mondo (v. fig. e cfr. acquario, I, p. 378, per l'aspetto attuale della Stazione). L'idea del Dohrn, che con grave sacrificio personale aveva costruito l'istituto, fu di trarre i mezzi finanziarî necessarî al suo mantenimento nella seguente maniera: ministeri, università, accademie, senza alcuna distinzione di nazionalità, che desiderano inviare un ricercatore a lavorare nella Stazione zoologica di Napoli, prendono in affitto per un anno un posto di studio, lo stesso possono fare privati che desiderano essere ammessi a lavorare e che non sono in relazione con un ente che dispone di un posto di studio. Il posto di studio dà diritto a un tavolo in una stanza a solo o in un laboratorio comune, agli animali necessarî per le ricerche, agli apparecchi e ai reagenti che la stazione può offrire. Poiché i contratti per i posti di studio non sono sufficienti a coprire le spese per il funzionamento dell'istituto in questione, il Dohrn pensò di unire alla stazione un acquario aperto al pubblico, che, con le sue entrate, potesse sopperire a una parte delle spese.
La Stazione zoologica di Napoli, eretta oggi in ente morale sotto la direzione del figlio del fondatore, R. Dohrn, realizza in pieno l'internazionalità della scienza, perché 12 nazioni (Italia, Belgio, Germania, Giappone, Inghilterra, Olanda, Polonia, Stati Uniti d'America, Svezia, Svizzera, Ungheria, U. R. S. S.) usufruiscono oggi a mezzo di contratti per tavoli da studio di 37 posti presso di essa, con un movimento di studiosi che negli ultimi 10 anni ha superato le 500 persone. La Stazione zoologica di Napoli ha particolare rinomanza non solo per la ricca fauna del golfo e per l'organizzazione onde fornire animali in laboratorio, organizzazione maturata grazie a un'esperienza di oltre 60 anni, ma anche per la ben fornita biblioteca, che, forse, per le scienze biologiche è la più ricca del mondo, e per l'ottimo strumentario del laboratorio di fisiologia.
Lo sviluppo della Stazione zoologica di Napoli, la grande affluenza di ricercatori nei suoi laboratorî, i mirabili risultati delle ricerche che in essa si seguivano determinarono una fioritura di stazioni zoologiche in tutto il mondo.
In Italia per opera del R. Comitato talassografico sorse una stazione zoologica in Messina, la quale, sotto la direzione di L. Sanzo, valorizzando le condizioni idrografiche dello stretto e le correnti che portano animali di profondità in superficie rendendone così più facile la cattura, ha già dato un notevole contributo agli studî di biologia marina.
In seguito alla guerra mondiale l'Italia ebbe la stazione di Rovigno, prima tedesca e ora divenuta istituto italo-germanico.
Tra le stazioni estere la più importante è quella di Woods Hole (Mass., U. S. A.) posta sull'Atlantico. Ebbe origine da un laboratorio fondato da L. Agassiz nell'isola Penikese e consta ora di varî fabbricati per laboratorî, aule, dormitorî, ecc. Come dimensioni è la più grande di tutte e riesce a ospitare 300 ricercatori all'anno, frequentata com'è anche da studenti che vi seguono corsi di lezioni. A essa convergono, nella stagione estiva, molti studiosi da ogni parte del mondo.
Oltre a Woods Hole, gli Stati Uniti posseggono numerose altre stazioni biologiche tra le quali alcune di notevole importanza, come quelle di Cold Spring Harbor (New York), di Tortugas (Florida), delle Bermude, di La Jolla (California), ecc.
La Germania, oltre a qualche laboratorio marino connesso alle università, ha la stazione zoologica di Helgoland, che ospita numerosi ricercatori e dove l'estate si possono seguire corsi di biologia marina.
L'Inghilterra ne ha parecchie, delle quali merita speciale menzione perché tra le più grandi stazioni europee, quella di Plymouth.
Il paese più ricco di stazioni zoologiche è la Francia: tra esse dobbiamo ricordare, oltre quella già menzionata di Concarneau, Roscoff, frequentata anche da ricercatori stranieri, Wimereux e Banyuls-sur-Mer.
Anche il Museo oceanografico di Monaco (principato) possiede un laboratorio per ricerche di biologia marina. Parecchi ne posseggono i paesi scandinavi; tra i più importanti sono: la stazione zoologica di Kristinbergen in Svezia e quella di Herdla presso Oslo.
Merita anche di essere ricordata la stazione zoologica di Sebastopoli sul Mar Nero della U. R. S. S. Altre stazioni sono in Olanda, Romania, Portogallo, Turchia, Iugoslavia, Spagna, Danimarca, Finlandia.
Qualche buon laboratorio marino è stato allestito anche nel Giappone.
Le prime stazioni zoologiche vennero concepite per lo studio degli animali marini. In seguito si costruirono laboratorî sui laghi per lo studio della vita di acqua dolce. Questi laboratorî sono oggi numerosissimi (v. anche acquario; oceanografia).