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stealth

di Carlo Finizio - Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (2008)
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stealth

Carlo Finizio

Tecnologia che consente di progettare aerei, navi e missili intrinsecamente invisibili a sistemi di avvistamento. Con lo stesso nome sono anche indicati i mezzi così realizzati. Il 5 giugno del 1967, a fronte di una situazione ormai chiara di accerchiamento, il governo israeliano decise di sferrare un attacco preventivo. In una sola giornata la sua aviazione distrusse 304 aerei egiziani su 419, 53 aerei siriani su 112 e 28 aerei giordani su 28. Fu l’operazione da cui scaturì la Guerra dei sei giorni: secondo una versione mai confermata né smentita, essa fu condotta in modo tale che gli aerei, grazie a particolari condizioni di quota, soleggiamento, visibilità e stratificazione atmosferica sfruttate nella fase di attacco, non potessero essere rilevati in tempo utile dai sistemi di avvistamento nemici. Già da tempo erano allo studio tecnologie stealth, termine che, in senso letterale, significa furtivo. Per comprenderne le basi, occorre ricordare il meccanismo con cui un radar vede un bersaglio: un fascio di onde radio viene emesso da un trasmettitore, le onde sono riflesse dagli ostacoli e tornano indietro, per essere raccolte da un ricevitore che mostra i segnali di ritorno su uno schermo. Ogni oggetto ha una superficie radar equivalente (RCS, Radar cross section): più è piccola la RCS di un velivolo, più diminuisce la distanza alla quale può essere avvistato da un radar, a parità di potenza di trasmissione. Questi studi trovarono particolare linfa negli Stati Uniti durante la guerra fredda e portarono gli esperti a progettare un aereo che, oltre ad assorbire buona parte dell’energia radar grazie ai materiali RAM (Radar absorbing material), presentasse superfici disegnate per deviare l’energia elettromagnetica rimanente. Il salto di qualità si ebbe però solo a metà anni Sessanta, quando la tecnologia aeronautica conobbe lo sviluppo dei sistemi di controllo del volo gestiti dal calcolatore (FBW, Fly by wire), potenzialmente in grado di consentire il pilotaggio di un aereo, indipendentemente dalle sue qualità aerodinamiche tradizionali. Fu allora che nacque il termine aereo stealth. I progressi non furono indolori e passarono attraverso insuccessi che ebbero il loro epicentro nella base militare segreta di Groom Lake in una zona desertica del Nevada, spesso citata come Area 51 e oggetto di leggende e fantasie di ogni genere nella storiografia UFO (anche perché, allo scopo di mantenere il segreto, i voli addestrativi e i test si svolgevano quasi esclusivamente durante le ore notturne). Il primo volo sperimentale fu effettuato nel 1981 e il nuovo velivolo fu chiamato F-117 Nighthawk (falco notturno). La sua linea era decisamente innovativa: fusoliera piatta che con le ali formava una specie di cuneo, pinne posteriori costituite da due derive divergenti con angolatura molto ampia (che fungono da timoni sia verticali sia orizzontali), superfici piatte e curate nei minimi dettagli in modo da deviare le onde radar, armamento trasportato in una stiva interna in fusoliera e traccia infrarossa ridotta. In stretta sintesi una RCS dell’ordine di 0,001÷0,003 mq, inferiore a quella di un piccolo uccello. Il Nighthawk ha avuto il battesimo del fuoco nel dicembre del 1989, quando alcuni F-117 colpirono obiettivi militari a Panama, nell’ambito dell’operazione Just Case. Ma il vero battesimo manifesto avvenne nel gennaio del 1991 quando, durante la prima Guerra del Golfo, gli F-117 raggiunsero i loro obiettivi senza essere avvistati dalla rete di radar iracheni, distrutti con bombe a guida laser, aprendo così la strada alle successive ondate di aerei da attacco. La formula dell’F-117 è stata in parte superata dai più recenti sviluppi della tecnologia. Infatti i nuovi aerei stealth, come l’F-22 e l’F-35, riescono a ottenere livelli di invisibilità al radar paragonabili a quelli del Nighthawk, senza far ricorso a superfici sfaccettate, ma adottando linee particolarmente morbide e raccordate. Ciò ha consentito di realizzare caccia invisibili che al contempo garantiscano eccellenti prestazioni in termini di velocità e maneggevolezza, qualità sconosciute al Nighthawk.

→ Aeronautica. Velivoli e gestione del traffico

Vedi anche
stealth Aereo (detto anche aereo invisibile o furtivo) difficilmente rilevabile dai radar per effetto di forme adatte (superfici curve, che riflettono in tutte le direzioni, rimandando poca energia verso l’antenna radar; abolizione totale dei carichi esterni; cabina di pilotaggio incassata nella fusoliera), ... intercettore In aeronautica, un intercettore pilotato è un aviogetto in grado di sviluppare velocità supersoniche (oltre Mach 2), elevatissima velocità ascensionale (salita a 10 km di altezza in ca. 1′, dotato sia di apparecchiature radar sofisticate, che consentono l’intervento contro incursori avversari il più ... semiala In aeronautica, ciascuna delle due parti dell’ala divisa dal piano verticale di simmetria. radar Sigla di radio detection and ranging («rivelazione e localizzazione mediante radioonde»), che indica un sistema elettronico in grado di rivelare, per mezzo di ecoradio, la presenza di bersagli distanti, cooperanti o non cooperanti, e di misurarne distanza, posizioni angolari e velocità. Il termine radar ...
Categorie
  • TECNOLOGIA BELLICA in Ingegneria
  • INDUSTRIA AERONAUTICA in Industria
  • INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA FERROVIARIA E NAVALE in Industria
Vocabolario
stealth
stealth 〈stèltħ〉 s. ingl. (propr. «furtività, segretezza»), usato in ital. al masch. – Aereo (detto anche aereo invisibile o furtivo) che, per effetto della sua stessa conformazione, o di vernici protettive, ovvero di contromisure elettroniche,...
epic fail
epic fail loc. s.le m. Insuccesso, fallimento clamoroso e umiliante. ◆ A pochissimi giorni dalla fine del 2012 anche la tecnologia deve tirare le somme di un anno in chiaroscuro. Perché sono stati molti i successi - dall'iPhone 5, all'iPad...
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