Scrittore polacco (Strawczyn, Kielce, 1864 - Varsavia 1925). In quasi tutta la sua opera narrativa rivela una singolare capacità di rendere vivi personaggi ed eventi, e, nello stesso tempo, la tendenza a sovrapporsi agli stessi fino a ridurli, talvolta, a pallidi eventi. Artista della sfumatura, dotato di un linguaggio particolarmente ricco, Z. affrontò con uguale impegno soggetti a sfondo sociale (Ludzie bezdomni "I senza tetto", 1900; Przedwiośnie "Preannuncio della primavera", 1925), psicologico (Dzieje grzechu "Storia di un peccato", 1908; Uroda życia "Il fascino della vita", 1912) e storico-patriottico (Popioły "Le ceneri", 1904; Wiatr od morza "Il vento dal mare", 1922). Si misurò anche con il teatro (Uciekła mi przepióreczka "Mi è sfuggita la quaglia", 1924), ma raggiunse i suoi esiti migliori nel racconto breve (Rozdzióbią nas kruki, wrony "Ci divoreranno i corvi, le cornacchie", 1895; Echa leśne "Echi del bosco", 1905; Wszystko i nic "Tutto e nulla", 1919) e in delicate evocazioni di paesaggi (Puszcza jodłowa "Foresta di abeti", 1926).