Accorsi, Stefano
Accórsi, Stefano (propr. Lelio Beniamino). – Attore cinematografico e teatrale (n. Bologna 1971). Diplomandosi nel 1993 alla Scuola di teatro di Bologna, si è affermato con il film Jack Frusciante è uscito dal gruppo (1996) di Enza Negroni. Acerbo, immaturo, a tratti quasi ruvido nella recitazione, interpreta ruoli leggeri ma anche tormentati, divenendo lo specchio di un’intera generazione incapace di crescere, sempre in bilico tra l’incoscienza e le incertezze del futuro. Dopo avere lavorato con Daniele Luchetti, Wilma Labate, Pupi Avati, Luciano Ligabue – che lo dirigerà in Radiofreccia (1998) nel ruolo che gli varrà un David di Donatello nel 1999 – si è imposto definitivamente con L’ultimo bacio (2000) di Gabriele Muccino interpretando un trentenne immaturo in fuga dal matrimonio. Nei primi anni del 21° sec. ha consolidato il suo successo con Le fate ignoranti (2001) di Ferzan Opzetek, dando spessore a un giovane gay emotivamente in crisi (con cui vince il Nastro d’argento alla Mostra del cinema di Venezia come migliore attore protagonista), La stanza del figlio (2001) di Nanni Moretti, in cui interpreta un convincente paziente psichicamente disturbato, Un viaggio chiamato amore (2002) di Michele Placido (ove è il poeta Dino Campana, ruolo con cui vince la Coppa Volpi alla Mostra del cinema di Venezia come migliore attore protagonista), L’amore ritrovato (2004) di Carlo Mazzacurati, Provincia meccanica (2005) di Stefano Mordini, Romanzo criminale (2005) di Placido, Saturno contro (2007) di Opzetek, Baciami ancora (2010) di Muccino, La vita facile (2011) di Lucio Pellegrini.