RENIER, Stefano Andrea
RENIER, Stefano Andrea. – Nacque a Chioggia il 13 gennaio 1759 da Domenico Andrea e da Caterina Airoldi; fu nobile di Terraferma.
Dopo i primi studi a Chioggia, proseguì la sua preparazione presso il seminario vescovile di Padova, e nel 1781 si laureò in medicina. Svolse un periodo di pratica medica presso gli ospedali di Pavia, Bologna, Firenze. A Firenze ebbe l’occasione di conoscere Ottaviano Targioni Tozzetti, con il quale mantenne rapporti di collaborazione. Il padre di Ottaviano, Giovanni Targioni Tozzetti, fu considerato da Renier il suo maestro nell’insegnamento della medicina. Nel suo soggiorno fiorentino conobbe anche il botanico Filippo Gallizioli, il medico Giovanni Menabuoni, i due studiosi di fisica Massimiliano Ricca e Gaetano Cioni.
Tornato a Chioggia, nel 1784 iniziò l’attività privata di medico; sei anni dopo ebbe l’incarico di medico sanitario dell’Ufficio di sanità terrestre e marittima. Fu incaricato dal podestà Antonio Marin Priuli IV di redigere un piano per il riordino dei fondaci di Chioggia e Pellestrina che si concretizzò con la pubblicazione del Sistema attuale e piano di regolamentazione delle farine di frumento e consumo della città di Chioggia e del suo territorio (Venezia 1794).
Nel 1797, a seguito dell’entrata nel Veneto delle truppe francesi e del conseguente crollo della Repubblica Serenissima, Renier entrò a far parte della Municipalità di Chioggia, istituita il 14 maggio di quell’anno, divenendone uno dei più rappresentativi esponenti. Nel giugno del 1797, insieme a un altro municipalista, il più giovane Angelo Gaetano Vianelli, fu a Milano a sostenere l’importanza del porto di Chioggia presso Napoleone Bonaparte.
Nel dicembre del 1806, Pietro Moscati, direttore generale della Pubblica Istruzione del Regno Italico, gli assegnò la titolarità della cattedra di storia naturale dell’Università di Padova, vacante da trent’anni. Con l’insegnamento fu incaricato anche della direzione del Museo di storia naturale. Quando divenne docente di storia naturale, Renier aveva solo due pubblicazioni scientifiche, ma di grande rilievo biologico e geonaturalistico: Sopra il Botrillo piantanimale marino (1793) e Prodromo di osservazione sopra alcuni esseri viventi della classe dei vermi, abitanti nel mar Adriatico, nelle lagune e nei litorali veneti (Venezia 1804).
Il primo lavoro, che apparve negli Opuscoli scelti sulle scienze e sulle arti (parte IV, t. XVI, pp. 256-267) di Milano, era una lettera indirizzata al giovane naturalista, conterraneo e amico, Giuseppe Olivi. Con quello studio, risultato di un’attenta osservazione, dimostrò l’animalità del Botrillo. Con la seconda pubblicazione, divisa in due parti (Tavola alfabetica delle conchiglie adriatiche; Prospetto della classe dei vermi) fornì, in linea con le ricerche naturalistiche del tempo, un quadro zootopografico dei molluschi dell’Adriatico.
La sua nomina a docente rappresentò il coronamento dell’azione di un gruppo di naturalisti chioggiotti (Giuseppe Valentino Vianelli, Bartolomeo Bottari, Stefano Chiereghin, Giuseppe Olivi) che, seguendo le indicazioni di Carlo Linneo di studiare la natura per aree geografiche, attuarono un importante piano di censimento della fauna e della flora dell’Alto Adriatico e della Laguna veneta che attirò l’attenzione dei naturalisti di tutta Europa. Con l’assunzione della docenza, Renier affiancò alla pratica osservativa quella di naturalista teorico. Nel 1807 pubblicò, presso la tipografia del seminario di Padova, le Tavole per servire alla classificazione e alla conoscenza degli animali dove, richiamandosi agli studi di Julien-Joseph Virey, istituiva un criterio classificatorio degli animali fondato sullo sviluppo progressivo della ‘sostanza nervosa’. Pertanto, organizzò un sistema classificatorio animale in senso crescente: dal più piccolo e semplice al più grande e complesso. Si inscrivono in tale quadro concettuale le memorie: Sul senso del tatto, letta nel gennaio 1811 all’Università di Padova, e Sul senso della vista, letta nell’aprile 1815 all’Istituto del Regno Lombardo-Veneto di Padova.
I sistemi classificatori, per lo studioso, ebbero un ruolo centrale nella conoscenza della natura. Una memoria, rimasta manoscritta, letta in un’adunanza della Società di medicina di Venezia nel 1810, dal titolo Sopra la classificazione degli animali, fa comprendere quale stretto legame intravedesse fra il classificare e il conoscere. Per Renier, conoscere significava ordinare, classificare. L’approccio teorico sistematico fu esteso all’organizzazione del Museo di storia naturale annesso alla sua cattedra. Egli contribuì moltissimo ad arricchire il gabinetto di storia naturale di collezioni e di reperti naturalistici con l’intento di riprodurre visivamente porzioni di realtà zoologica.
L’altro motivo per cui si adoperò alla sistemazione del Museo fu di carattere didattico: egli riteneva che gli studenti potessero apprendere meglio i concetti di storia naturale se entravano a diretto contatto con i reperti zoologici. L’attenzione per l’insegnamento è documentata da alcune pubblicazioni destinate agli studenti stampate presso la tipografia del seminario di Padova: Indicazioni di zoologia. Discorso preliminare sulla storia naturale in generale e sulla natura in particolare (1827); Elementi di zoologia (1828). La sua capacità di preparatore di collezioni fu riconosciuta nel 1811 dalla direzione generale di Pubblica Istruzione che gli commissionò una raccolta di zoologia marina per ciascuno dei diciotto licei e per ognuna delle tre Università (Padova, Bologna, Pavia) del Regno Italico.
Nell’agosto del 1816 fu a Vienna presso la corte di Francesco I. All’imperatore consegnò la collezione di Molluschi, Anellidi e altri invertebrati dell’Adriatico che gli era stata ordinata. Nella capitale dell’Impero soggiornò fino al settembre del 1817. Della collezione è conservato, in Manoscritti patrii allegati nell’Elogio di Angelo Gaetano Vianelli (b. XVIII) dell’Archivio della diocesi di Chioggia, il Catalogo della collezione di animali invertebrati adriatici. Parte prima. Descrizione della collezione di animali adriatici a S.M. l’imperatore d’Austria re d’Italia Francesco I° umiliata da S.A. Renieri Prof.re ora conservata nell’imp. Museo di stor. nat. in Vienna.
Come attestano alcune lettere scritte tra il 1810 e il 1824, Renier fu in contatto con il geopaleontologo Giambattista Brocchi. A Brocchi fornì reperti zoologici marini che servivano per confronti con esemplari paleontologici ritrovati nel Bassanese. Successivamente, quando Brocchi partì per un viaggio naturalistico per l’Egitto, il chioggiotto chiese che gli fossero mandati oggetti zoologici del mar Rosso.
Renier fu anche in relazione con il mondo naturalistico milanese: Luigi Bossi, Scipione Breislak, Ermenegildo Pini, Carlo Innocenzo Isimbardi, Carlo Amoretti che, in tre periodi diversi, fu a Chioggia. Era anche in contatto con il geologo vicentino Giuseppe Marzari Pencati.
In qualità di esperto zoologo, nel marzo del 1819, fu a Venezia a occuparsi del recupero dello scheletro e della pelle di un elefante ucciso a causa dello scompiglio che la sua fuga aveva provocato in città. La destinazione dei resti dell’animale fu il Museo di storia naturale che dirigeva.
Nel gennaio del 1820 Renier stipulò con l’egittologo Giovanni Battista Belzoni un contratto per l’acquisto di tre mummie da collocare sempre nel Museo di storia naturale. L’operazione non fu portata a termine perché non furono seguite le necessarie procedure burocratiche.
Fu socio dell’Accademia patavina di scienze, lettere ed arti, dell’Imperiale Regio Istituto di scienze, lettere ed arti del Regno Lombardo-Veneto, di cui diresse la sezione di Padova, e della Società di medicina di Venezia.
Morì a Padova il 16 gennaio1830 per una crisi cardiaca. Lasciò la moglie e tre figlie.
Opere. Oltre a quelle già segnalate vanno ricordate le pubblicazioni stampate dalla tipografia Crescini: Cenni storici sulla mineralogia premessi agli elementi di mineralogia, Padova 1823; Elementi di mineralogia, Padova 1825-1828; Osservazioni postume di zoologia adriatica del Prof. S.A. R., prefazione di L. Pasini, introduzione di G. Meneghini, Venezia 1847. Un cospicuo numero di epistole si trova in Lettere di S.A. R. (Chioggia 1759-Padova 1830)..., a cura di C. Gibin, Sottomarina di Chioggia 2013.
Fonti e Bibl.: Un valido strumento è il libro S.A. R. naturalista e riformatore (Chioggia 1759 - Padova 1830), Atti del Convegno..., Chioggia... 1980, a cura di P. Tiozzo - Cinzio Gibin, Chiog-gia-Padova 1981. A conclusione è presente una ricca bibliografia comprensiva degli scritti di e su Renier. Sono segnalate anche le letture tenute presso istituti accademici e le memorie inedite. Un completamento riguardante i materiali manoscritti si trova in C. Gibin, Per una biografia intellettuale di S.A. R. (Chioggia 1759 -Padova 1830): lettere e altro materiale manoscritto, in Quaderni per la storia dell’Università di Padova, 2000, n. 33, pp. 255-265. Si veda anche S. Casellato, S.A. R., in Professori di materie scientifiche all’Università di Padova nell’Ottocento, a cura di S. Casellato - L. Pigatto, Padova 1994, pp. 339-341. Un aggiornamento degli studi sul naturalista si trova in Lettere di S.A. R., cit., pp. 47-50.