Arienti, Stefano
Ariènti, Stefano. – Artista italiano (n. Asola, Mantova 1961). Studente di agraria, entra in contatto con le ali più eccentriche dell'avanguardia milanese degli anni Ottanta del 20° sec. che risentiva dell’eredità dell’Arte povera ed espone per la prima volta nel 1985. Da allora ha continuato a stupire il pubblico con la varietà delle sue invenzioni raccolte nella recente monografia curata da Camilla Pignatti Morano. Lavora con immagini trovate e materiali stampati. Trasforma la materia attraverso un gesto minimo, come piegare o traforare in modo sistematico, ripetitivo, quasi ossessivo. In tal modo, sovverte i cliché visivi della cultura popolare. Dal 1995 le sue opere raggiungono grandi dimensioni aumentando l’interazione con lo spazio urbano, come ne I murazzi dalla cima ai Murazzi del Po di Torino o con il pubblico, come nella Corte di dei sempre a Torino fino alla completa sinergia con esso nella mostra per bambini Il tempo considerato come una spirale di pietre semipreziose al Museo d´arte contemporanea Castello di Rivoli, nel 2001, dove gli stessi bambini contribuivano alla realizzazione dell’opera. Sempre nel 2001 tiene la mostra personale Nature morte a Nuova Deli in India. Dopo il premio assegnatogli dalla XII Quadriennale di Roma nel 1996 è la volta nel 2000 del premio Giovane arte italiana nella mostra Migrazioni al Centro per l’arte contemporanea, oggi Museo nazionale della Arti del XXI secolo (MAXXI) di Roma. Nel 2000 partecipa anche alla Triennale di Milano e alla III Biennale di Istambul. Nel 2008 partecipa alla IX Triennale a Nuova Deli, in India, e alla VII Biennale di Gwangju in Corea a cura di Okwui Enzwezor, nonché alla XV Quadriennale di Roma e nel 2009 prende parte alla mostra Italics. Italian art between tradition and revolution, 1968-2008 al Museum of contemporary art di Chicago (USA). Sempre nel 2008 tiene la personale Una stanza tutta per sé al Castello di Rivoli. Dopo la partecipazione alla Biennale di Venezia del 2009 per la Sala F (Giardini), viene invitato dal Museion di Bolzano a svolgere il ruolo di curatore per la mostra −2+3 interagendo non solo con lo spazio, ma direttamente con le opere della collezione, più di 1300, selezionandole lui stesso insieme con un altro artista, Massimo Barolini. Nel 2010 partecipa al progetto espositivo all’Hangar Bicocca di Milano, Terre Vulnerabili con cui si apre la nuova direzione artistica di Chiara Bertola.