STEFANO bar Ṣūdhaylē
Nativo di Edessa, fu monaco monofisita di lingua siriaca, contemporaneo di Giacomo di Serūgh e di Filosseno, del sec. VI d. C. Passato a studiare in Egitto, vi s'imbevve delle dottrine di Origene, le quali poi lo condussero verso una concezione panteistica dell'universo, secondo la quale tutto è veramente in Dio. Le sue dottrine suscitarono molto scalpore in Edessa, donde fu scacciato, dopo di che dovette cercare rifugio in un convento della Palestina. Egli ha scritto un libro che reca il titolo di Libro di Ieroteo o Libro dei misteri nascosti della casa di Dio, che dovrebbe avere per autore Ieroteo, il supposto maestro di Dionigi Areopagita. St. ha scritto anche inni che espongono la sua dottrina panteistica.
Bibl.: A. L. Frothingham, St. bar S., the Syrian mystic and the Book of Hierotheos, Leida 1886; G. Furlani, Unmanoscritto beirutino del Libro di Ieroteo di St. bar S., in Rivista degli studi orientali, XI, pp. 103-107; R. Duval, La littérature syriaque, Parigi 1907, pp. 356-58; A. Merx, Ideen und Grundlinien einer allgemeinen Geschichte der Mystik, Heidelberg 1893.