BOLDRINI, Stefano
Nato a Vigevano l'11 sett. 1810 da Giuseppe, avvocato, e da Rosa Ferrari, studiò giurisprudenza ed esercitò la professione forense nello studio paterno. Scrisse una breve storia di Vigevano ed un dramma, Lucrezia de' Bastici (Mortara 1885); suoi sono anche Brevi cenni intorno aiCongressi generali degli operai, Firenze 1861; Brevi cenni sul Congresso IX [delle società operaie] in Firenze e sull'adunanza del 1º novembrein Asti, Vigevano 1861, ed infine Della educazione dei figli delpopolo, ibid. 1886. Morì a Vigevano l'8 apr. 1887.
Il nome del B., insieme a quello del fratello Vincenzo (Vigevano 5 apr. 1821-Vigevano 3 genn. 1898) è legato alla storia delle società operaie piemontesi di mutuo soccorso. Vincenzo entrò anche lui nello studio legale del padre, potenziato dall'attività del fratello, e si affermò specialmente come penalista: va ricordata la sua difesa del mazziniano F. B. Savi, processato (1858) per i fatti di Genova del 1857. Ebbe una preparazione culturale più solida di quella del fratello ed una intensa attività pubblicistica su giornali locali (diresse Il Giorno,Il Risveglio,Il Lomellino e, dal 1874 al 1879, il quindicinale, poi mensile, Il libero operaio. Giornale della democrazia vigevanese). Di lui si ricordano: L'arte e l'industria e le società di mutuosoccorso, Vigevano 1853; Del credito sul lavoro, Milano 1864; I partiti e le scuole: memorie, Vigevano 1871; La sericolturapopolare, ibid. 1873; La scuola popolare: studio morale, ibid. 1889.
L'interesse dei fratelli Boldrini per i problemi operai si manifestò sin da quando, concessa con lo statuto albertino la libertà di associazione, erano potute sorgere in Piemonte numerose società operaie di mutuo soccorso; fu questo un avvenimento di notevole rilievo sul piano sociale e politico, che andava ben oltre l'immediato fatto previdenziale (ogni socio corrispondeva una modesta somma settimanale e veniva poi assistito in caso di malattia). La Società generale operaia di mutuo soccorso di Vigevano sorse appunto dall'iniziativa presa dai fratelli Boldrini nel 1848 di raccogliere nella loro città un fondo per la costituzione di una cassa sussidi malattia a favore degli operai sottoscrittori, i quali ben presto furono oltre cento. Nel 1851 la società fu costituita ufficialmente con l'approvazione dello statuto. Nei primi tempi fu Stefano a dedicarsi maggiormente all'attività della società e fu sua l'idea di promuovere un congresso delle società operaie piemontesi dandone comunicazione nella seduta del Consiglio di direzione della società, il 13 ag. 1853. Il congresso ebbe luogo ad Asti nell'ottobre dello stesso anno e ad esso parteciparono trenta società operaie; Vincenzo non figurava tra i delegati, ma a partire dal secondo congresso cominciò a svolgere nell'organizzazione dei congressi delle società operaie piemontesi un'attività sempre più intensa fino a divenirne la figura preminente, l'ispiratore dell'impostazione politica dell'organizzazione del mutuo soccorso operaio in Piemonte.
Di contro alla corrente liberale conservatrice che faceva capo a G. Boitani, segretario della Società generale di mutuo soccorso di Torino - che si batteva per l'apoliticismo più assoluto delle società, concepite non oltre il mero fatto assistenziale, e per la ligia osservanza alle istituzioni -; di contro alla corrente mazziniana - preoccupata soprattutto di dare al movimento operaio una salda organizzazione unitaria ed un'impostazione politica di opposizione antimonarchica e antigovernativa- prevalse, nel primo ciclo dei congressi operai conclusosi con il settimo (Novi 1859), il liberalismo democratico dei Boldrini: essi si batterono per la più assoluta autonomia delle società operaie da ogni interferenza governativa e partitocratica. Opponendosi ad una regolamentazione uniforme e al patto confederale che erano stati varie volte proposti, cercarono invece di dare impulso alle organizzazioni provinciali proponendo l'istituzione di comitati provinciali composti da rappresentanti delle singole società. Essi vagheggiarono libere associazioni nelle quali gli operai potessero acquistare coscienza della loro funzione, della loro forza; si preoccuparono del potenziamento e del rinnovamento dei mezzi già disponibili per il progresso dell'istruzione popolare; si batterono per una sempre maggiore diffusione tra gli operai del risparmio e del credito.
I congressi generali operai piemontesi costituirono l'unico vincolo unitario delle società stesse, poiché mancava un organo centrale che ne dirigesse l'attività (e questo soprattutto per l'avversione dei Boldrini che lo paventavano facile preda della tutela governativa), e perché - per ragioni di ordine finanziario - non fu mai possibile dar vita ad un giornale delle società, nonostante tale iniziativa fosse stata parecchie volte proposta. Tra un congresso e l'altro ogni incombenza organizzativa gravava su una commissione permanente eletta dall'assemblea congressuale.
L'impostazione politica impressa dai Boldrini cadde quando i congressi operai, compiuta l'unità, divennero nazionali; i Boldrini continuarono a prendervi parte, ma la loro influenza era finita poiché altri uomini ed altri problemi ebbero allora il sopravvento.
Fonti e Bibl.: Comune di Vigevano, Ufficio di Anagrafe; Vigevano, Arch. della Società generale di mutuo soccorso; M. Macchi, Le associazioni operaie di mutuo soccorso, in Riv.contemporanea, XXVIII (marzo 1862), pp. 343 ss.; G. T. Beccaria, Storia delle Società di mutuo soccorso d'Europa, Torino 1866; G. Boitani, Le società operaie di Torino e del Piemonte, Roma 1883; Cenno storico sulla associazione operaia di mutuo soccorso di Vigevano, Vigevano 1884; N. Rosselli, Mazzini eBakunin, Torino 1967, ad Indicem; F. Della Peruta, Per unabibliografia delle pubbl. storichedelle società di mutuo soccorso, in Mov. operaio, III (1951), pp. 691-700; G. Manacorda, Il mov.operaio attraverso i suoi congressi, Roma 1963, passim; G. Quazza, L'industria laniera e cotoniera inPiemonte dal 1831 al 1861, Torino 1961, pp. 295 ss. (nota bibl.); R. Hostetter, Le origini delsocialismo italiano, Milano 1963, pp. 121-25, 129-31, 154, 159 s., 165 s.; E. Conti, Le origini del socialismo a Firenze, Roma 1950, passim; A. Romano, Storia del movimento socialistain Italia, I, Bari 1966, pp. 70, 79; E. R. Papa, Origini delle società operaie, Milano 1967.