BRUN, Stefano
Nacque a Salerno il 10 febbr. 1882 da Luigi e da Lucrezia de Vito. Rimasto orfano in giovane età, fu istruito e indirizzato dal nonno paterno, direttore delle locali Officine del gas. Terminati gli studi secondari a Salerno, si trasferì ancora giovanissimo a Napoli per compiervi quelli universitari. Laureatosi in ingegneria nel 1904, lavorò prima presso la Compagnia napoletana del gas - di cui era entrato a far parte come tecnico a soli 17 anni - e quindi alla Società generale di elettricità. Subito conosciuto e apprezzato, divenne dirigente delle officine e degli impianti di Castellammare di Stabia e, dal 1911, di Torre Annunziata. Durante la guerra del 1915-1918 fu richiamato dal Comitato di mobilitazione industriale e collaborò alla direzione dello spolettificio di Torre Annunziata dipendente dal sottosegretariato per le Armi e Munizioni. Nel 1922 fu chiamato alla direzione della Società elettrica della Campania, dove rimase fino al 1927, mettendo in luce le sue doti organizzative con la realizzazione di nuovi impianti elettrici in Terra di Lavoro. Si devono al B. la creazione di alcune fra le più importanti officine della Campania, l'impianto di illuminazione che Caserta ebbe nel 1925 e l'illuminazione pubblica di Napoli.
Passato alla direzione della Società generale per l'illuminazione, e in seguito alla Napoletana per imprese elettriche, il B. ne favorì la fusione dalla quale nacque la Società generale elettrica napoletana, successivamente incorporata nella Società meridionale di elettricità (SME).
In questa il B. ricoprì per oltre un cmquantennio le cariche più elevate: fu direttore centrale dal 1936 al 1944 e quindi consigliere di amministrazione. Nel periodo bellico e postbelico esplicò una vasta opera rivolta alla manutenzione e alla ricostruzione degli impianti pesantemente danneggiati dalla guerra. Fu quindi presidente della Società lucana di elettricità e della Compagnia meridionale del gas, nonché consigliere della Società generale pugliese di elettricità.
Fu presente nel settore elettromeccanico come amministratore delegato e quindi presidente del consiglio di amministrazione della Officina costruzioni riparazioni elettromeccaniche napoletana (OCREN), contribuendo a farne uno dei più importanti stabilimenti del Mezzogiorno. Nel marzo del 1945 il B. venne nominato presidente della Camera di commercio, industria e agricoltura di Napoli, rimanendo in carica fino al giugno del 1961, anno in cui abbandonò ogni attività. Nei quindici anni in cui ricoprì l'ufficio promosse un intenso movimento di ricostruzione e di rinnovamento dell'organismo, dando nuovo impulso alla vita economica napoletana. Nel quinquennio 1954-1959 fu presidente dell'Istituto per lo sviluppo economico dell'Italia meridionale (Isveimer).
Risalgono a questa fase della sua attività i provvedimenti per la ricostruzione del porto di Napoli e i richiami al governo per una coerente politica urbanistica diretta alla soluzione del problema edilizio che il censimento del 1951 aveva messo in luce in tutta la sua gravità. Di fronte al problema della produttività e della arretratezza tecnica dell'industria ir cridionale in particolare, si mostrò convinto della necessità di dedicare maggiore attenzione al fattore umano elevando i livelli salariali e provvedendo ad una adeguata preparazione tecnica e professionale della manodopera. Persuaso che nella situazione economica meridionale esistessero ormai le condizioni per lo sviluppo dell'iniziativa privata, auspicava, più che la creazione di nuovi strumenti finanziari e creditizi, il miglior funzionamento di quelli già esistenti e un orgarico riordinamento della legislazione vigente in modo da stimolare l'afflusso di capitali nel Sud. Mentre da più parti si sosteneva la necessità dell'abolizione della nominatività dei titoli azionari quale ulteriore incentivo al capitale privato, indicava all'azione del Parlamento l'incongruenza della situazione del Mezzogiorno continentale, dopo che le isole avevano consentito l'emissione di titoli al portatore, e l'esistenza di un fattore discriminante tale da determinare nuovi motivi di squilibrio.
Dal 1947 al 1961 il B. fu alla presidenza dell'Unione italiana camere di commercio e, dal 1951, vicepresidente dell'Istituto nazionale per il commercio estero (ICE). In veste di rappresentante delle Camere di commercio partecipò ai lavori di varie commissioni consultive e di studio e fu membro del Comitato nazionale dell'economia e del lavoro (CNEL) fin dalla sua costituzione. Si deve a lui la creazione, nell'ambito della Camera di commercio internazionale, del Bureau International d'Information pour les Chambres de Commerce, che egli aveva proposto al congresso mondiale delle Camere di commercio promosso e realizzato dall'Unione nel 1950.
Il B. ricoprì numerose altre cariche in enti pubblici e privati. Fu presidente della Camera di commercio della Campania, Molise e Calabria, e dell'Industria meccanica napoletana; componente del consiglio di amministrazione della Banca dei comuni vesuviani, della Fabbrica accumulatori Partenope e della Società autostrade meridionali. Fu inoltre prima consigliere e quindi presidente della Società di navigazione Tirrenia e vicepresidente della Navalmeccanica; socio per oltre cinquanta anni, ed infine presidente, della sezione di Napoli dell'Associazione elettrotecnica di Napoli. Per oltre venti anni ebbe la presidenza dell'istituto statale d'arte di Napoli; fu anche consigliere di amministrazione dell'università di Napoli e dell'istituto suor Orsola Benincasa. La sua attività nel settore della scuola gli valse la medaglia d'oro al merito della Pubblica Istruzione. Il 21 dic. 1952fu creato cavaliere del lavoro. Ebbe, fra le altre onorificenze, la commenda della Legion d'onore e la gran croce della Repubblica federale tedesca.
Morì a Napoli l'8 nov. 1962.
Fonti e Bibl.: I maggiori ragguagli biogr. si ricavano dalle commemorazioni apparse sui quotidiani: IlMattino (a cura di Enzo Fiore); Roma; Corriere di Napoli; Corriere della Sera; Il Tempo del 10 nov. 1962. Altri dati sul foglio di comunicazioni dell'Unione italiana delle Camere di commercio, industria e agricoltura del 15 nov. 1962; Who's Who in Italy, 1958; Chi è?, 1961. Indicazioni sull'attività e le opinioni del B., oltre che nelle relazioni degli enti presieduti, in G. Macera-F. Ventriglia, IlMezzogiorno oggi, Milano 1959, ad Indicem; Informazioni Svimez (ad annos),L'industria meridionale, I (1952), pp. 15-83, 563-578; Il Mezzogiorno, IV (1955), 11-12; L'industrializzazione del Mezzogiorno, Roma 1956, pp. 1723; Quaderni di "Nuovo Mezzogiorno", Roma 1958, pp. 5-6; L'industria meridionale, IX (1960), pp. 947-955.