BRUZZI, Stefano
Nacque a Piacenza il 1º maggio 1835 da Pietro, magistrato, e da Anna Pistoni. Compì gli studi umanistici nella città natale, ma vi frequentò saltuariamente l'istituto d'arte Gazzola, dove insegnava Lorenzo Toncini, robusto pittore di figura.
Sono di quegli anni briose caricature che ne rivelano lo spirito vigile e acuto. Solo verso la fine del 1854 si recò a Roma, dove studiò con Alessandro Castelli, che l'abituò a riprodurre attentamente il vero, a copiare gli alberi fibra per fibra, i rami foglia per foglia, con segno preciso, esatto, con una tecnica schietta, senza sotterfugi. Incerto tra figura e paesaggio, frequentò, con S. Ussi, E. Gamba e R. Casnedi, l'"accademia" privata di un modello, un certo Gigi, ma in realtà si trovava a suo agio nei dintorni di Roma: ad Albano, all'Ariccia, al lago di Nemi, a Nettuno, a Tivoli, a Frascati, dove si dedicò nel 1855 anche a studi diligenti di costume. Gli fu compagno e maestro in queste peregrinazioni (dal 1855 al 1857) Nino Costa, che gli fece conoscere il Böcklin, del quale divenne amico. Dopo una breve permanenza a Piacenza nel '59 (aveva tentato di arruolarsi nell'esercito piemontese, ma non era stato accettato perché giudicato fisicamente non idoneo), dal 1860 al 1862 lavorò a Bologna, nell'anno seguente a Milano.
Ritornato nella città natale, il B. vi rimase dal '63 al '70, quando si ritirò nel suo avito eremo di Roncolo di Groppallo; ivi ebbe modo di accostarsi definitivamente al soggetto di gran parte delle sue opere, l'Appennino. Anche quando, per motivi familiari, dovette fissare la dimora a Firenze (1875), a Roncolo ritornava d'estate, per riposarsi e dipingere all'aria aperta, a contatto con la natura. La sua pittura, prima un po' densa e bitumosa, si fece man mano più chiara; la pennellata piena di brio e intrisa di luce. Rimase a Firenze, a rielaborare i freschi bozzetti buttati giù alla buona durante le vacanze piacentine, fino al 1896, quando, dopo la morte di B. Pollinari, accettò di insegnare figura presso l'istituto Gazzola di Piacenza, dove ebbe il suo studio fino alla morte, avvenuta a Piacenza il 4 genn. 1911.
I suoi dipinti erano ricercatissimi, anche quando il gusto stava maturando verso forme nuove, meno legate al vero; le prime critiche negative uscirono dall'ambiente dei macchiaioli, in cui era ben noto (da Diego Martelli fu considerato un ritardatario, cui si doveva contrapporre il gusto nuovo che veniva di Francia; cfr. Ojetti, 1920).
Ora le sue opere, conservate in collezioni pubbliche e private di tutto il mondo (una intera sala gli è riservata nella Galleria di arte moderna Ricci-Oddi di Piacenza; opere importanti sono nelle Gallerie di arte moderna di Roma e di Torino, nella Pinacoteca di Parma), sono praticamente ignorate dalla critica.
La parte più viva e attuale della sua produzione è costituita dagli studi eseguiti dal vero, tra i quali non è difficile trovare capolavori che rimarranno a testimoniare la schiettezza del suo sentimento di fronte alla natura, la genuina spontaneità della sua arte, assente invece in parecchie "egloghe" eseguite in studio, abili, piacevoli, ma fredde e di maniera.
Negli ultimi anni tentò anche il quadro sacro; le Marie al Calvario (1910) della collezione Dainesi di Piacenza sono certamente un risultato positivo: il B. vi si rivela un morelliano vigoroso, con un temperamento drammatico quasi da espressionista; qualche volta l'aveva manifestato anche nei suoi dipinti di genere (si vedano la Mandria sperduta del 1881, ora in coll. priv. a New York, e I due cugini del Museo Civico di Piacenza).
Nel giugno 1932 una Mostra postuma fu organizzata a Piacenza presso l'Associazione "Amici dell'arte di Piacenza"; nel primo centenario della nascita, Giorgio Nicodemi lo commemorò al Teatro Filodrammatico della stessa città.
Alcuni suoi dipinti furono incisi magistralmente da Celestino Turletti.
Fonti e Bibl.: Necr. in Libertà, 6genn. 1911 (C. Guidotti); NuovoGiornale, 6genn. (F. Ghittoni) e 10 genn. 1911 (L. Testi); Arte e Storia, XXX (1911), pp. 59 s.; Il Manipolo, gennaio 1911; Emporium, XXXIII(1911), pp. 164-168 (G. Carocci); A. Rondani, Scritti d'arte, Parma 1874, pp. 421, 470-80; L. Ambiveri, Gli artisti piacentini, Piacenza 1879, p. 240; G. Costa, L'arte all'esposizione di Milano, in Il Fanfulladella Domenica, III (1881), n. 31, p. 2; La prima neve,quadro di S. B., in L'Illustr. ital., 26nov. 1893, p. 351;B. Pollinari, Scritti d'arte, Piacenza 1894, pp. 169-171;Ex Lucio, S.B., in Illustraz. piacentina, 6 ott. 1910, pp. 2-6;A. Pettorelli, Considerazioni sull'arte di S. B., in Boll. stor. Piac., VI (1911), 1, pp. 5-10; 2, pp. 56-60;L. Bertola, Ricordando S. B., ibid., 1, pp. 10-16;L. Ozzola, S. B., ibid., 2, pp. 49-56;C. Giarelli, Il Virgilio della tavolozza, Parma 1911; G. Soavi, Il simbolo pasquale e il suo poeta, in Libertà, 15 apr. 1911; L. Bertola-A. Pettorelli-L. Ozzola, In memoria di S. B., Piacenza 1911; U. Ojetti, in Corriere della Sera, 24 sett. 1913;F. Sapori, S.B., Torino 1919; U. Ojetti, Macchiaioli e impressionisti: una lettera di D. Martelli, in Dedalo, I (1920), 3, pp. 759 s.; A. Ambrogio, S. B., in Il falco (Piacenza), 1º maggio 1922;E. Somarè, Storia della pittura ital. dell'800, Milano 1928, II, pp. 192, 218, tav. 191; Pittori ital. dell'Ottocento nella raccolta di E. Checcucci di Firenze (catal. d. Gall. Pesaro), Milano 1929, tavv. XXXII-XXXVI; Mostra del pittore S. B. (catal.), Piacenza 1932;A. Rapetti, S.B., in La scure (Piacenza), 29 genn. 1933;R. Buscaroli, La pittura di paesaggio in Italia, Bologna 1935, pp. 499 s.; V. Pancotti, Nel centenario della nascita di S. B., in Strenna piacentina, XIII (1935), pp. 22-31;M. Brega, La pittura dell'800 e S. B., in Rivista di Piacenza, II (1937), 5, pp. 243-48;E. Barontini, S.B., ibid., III (1938), 4, p. 160;G. Copertini, Un dipinto di S. B. a Parma, in Parma per l'arte, VIII (1958), pp. 254 s.; A. Martini, Studi e bozzetti di S. B., in Placentia floret, III(1958), 4, pp. 17 s.; IV (1959), 4, pp. 17-19;F. Arisi, IlMuseo Civico di Piacenza, Piacenza 1960, pp. 348-351(con ampia bibl.); A. Ambrogio-F. Arisi, S.B., in Libertà, 4 genn. 1961;F. Arisi, S.B., calendario artistico 1963 della Cassa di Risparmio di Piacenza; Id., Galleria d'arte mod. Ricci Oddi, Piacenza 1967, pp. 100-106;U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, p. 162(con bibl.); Catal. Bolaffi della pitt. ital. dell'800, II, Torino 1969, p. 64.