Canzio, Stefano
Patriota (Genova 1837 - ivi 1909). Si arruolò molto giovane tra i Carabinieri genovesi, un corpo scelto di volontari di cui faceva parte il fior fiore del mazzinianesimo ligure, e fu con essi inquadrato tra i Cacciatori delle Alpi. Nel 1859 si segnalò a Varese e a Treponti. Guadagnatosi il grado di tenente, «tornò dalla campagna soldato perfetto e devoto a Garibaldi». Prese parte alla spedizione dei Mille, distinguendosi a Calatafimi e a Palermo, dove fu ferito. Nel 1860 seguì Garibaldi a Caprera e l’anno seguente ne sposò la figlia Teresita. Divenuto il portavoce più accreditato di Garibaldi, nel 1862 tornò a combattere al suo fianco in Aspromonte e nel 1866 in Trentino, dove si meritò la medaglia d’oro a Bezzecca, e quindi a Mentana, e ancora a Digione. Nel marzo 1879 venne arrestato in una manifestazione di commemorazione di Mazzini e condannato a un anno per resistenza, pena poi ridotta a tre mesi e infine amnistiata. Si impegnò attivamente nelle società operaie genovesi che lo elessero come loro rappresentante regionale nel 1880.