DELISI, Stefano
Nacque a Palermo il 22 nov. 1864 dallo scultore Benedetto e da Giuseppa Cattarinich. Già da bambino disegnava e modellava la creta con grande abilità, incoraggiato dal padre che gli fornì i primi rudimenti della scultura.
Rimasto orfano a dieci anni, per interessamento dell'avvocato G. Puglia, amico di famiglia, il D. entrò nel convitto S. Rocco di Palermo, dove rimase fino al 1880 portando a termine gli studi letterari, ma soprattutto perfezionandosi nel disegno e nel modellato. Successivamente seguì le lezioni di nudo che il pittore Salvatore Lo Forte teneva all'università di Palermo.
A detta dei biografi (Di Giovanni, 1886; Zanca, 1886), i suoi esordi furono subito accompagnati dal successo e dall'ammirazione di celebri artisti. Per la statua del filosofo greco Egesias (perduta), modellata a diciassette anni, nel 1881, venne lodato dal Monteverde, e il Morelli "lo consigliò più volte a far da sé senza mettersi a scuola di nessuno" (Di Giovanni). Uguale considerazione suscitò il bozzetto in bronzo raffigurante S. Tommaso incredulo (1881), presentato al concorso per i medaglioni dei dodici apostoli per il cimitero di Catania. La commissione del concorso espresse perfino il suo rammarico di non poter assegnare al D. l'esecuzione dell'opera, essendo pervenuto il bozzetto oltre i termini stabiliti. Il medaglione del S. Tommaso (riprodotto in incisione nell'Italia artistica illustrata, II [1884], p. 109) siconserva attualmente nella Galleria d'arte moderna di Palermo.
Nel 1885 il D. partecipò al concorso internazionale di Roma per la statua equestre di re Vittorio Emanuele II e al concorso di Palermo per la statua equestre di Garibaldi, riscuotendo lusinghieri apprezzamenti: i relativi bozzetti, di intensa resa realistica, sono oggi nella Galleria d'arte moderna di Palermo.
Prese parte inoltre al concorso di Roma per la statua di Garibaldi al Gianicolo (il cui bozzetto è irreperibile).L'ultima sua opera conosciuta è il rilievo (vinto per concorso) raffigurante L'entrata di re Vittorio Emanuele II a Roma (firmato e datato "S. Delisi 1886"), nel basamento della statua equestre del re, al centro di piazza Stazione a Palermo: una gustosa scenetta realistica, ambientata nella piazza del Quirinale, costruita sul dinamismo delle figure e ricca di effetti chiaroscurali.
Il D. morì giovanissimo, a Palermo, la notte del 19 marzo 1886.
Eseguì anche numerosi busti (E. Amari, V. Miceli, F. Nicoletti, G. Puglia, G. Palizzolo, ecc.), alcuni medaglioni per monumentifunerari (monumento Patera a Partanna, monumento Di Lorenzo a Gibellina, monumenti Di Giovanni e Villarosa a Palermo) ed unaserie di bozzetti in creta, oggi perduti. Dispersa è pure la raccolta di disegni dal vero, esposti in parte a Palermo nel 1929 alla seconda mostra del Sindacato siciliano fascistadegli artisti (p. 28 del catal.).
A giudicare dai pochi pezzi rimasti, le sculture del D., lontane da ogni suggestione accademica, sono caratterizzate da una linea nervosa e audace, d'ispirazione quasi impressionistica. Si possono comprendere così in qualche modo le lodi dei critici contemporanei - senza dubbio enfatizzate dalle sfortunate vicende biografiche e dalla morte precoce - che gli riconoscevano un ruolo di innovatore nel modesto panorama artistico palermitano di fine Ottocento.
Fonti e Bibl.: M. Giarrizzo, L'arte a Palermo, in L'Italia artistica illustrata, IV (1886), p. 6; V. Di Giovanni, S. D., in Giornale di Sicilia, 20 marzo 1886; A. Zanca, S. D., in L'Italia artistica illustrata, IV (1886), pp. 46 s.; G. Strafforello, La Patria..., Torino 1893, p. 119; V. Di Giovanni, Iscrizioni, ricordi funebri e salmi, Palermo 1900, pp. 181-184; F. Meli, La Regia Accademia di Belle Arti di Palermo, Firenze 1941, p. 58; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IX, p. 23; Diz. dei siciliani illustri, Palermo 1939, p. 169.