GIROLA, Stefano
La data di nascita di questo scultore, attivo nel XIX secolo, viene generalmente indicata intorno al 1795, sebbene non se ne abbia una conferma documentaria. Incerta è anche l'origine milanese del G., il cui nome non compare in alcun registro cittadino. Questo potrebbe significare che il G. nacque e mantenne la propria residenza ufficiale in una località che allora non rientrava nella città di Milano (allora limitata all'area compresa entro la cinta delle mura spagnole); oppure, come sostenuto da Debiaggi, che vada invece ricondotto a un'area geografica più periferica come la Valsesia.
Le prime informazioni certe risalgono al 1806, quando partecipò al concorso di seconda classe della scuola di elementi di figura dell'Accademia di Brera a Milano, dove rimase, seguendo i corsi dello scultore neoclassico Camillo Pacetti, fino al 1816 (Milano, Archivio storico dell'Accademia di Brera, Concorsi 1806-1812). In quell'anno si distinse vincendo il concorso di scultura con il bassorilievo in terracotta Il giudizio di Paride (Milano, Galleria d'arte moderna: Panzetta, II, p. 99), opera di buona fattura seppur basata su una rigida applicazione dei canoni neoclassici.
Come spesso accadeva per molti artisti che uscivano dall'Accademia milanese, le principali opportunità di lavoro offerte dalla città all'inizio del XIX secolo provenivano dai grandi cantieri dell'arco Sempione e del duomo. Infatti, nel 1805 Napoleone, al momento della sua incoronazione a re d'Italia, ordinò di terminare la facciata della cattedrale con il coronamento delle guglie, ancora sprovviste di statue, secondo il progetto di Carlo Amati, scelto, dopo un lungo dibattito, per stabilire l'opportunità di risolvere l'edificio in stile "romano" o "gotico".
La presenza del G. nel cantiere del duomo è documentata tra il 1811 e il 1813 e poi ininterrottamente tra il 1820 e il 1861, con una produzione di circa cinquanta statuette destinate ai piloni laterali e di tre statue per le grandi guglie, caratterizzate da una certa libertà compositiva.
Eseguì in stile antico le statue di S. Simone e S. Dazila (1845), realizzate per il gugliotto Pestagalli (il primo a sudovest) e quella di S. Barbara, per una delle finestre laterali, commissionatagli nel 1859 e pagata agli eredi nel 1861 (Annali della Fabbrica del duomo, 1883, p. 237), episodio che ha fatto supporre, erroneamente, che il G. a quella data fosse già morto.
Nel 1825 realizzò due Angeli per il timpano della facciata della chiesa di S. Maria della Porta a Milano; mentre l'anno successivo eseguì il Monumento a Virgilio destinato al giardino di palazzo Cavriani a Mantova. Per il maestoso parco, voluto nel 1826 dal marchese Luigi Cavriani, vennero commissionate a G. anche tredici erme di mantovani illustri (Antonio Possevino, Marcello Donati, Battista Spagnoli, Baldassare Castiglione, Pietro Pomponazzi, Vespasiano Gonzaga, Sordello Visconti, Ercole Gonzaga, Filippo Cavriani, Iacopo Strada, Teofilo Folengo, Ippolito Capilupi, Francesco IV Gonzaga) da collocarsi sulla grande cancellata dell'ingresso.
Nel 1833 fu attivo a Milano presso il cantiere di porta Romana, un nuovo ingresso cittadino progettato dall'ingegnere Rodolfo Vantini nel 1826. Il G. partecipò al programma decorativo con due bassorilievi in marmo bianco di Carrara rappresentanti due episodi della storia milanese (Difesa degli Insubri contro i Romani, Ingresso di Francesco I in Milano nel 1815). La collaborazione del G. al cantiere dell'arco Sempione si limitò, invece, a semplici opere decorative, realizzate probabilmente intorno al 1830-33 (Storia di Milano, XV, p. 333).
Tra il 1835 e il 1836 partecipò al programma decorativo della basilica di S. Gaudenzio a Novara insieme con gli scultori Gerolamo Rusca, Giuseppe Prinetti e Giosuè Argenti. Per le nicchie della navata realizzò otto statue in stucco raffiguranti profeti tratti dal Vecchio Testamento (Aggeo, Abacuc, Davide, Melchisedech, Amos, Ioel, Osee, Abdia, quest'ultimo ripr. in Dell'Olmo Rossini, p. 125), fonte particolarmente adatta per trarne una soggettistica imponente e solenne, specificatamente richiesta dalla committenza, forse nel tentativo di imitare quella sorta di summa teologica rappresentata dalla decorazione del duomo di Milano.
Secondo Dell'Olmo Rossini (p. 130) "i modelli da cui trae ispirazione sono ancora quelli tardo cinquecenteschi e gli ampi paludamenti nei quali avvolge i suoi profeti sono quelli romani; già al di fuori delle problematiche della prima scultura neoclassica, anche se se ne avverte l'insegnamento del Pacetti nello studio anatomico".
Nel 1843 realizzò il bassorilievo della Madonna con due angeli per il frontone della chiesa di S. Nazaro Maggiore a Milano.
La presenza del G. nella parrocchia milanese di S. Francesco di Paola è registrata ininterrottamente nella Guida di Milano di A. Bernadoni, pubblicata a Milano, tra il 1842 e il 1877, che non ne fa più il nome a partire dal 1878. La morte del G. è da riferire probabilmente intorno a tale data.
Fonti e Bibl.: Milano, Archivio storico dell'Accademia di Brera, Concorsi 1806-12; Ibid., Civico Archivio storico e Biblioteca Trivulziana, Fondo stato civile, 1811, con aggiornamenti fino al 1834; ibid., 1835, con aggiornamenti fino al 1865; A. Susani, Nuovo prospetto descrittivo pittoresco di Mantova, Mantova 1830, p. 102; G. Mongeri, L'arte in Milano, Milano 1872, p. 523; Annali della Veneranda Fabbrica del duomo dall'origine fino al presente. Appendice, II, Milano 1883, p. 237; U. Nebbia, La scultura del duomo di Milano, Milano 1908, p. 265; V. Restori, Mantova e dintorni, Mantova 1915, pp. 296, 304; G. Barlassina - A. Picconi, Le chiese di Novara, Novara 1933, p. 94; A.M. Bessone Aurelj, Dizionario degli scultori e architetti italiani, Roma 1947, p. 269; C. Debiaggi, Dizionario degli artisti valsesiani dal secolo XVI al XX, Varallo 1968, p. 85; L. Caramel - C. Pirovano, La Galleria d'arte moderna di Milano. Opere dell'Ottocento, II, Milano 1975, p. 326 fig. 1071; J. Mackay, The Dictionary of Western sculptors in bronze, Woodbridge (Suffolk) 1977, p. 160; M. Dell'Olmo Rossini, Note sulla scultura nella basilica di S. Gaudenzio a Novara, in Bollettino storico per la provincia di Novara, LXXI (1980), 2, pp. 117-132; Il duomo di Milano. Dizionario storico, artistico e religioso, a cura di A. Majo, Milano 1986, p. 292; A. Panzetta, Dizionario degli scultori italiani dell'Ottocento e del primo Novecento, Torino 1994, I, pp. 147 s.; II, p. 99; Storia di Milano, XV, pp. 333, 589 e ad indicem; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XIV, p. 181.