Bandito romagnolo (Boncellino, Bagnocavallo, 1824 - Russi 1851). Evaso dal carcere, dove scontava una condanna per omicidio colposo, il P. (soprannome derivato dal mestiere di traghettatore) si diede alla macchia e per tre anni imperversò alla testa di una banda nel territorio delle Legazioni, tenendo in scacco la gendarmeria pontificia e le guarnigioni austriache. Responsabile di audaci rapine e assalti a diligenze, il P. occupò persino interi paesi, saccheggiando le abitazioni dei cittadini più ricchi. Fu ucciso in un'imboscata tesagli dai gendarmi; delle numerose leggende ispirate dalla figura del P., G. Pascoli, nella poesia Romagna, raccolse quella della sua generosità (il Passator cortese).