TERRA, Stefano
TERRA, Stefano (pseud. di Traversari, Giulio)
Giornalista e scrittore, nato a Torino l'11 agosto 1917, morto a Roma il 5 ottobre 1986. Antifascista del gruppo torinese di ''Giustizia e Libertà'', amico di L. Ginzburg e C. Pavese; costretto ad abbandonare l'Italia, proseguì l'attività clandestina in Egitto, al Cairo. Nel dopoguerra collaborò al Politecnico di E. Vittorini e diresse a Milano Il '45. Inviato speciale per La Stampa e la RAI, si occupò delle vicende politiche dei Balcani e del Medio Oriente, risiedendo per lo più in Grecia.
T. esordì nella narrativa con Morte di italiani (1942, ristampato nel 1946 con il titolo Rancore), cui fece seguito Il ritorno del prigioniero (1945). Dopo i racconti di Sul ponte di Dragoti bandiera nera (1952), T. pubblicò il suo romanzo più riuscito, La fortezza del Kalimegdan (1956; nuova redazione, 1970). La vicenda di un giornalista che cerca un uomo (marito di una sua compagna d'infanzia) attraverso paesi ben noti all'autore (Grecia, Egitto, Siria, Palestina) ha più d'una risonanza autobiografica. Il regista francese J.-M. Drot ne ricavò un film. L'esperienza narrativa di T., che molti hanno definito di sapore "neoromantico", è proseguita con Calda come la colomba (1971), Alessandra (1974; premio Campiello), Le porte di ferro (1979), Albergo Minerva (1982), Un viaggio una vita (1984).
Le poesie di T. composte fra il 1937 e il 1968 si possono leggere raccolte in L'avventuriero timido (1969) e nel volume postumo di Poesie inedite (prefazione di G. Pampaloni, 1991). Dall'attività d'inviato speciale derivano prove saggistiche come Tre anni con Tito (1953) e Il sorriso dell'imperatrice. Viaggio in Grecia e in Medio Oriente (1958).
Bibl.: G. Ragazzini, Stefano Terra, in Narratori italiani del secondo Novecento, a cura di G. Luti, Roma 1985, pp. 214-15; A. De Stefano, Stefano Terra, in La realtà e il sogno. Narratori italiani del Novecento, a cura di G. Mariani e M. Petrucciani, ivi 1987, 2, pp. 713-21.