VAI, Stefano
(Etienne Via). – Nacque a Prato nel 1592 da Baccio Vai (o Vaj), in una famiglia patrizia arricchitasi grazie all’attività manifatturiera e mercantile e tramite la speculazione finanziaria (Angiolini, 1986, p. 364). Le fonti non riportano l’identità della madre. Come i fratelli Vaio e Simone – che fu tesoriere di Francesco Barberini e computista di Urbano VIII – fece carriera a Roma, dove si trasferì dopo essersi addottorato in utroque iure a Pisa.
Vai fu strettamente legato a Maffeo Barberini (Archivio di Stato di Prato, Vai, b. 27, lettera a Vai, 8 ottobre 1621), che aveva affiancato come «adiutor studij» quando era prefetto della Segnatura di giustizia. La sua salita al soglio pontificio, nel 1623, accelerò la carriera di Vai, che divenne giudice assessore nel tribunale del Primo collaterale di Campidoglio e in seguito luogotenente dell’uditore di Camera (Archivio di Stato di Roma, Ospedale S. Spirito, b. 50, c. 35v).
Vai raggiunse l’apice della carriera quando Barberini, divenuto papa, lo nominò commendatore dell’ospedale romano di S. Spirito (1632-50), carica che mantenne anche sotto il pontificato di Innocenzo X: vicino a donna Olimpia Maidalchini, si legò all’entourage dei Pamphili divenendo maggiordomo del cardinale Camillo (Roma, Archivio Doria Pamphili, bancone 99 int. 4, Rolo della famiglia di S. Em.za). Siccome il titolare di una giurisdizione pari a quella episcopale – quale era da commendatore del nosocomio papale – non poteva essere privo degli ordini sacri, nel 1637 venne nominato vescovo della diocesi in partibus infidelium di Cirene (Saulnier, 1649, p. 57). «Pluriumque capax» Vai fece anche parte della congregazione della Fabbrica di S. Pietro, di cui fu giudice ordinario, ma fu pure membro dell’omonimo capitolo, oltre che uditore della Legazione di Avignone, vicario di S. Maria Maggiore e «prepositus negotiis» dei Cavalieri di Malta (ibid.).
Dei suoi diciotto anni alla guida del S. Spirito si ricordano le misure di riforma dell’Ordine religioso omonimo – tra cui la normazione della vita liturgica e la limitazione dell’età di accesso al noviziato (Archivio di Stato di Roma, Ospedale S. Spirito, b. 47, pp. 288-291) –, ma anche la promozione di una serie di iniziative di restauro e abbellimento della struttura architettonica (Colonna, 2009, ad ind.), tra cui spicca, nel 1647-48, il rifacimento della sacrestia della chiesa ospedaliera, affrescata da Guidobaldo Abbatini (Merz, 1990; Alloisi - Cardilli, 2002, pp. 118-123).
A Firenze il commendatore Vai fu ricordato per aver fatto dono, nel 1632, della «chiesa, e spedale di S. Bastiano» – parte del patrimonio del S. Spirito –, ai sacerdoti Pietro Bini e Francesco Cerretani, che vi inaugurarono le attività dell’Oratorio filippino fiorentino (Richa, 1755, p. 252). Appassionato d’arte e di antiquariato, a Roma collezionò mobili, statue e oltre settanta dipinti, di carattere sacro ma anche di gusto cosmopolita (Archivio di Stato di Prato, Vai, bb. 58, 63); la raccolta fu trasferita a Prato nel 1653, e accresciuta dagli eredi fino al 1828 quando, probabilmente dopo una vendita, se ne perse notizia (Ciardi, 1986, pp. 726-728).
Membro dell’Accademia degli Umoristi (Maylender, 1926, p. 378), importante circolo culturale nella Roma dei Barberini, Vai fu anche autore di poesie, perlopiù d’occasione e in lingua fidenziana: rimasero manoscritte, per poi venire raccolte e pubblicate nel 1863 a cura di Cesare Guasti.
Ammalatosi alla fine di agosto del 1650 (Petri, 1952, p. 63), morì a Roma il 1° settembre, e venne sepolto nella chiesa di S. Spirito.
Fonti e Bibl.: Città del Vaticano, Biblioteca apostolica Vaticana, Urb. lat. 1627, c. 21r; Vat. lat. 13999, cc. 113v, 131v; Firenze, Biblioteca nazionale centrale, Panciatichiano, Panc. 246, p. 122; Panc. 320, cc. 97r-102r, 105r-107v; Panc. 327, cc. 84r-91v, 132rv; Riccardiano, 3452/8, cc. 385r, 386v; Archivio di Stato di Prato, Vai, b. 14, Libro di cassa e di dare e avere di mons. Stefano Vai (1641-46); b. 16, Libro delle entrate di mons. Stefano Vai a Roma (1647-49); bb. 25, 27; b. 58, Nota delle robe mandata da Roma a Prato; b. 54/XXI, Quietanze, atti di cause [...] Discorsi sopra i negozi di casa di mons. Stefano Vai (1640); Archivio di Stato di Roma, Ospedale S. Spirito, b. 50, cc. 35v-36r, b. 47, cc. 132-134, 125-126, 288-291; Roma, Archivio Doria Pamphilj, bancone 99 int. 4, Rolo della famiglia di S. Em.za.
P. Saulnier, De capite sacri Ordinis Sancti Spiritus dissertatio, Lyon 1649, pp. 57 s.; G. D. Franzini, Roma antica e moderna, Roma 1653, p. 66; G. Alveri, Della Roma in ogni stato, Roma 1664, p. 279; G. M. Crescimbeni, Commentari intorno alla sua storia della volgar poesia, Roma 1702, pp. 301 s.; G. Negri, Istoria degli scrittori fiorentini, Ferrara 1722, p. 507; F.S. Quadrio, Della storia e della ragione d’ogni poesia, I, Bologna 1739, p. 222; G. Richa, Notizie istoriche delle chiese fiorentine, II, Firenze 1755, p. 252; Notificazione sopra diversi oggetti concernenti l’osservanza regolare de’ RR. Canonici dell’ordine di S. Spirito, Roma 1815, pp. 10-12, 36, 41; Notificazione sopra varie disposizioni riguardanti il retto regime, governo, ed amministrazione dell’apostolico archiospedale di S. Spirito, Roma 1815, pp. 14-19; G. Moroni, Commendatore di S. Spirito, in Id., Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, XV, Venezia 1842, p. 74; C. Guasti, Bibliografia pratese, Prato 1844, pp. 256 s.; F. Baldanzi, Della chiesa cattedrale di Prato, Prato 1846, p. 86; Rime di S. V., rimatore pratese del secolo XVII, a cura di C. Guasti, Bologna 1863, 1968; M. Maylender, Storia delle accademie d’Italia, V, Bologna 1926, p. 378; A. Canezza, Gli arcispedali di Roma nella vita cittadina, nella storia e nell’arte, Roma 1933, passim; P. Gauchat, Hierarchia catholica Medii aevi sive summorum pontificum, IV, Monasterii 1935, p. 172; A. Petri, “Ricordi” di Paolo Verzoni, in Archivio storico pratese, XXVIII (1952), pp. 37-84 (in partic. p. 63); E. Cochrane, Florence in the forgotten centuries (1527-1800). A history of Florence and the Florentines in the age of the grand dukes, Chicago-London 1973, pp. 202, 532; F. Angiolini, Il ceto dominante a Prato nell’età moderna, in Prato. Storia di una città, II, a cura di E. Fasano Guarini, Firenze 1986, p. 364; R.P. Ciardi, Architettura e arti figurative, ibid., pp. 726-728; J.M. Merz, Bernini, Abbatini e la sacrestia di Santo Spirito in Sassia, in Scritti in onore di Giuliano Briganti, Milano 1990, pp. 219-225; S. Alloisi - L. Cardilli, Santo Spirito in Saxia, Roma 2002, pp. 118-123; B. Dooley, Morandi’s last prophecy and the end of Renaissance politics, Princeton-Oxford 2002, p. 68; F. Colonna, L’ospedale di Santo Spirito a Roma. Lo sviluppo dell’assistenza e le trasformazioni architettonico-funzionali, Roma 2009, ad ind.; T. Affortunato, Nuove fonti documentarie su Carlo Caproli del Violino (Roma, 1614-1668), in Fonti musicali italiane, XIII (2013), pp. 7-17 (in partic. pp. 14 s.).