STEFANO X (o IX) papa, venerabile
Battezzato col nome di Federico, apparteneva alla famiglia dei duchi di Lorena ed era fratello dello stesso duca Goffredo il Barbuto, che, dopo il suo matrimonio con Beatrice, aveva in mano anche il governo della Toscana. Arcidiacono di S. Lamberto a Liegi, egli, fin dal suo soggiorno in Belgio, dovette venire a contatto con quelle correnti riformatrici che facevano capo a Vasone vescovo di Liegi, le quali propugnavano un programma (il cosiddetto "programma lorenese") di piena indipendenza della Chiesa dall'Impero. Fatto venire in Italia da Leone IX, altro grande fautore della riforma in senso lorenese, e nominato cancelliere e bibliotecario di Santa Romana Chiesa (12 marzo 1051), fece parte, col cardinale Umberto di Silva Candida, di quella missione inviata (gennaio 1054) da Leone IX a Costantinopoli per trattare la riunione con la chiesa greca. Al suo ritorno, morto il suo protettore Leone IX, poiché Enrico III di Germania, ostile alla sua famiglia, voleva farlo arrestare, si ritirò a Montecassino dove fu eletto abate (23 maggio 1057) e dove si adoprò efficacemente per l'applicazione nel monastero delle sue idee riformatrici. Nominato cardinale-prete del titolo di S. Crisogono (24 giugno 1057) da papa Vittore II, succedette a questo papa (2 agosto) e fu consacrato il giorno appresso. La sua elezione rappresentava una specie di colpo di stato del partito ecclesiastico avverso alla corte di Germania. Infatti, contrariamente a quanto si era fatto in occasione dell'elezione di Leone IX e di Vittore II, non ci si era preventivamente rivolti alla corte di Germania perché designasse un candidato a lei accetto e, per di più, si era scelto un membro di quella famiglia di Lorena della quale erano ben note le mire intese a soppiantare l'influenza tedesca in Italia. St. credette però opportuno farsi riconoscere come papa da Agnese, madre del giovinetto Enrico IV, e incaricò della non facile missione tedesca Ildebrando. Nella storia della riforma ecclesiastica conclusasi con l'opera di Gregorio VII, il fatto che Ildebrando ottenne il riconoscimento della corte di Germania per un papa eletto al difuori della volontà di questa, rappresenta un avvenimento di notevolissima importanza. Nei pochi mesi del suo pontificato, St. mostrò chiaramente i suoi intenti riformatori e, fra l'altro, patrocinò gl'inizî della luminosa carriera di San Pier Damiani, da lui nominato cardinale vescovo di Ostia. Alla vigilia di un viaggio in Toscana, sentendosi malato, ingiunse ai cardinali di non procedere all'elezione del suo successore prima del ritorno d'Ildebrando dalla Germania. Morì a Firenze il 29 marzo 1058.
Bibl.: Liber Pontificalis, ed. L. Duchesne, II, Parigi 1892, p. 278; Ph. Jaffè, Regesta, I, Lipsia 1881, pp. 553-56; Patrol. Lat., CXLIII, coll. 865-883; Cl. Robert, Le pape Étienne IX, in Revue des questions hist., XX (1876), pp. 49-76; A. Fliche, La réforme grégorienne, I, Parigi-Lovanio 1924, passim.