TOLOMEI, Stella
TOLOMEI (dell’Assisino, dell’Assassino), Stella. – Nacque a Ferrara in data sconosciuta, nella seconda metà del XIV secolo. Discendeva da un ramo della omonima famiglia di mercanti e banchieri senesi, quello di Pietro di Mino Tolomei che, bandito da Siena, giunse a Ferrara tra la fine del Duecento e gli inizi del Trecento.
Secondo l’anonimo redattore seicentesco della Memoria della famiglia, che segue quanto riportato dal letterato Galeotto da Narni, Piero, prima di giungere in Ferrara, riparò ad Assisi. Tale soggiorno comportò per i Tolomei la denominazione di Assisini, una volta giunti nella città estense. Nell’uso il soprannome si modificò in Assassini. Essendosi consolidata tale forma, la famiglia insisté nel farsi appellare con il solo cognome Tolomei, ma la forma modificata Assassini rimase in uso almeno fino al XVI secolo, come attestato dalle carte notarili.
A Ferrara i Tolomei si inserirono tra le più nobili casate cittadine. Tra il XIV e il XV secolo avevano giurisdizioni sui territori di Rovigo e di Lendinara e il titolo di conti. Tuttavia, il personaggio più conosciuto della famiglia è proprio Stella, menzionata dalle fonti cronistiche – che registrano voci e supposizioni mescolate con la realtà e difficilmente accertabili – per la sua relazione con Niccolò III d’Este, iniziata verosimilmente negli ultimi anni del Trecento o nei primissimi del Quattrocento. Ciò che viene confermato dalle fonti è che nel 1402 Stella ricevette dal marchese, tramite il fratello di lei, Giovanni, i possedimenti in Saquedo e Barbuglio, nella podesteria di Lendinara.
Dalla relazione nacque Ugo (17 novembre 1405), primo erede maschio, per quanto illegittimo, di Niccolò III. Nel 1407 e nel 1413 Stella diede alla luce altri due figli di Niccolò, futuri signori dei domini estensi: Leonello e Borso. I tre figli furono tutti trattati come legittimi dal padre, nonostante la morte violenta di Ugo nel 1425 a seguito della scoperta della sua relazione con Parisina Malatesta, moglie legittima di Niccolò, e la Tolomei ricevette gli onori di una «favorita regale» (Gundersheimer, 1988, p. 36).
Stella morì l’11 luglio 1419. Fu sepolta «con grande honore» (Diario ferrarese..., a cura di G. Pardi, 1933, p. 16), nella chiesa di S. Francesco in Ferrara, l’edificio deputato ad accogliere le spoglie dei signori estensi: ciò sottolinea l’importanza della Tolomei nella vita di Niccolò, al punto da considerarla una componente della famiglia.
La storiografia ferrarese converge nel considerare Tolomei come l’amante prediletta del marchese, ma è discorde in merito all’informazione secondo cui Stella, all’indomani della morte di Gigliola da Carrara (1416), prima moglie di Niccolò, avesse avuto da quest’ultimo una promessa di matrimonio. In verità si trattò di una voce, mancando qualsiasi testimonianza documentaria, probabilmente nata dal forte legame presente tra i due.
La vicenda personale di Stella fu al centro dell’attenzione di alcuni uomini di lettere. A lei Galeotto Marzio da Narni dedicò il suo De domina Stella, dove la dipinse come una donna di «pietate et mente pudica [...], religionis amatrix [...], sapiens, prudens, iuxta, modestos mores» (Ferrara, Biblioteca comunale Ariostea, Mss., cl. II, 115, c. 10r), che si prodigava in donare cibo e vesti ai poveri. Anche Tito Strozzi, nelle sue Borsiadi, per giustificare l’accondiscendenza della Tolomei a Niccolò III e legittimare, così, Borso affinché non fosse considerato il frutto di uno stupro o il figlio di una donna dai facili costumi, la dipinse come una ‘novella Vergine Maria’.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Modena, Camera ducale estense. Notai camerali ferraresi: Giacomo Delaiti, reg. XXIII (1402, aprile 27, Ferrara); Ferrara, Biblioteca comunale Ariostea, Mss., cl. II, 115, cc. 1r-10r: Galeottus Martius Narniensis, De domina Stella; Mss. Antonelli, 325, c. 1rv: Memoria della famiglia Tolomei di Ferrara venuta da Siena; Mss. Antonelli, 966, b. 14: Famiglia Tolomei e degli Assassini; Diario ferrarese dall’anno 1409 sino al 1502 di autori incerti, a cura di G. Pardi, in RIS, XXIV, 7, Bologna 1933, p. 16; G. Ferrarini, Memoriale estense (1476-1489), a cura di P. Griguolo, Rovigo 2006, p. 337.
L. Ughi, Dizionario storico degli uomini illustri ferraresi, Ferrara 1804, p. 188 (ed. anast. Bologna 1969); A. Lazzari, Parisina, Firenze 1949, pp. 31-47; W. Gundersheimer, Ferrara. The style of a Renaissance despotism, Princeton 1973 (trad. it. Ferrara estense. Lo stile del potere, Modena 1988, pp. 36 s.); A. Menniti Ippolito, Este, Niccolò d’, in Dizionario biografico degli Italiani, XLIII, Roma 1993, pp. 396-403 (in partic. p. 400); R. Mucciarelli, I Tolomei banchieri di Siena. La parabola di un casato nel XIII e XIV secolo, Siena 1995, pp. 85, 132 s.; L. Chiappini, Gli Estensi. Mille anni di storia, Ferrara 2001, pp. 109-112, 119, 122, 136, 361, 578; J. Fair Bestor, Marriage and succession in the house of Este. A literary perspective, in Phaeton’s children: the Este court and its culture in early modern Ferrara, a cura di D. Looney - D. Shemek, Tempe 2005, pp. 49-85 (in partic. pp. 55-63); P. Griguolo, Professori di medicina senesi tra Ferrara e Padova: notizie dei Benzi e di Alessandro Sermoneta, in Quaderni per la storia dell’Università di Padova, XLI (2008), pp. 135-150 (in partic. p. 135); M.S. Mazzi, I labirinti del potere. Este e Malatesta, Parisina e altre storie dell’Italia del primo Quattrocento, Ferrara 2010, pp. 71-75.