Nadolny, Sten
Nadolny, Sten – Scrittore tedesco (n. Zehdenick 1942). Studia storia e scienze politiche laureandosi nel 1976 presso la Freie Universität di Berlino. Al suo primo romanzo, Netzkarte (1981; trad. it. Biglietto aperto, 1996), segue Die Entdeckung der Langsamkeit (1983; trad. it. La scoperta della lentezza, 1985), con cui N. si afferma a livello internazionale narrando l’avventurosa storia di John Franklin, il grande esploratore inglese dell’Oceano Artico alla ricerca del leggendario Passaggio a Nord-Ovest. Negli anni Novanta del 20° sec., dopo la pubblicazione di Selim oder die Gabe der Rede (1990; trad. it. Selim: ovvero il dono della parola, 1996) ed Ein Gott der Frechheit (1994; trad. it. Un dio dell’impudenza, 1996), approfondisce la sua analisi delle contraddizioni della civiltà occidentale con il monologo interiore/esteriore di Er oder ich (1999; trad. it. Lui o io, 2003). N. inaugura il 21° sec. con un significativo ritorno alla tradizione ebraica del grande romanzo genealogico con Ullsteinroman (2003), dedicato alle ultime tre generazioni della famiglia Ullstein che, in cento anni, hanno trasformato l’omonima casa editrice in uno dei più importanti poli editoriali tedeschi, seguito da Putz und Flickstunde. Zwei Kalte Krieger erinnern sich (2009), scritto insieme a Jens Sparschuh, un libro confessione in cui gli autori raccontano le loro esperienze durante la guerra fredda come membri della Bundeswehr e della NVA, le forze armate civili della Germania dell’Ovest e dell’Est. Nel 2012 N. pubblica Weitlings Sommerfrische, di forte ispirazione autobiografica, in cui l’estate di un anziano giudice in pensione viene scossa da un incidente in barca a vela che lo trascina in mare aperto dove, in attesa dei soccorsi, ha occasione di rivisitare la propria infanzia per scoprire amaramente che la sua vera vocazione non è mai stata il giudizio penale, bensì la scrittura e il rapporto diretto e schietto con la propria immaginazione.