STENOSI (dal gr. στενός "stretto")
Restringimento anormale di ostî o di canali naturali del corpo. La stenosi può essere congenita e, in tal caso, a seconda del grado, compatibile o non compatibile con la vita. Può essere determinata da fenomeni morbosi istituitisi nelle pareti limitanti l'ostio o il canale, oppure da compressioni sulle pareti stesse provenienti dall'esterno (p. es., da tumori, da neoformazioni infiammatorie, ecc.). In alcuni casi la stenosi congenita può essere determinata da ipertrofia di qualche componente istologico (p. es., nel piloro da ipertrofia delle fibre muscolari); in altri lo stringimento è dovuto a cause nervose che agiscono sulle fibre muscolari stesse (p. es., stenosi spastica del canale pilorico). Il restringimento può raggiungere un grado molto alto e provocare gravissimi disturbi funzionali (p. es., stenosi dell'esofago = ostacolato ingresso dei cibi nello stomaco; stenosi di un orificio valvolare del cuore = ostacolato passaggio del sangue negli altri segmenti cardiaci o nei vasi; stenosi dell'uretra = ostacolata emissione dell'urina, ecc.). Quando la stenosi s'istituisce lentamente, il tratto di canale che si trova a monte di essa (o la cavità che è a monte, se si tratta del cuore) dovendo fare un maggior lavoro per vincere l'ostacolo, s'ipertrofizza (ipertrofia compensatoria o da lavoro). Aumentano di spessore (ipertrofia semplice) gli elementi contrattili, ossia le fibre muscolari; però aumentano anche alcuni altri tessuti, specie i connettivi. Allorché l'ipertrofia ha ricondotto l'equilibrio nella funzione, il vizio organico indotto dalla stenosi si dice compensato. Quando l'ipertrofia non compensa più il vizio, o perché la stenosi è aumentata di grado, o perché nelle fibre muscolari ipertrofizzate sono avvenuti fenomeni degenerativi, si entra nel campo dello scompenso con tutte le alterazioni funzionali corrispondenti.
Sulle stenosi degli orifici valvolari del cuore, v. cuore.