Audran, Stéphane
Nome d'arte di Colette Suzanne Dacheville, attrice cinematografica e teatrale francese, nata a Versailles (Parigi) il 2 novembre 1932. Di presenza elegante, dal fascino distante e dallo sguardo intenso, nella sua recitazione ha espresso con intelligenza sia un'accattivante ironia sia latenti perversioni. La sua presenza ha segnato in maniera significativa due film che hanno vinto l'Oscar per il miglior film straniero, Le charme discret de la bourgeoisie (1972; Il fascino discreto della borghesia) di Luis Buñuel, e Babettes gæstebud (1987; Il pranzo di Babette) di Gabriel Axel. Ha vinto nel 1968 l'Orso d'argento a Berlino come interprete di Les biches (Les biches ‒ Le cerbiatte) di Claude Chabrol e nel 1979 il César come migliore attrice non protagonista per Violette Nozière (1978), sempre di Chabrol.Dopo aver frequentato un liceo parigino, studiò recitazione sotto la guida di Charles Dullin, Tania Balachova e Michel Vitold e debuttò quindi nel 1957 in La bonne tisane di Hervé Bromberger, passando però completamente inosservata, finché l'anno seguente ebbe la possibilità di interpretare il ruolo marginale di Françoise in Les cousins (1958; I cugini) di Chabrol. Il legame con il regista (con il quale l'attrice è stata sposata dal 1964 al 1980 dopo un breve matrimonio con Jean-Louis Trintignant) ha contribuito a imporla nel cinema francese. Chabrol l'ha diretta infatti in oltre venti film, offrendole numerosi e indovinati personaggi: la vitale Ginette in Les bonnes femmes (1960; Le donne facili); la sfrontata Fernande, amante ignara del mitico criminale, in Landru (1963); la crudele Olga in Marie-Chantal contre le docteur Kha (1965; Marie Chantal contro il dr. Kha); l'animosa Suzanne in Le scandale (1967; Le scandale ‒ Delitti e champagne). Ma fu il complesso personaggio di Frédérique, lesbica ricchissima e votata a tragica sorte in Les biches, a farle ottenere un successo legato anche allo scandalo suscitato dalla scabrosa vicenda narrata nel film. Iniziò, nel frattempo, a lavorare per altri registi: fu prediletta da vecchi maestri del cinema internazionale, come Anatole Litvak che le affidò il ruolo di Anita nel thriller La dame dans l'auto avec des lunettes et un fusil (1969; La signora dell'auto con gli occhiali e un fucile), e Buñuel, che le impose un caschetto di capelli scuri per il ruolo di Alice Sénéchal, sofisticata ed egocentrica signora del bel mondo parigino in Le charme discret de la bourgeoisie. Fu anche la sensibile consorte di Yves Montand in Vincent, François, Paul… et les autres (1974; Tre amici, le mogli e [affettuosamente] le altre) di Claude Sautet.
Nel 1975 tentò di imporsi a Hollywood recitando nel noir The black bird (1975; L'uccello tutto nero) diretto da David Giler, accanto a George Segal, ma il film non riscosse alcun successo. Tornata in patria, si è quindi vista affidare dal marito l'intenso ruolo della madre di Isabelle Huppert in Violette Nozière. Nel 1980, nel visionario The big red one (Il grande uno rosso) di Samuel Fuller, è stata un'infermiera che, nell'inferno della Seconda guerra mondiale, sopprime i soldati affidati alle sue cure. Ormai matura per ruoli di caratterista, ha comunque brillato nei panni di Charlotte in Les affinités électives (1981), dall'omonimo romanzo di J.W. von Goethe, che Chabrol ha girato per la televisione. Infine, alle prese con lo stupendo e vitale personaggio di Babette, ha riscosso un altro successo in Babettes gæstebud (da una novella di K. Blixen), interpretando una cuoca che, nel suo pranzo d'onore finale, si rivela un'artista raffinata e sensuale. Negli anni successivi ha continuato a lavorare attivamente per la televisione.
F. Chevassu, D. Parra, Le festin de Babette/Entretien avec Gabriel Axel/Entretien avec Stéphane Audran, in "Revue du cinéma", avril 1988; P. Daems, De discrete charme van Stéphane Audran, in "Film en televisie", 1989.