STERILITÀ (XXXII, p. 717)
Ha assunto sempre maggiore importanza nella pratica non solo il ritrovamento delle cause di sterilità (maschile e femminile) nelle coppie matrimoniali infeconde, ma anche l'accertamento prematrimoniale della idoneità alla riproduzione in individui la cui storia clinica lasci dubitare della normalità di questa funzione. Naturalmente i metodi in uso, recentemente perfezionati, differiscono profondamente a seconda che le ricerche sono rivolte all'accertamento della sterilità nell'uomo o nella donna.
a) Accertamento di una sterilità maschile: a differenza della impotentia coeundi, che compare direttamente nella storia del paziente, la impotentia generandi non può essere stabilita che da un accertamento medico, il quale deve esser fatto con molta cautela e precisione affinché la risposta sia probativa. Esso consiste: 1) nella raccolta dello sperma in varia guisa, ma sempre in modo che non venga alterato nella sua composizione chimica e cellulare; 2) nell'esame macroscopico riguardante il volume della ejaculazione, l'aspetto fisico del seme e le sue normali variazioni nel tempo; 3) nell'esame del comportamento chimico e biochimico dello sperma (concentrazione idrogenionica, capacità tampone, costituenti chimici quali i fosfati, i sali di calcio, ecc.); 4) nelle prove di attività enzimatica (azione ialuronidasica che sembra necessaria per la penetrazione dello spermatozoide nell'uovo, tanto che si è tentato, e a quanto pare con successo, la cura di certi casi di sterilità aggiungendo allo sperma non fecondante l'enzima ialuronidasi di toro); 5) nell'esame microscopico dello sperma per l'accertamento del numero, della struttura, della motilità degli spemiatozoidi, punto quest'ultimo certamente di grande importanza ai fini della diagnosi. Per un ulteriore approfondimento interpretativo si può ricorrere alla biopsia testicolare, cioè all'asportazione di una piccola porzione di tessuto testicolare per l'esame istologico completo.
b) Accertamento della sterilità femminile: a parte i dati indicativi desumibili dall'esame clinico generale (endocrinologico), la sterilità femmínile può essere rilevata: 1) da un esame ginecologico degli annessi uterini (non pervietà delle trombe uterine, aplasia o ipoplasia dell'utero, alterazioni ovariche); 2) dalla biopsia endometriale che almeno nell'11% dei casi dà risultati utilizzabili a questo fine diagnostico; essa consiste nello studio istologico del prodotto del raschiamento uterino il quale può rendere edotti della struttura della mucosa uterina e di come e quanto essa segua le normali variazioni istologiche relative alle fasi del ciclo ormonico-mestruale. È stato accertato che una delle cause di sterilità femminile a sede uterina (cioè rilevabili col metodo biopsico) è la tubercolosi dell'endometrio o endometrite tubercolare.