sterilizzazione
Eliminazione di tutti i microrganismi viventi, patogeni e no, e delle loro spore, attuata con mezzi diversi a seconda dei casi. La s. si opera su oggetti (strumenti chirurgici, vetreria, tessuti, ecc.), o sostanze varie (medicamenti, alimenti da conservare, terreni di coltura per batteriologia, ecc.); rappresenta un importante mezzo di prevenzione, sia nell’industria alimentare sia a livello di stutture mediche e odontoiatriche. I procedimenti utilizzati per la s. sono di tipo fisico e chimico.
I mezzi fisici sono rappresentati dal calore (il più frequentemente usato), dai raggi ultravioletti e dalle radiazioni ionizzanti. Il calore può essere applicato come fiamma viva oppure per l’incenerimento di materiali contaminati da distruggere (per es., rifiuti speciali ospedalieri), oppure come aria calda con appositi armadi-stufa, in cui si raggiungono temperature fino a 200 °C. In genere, al fine di distruggere le spore termoresistenti e sterilizzare vetreria di laboratorio, siringhe, aghi, polveri, oli, strumenti chirurgici di piccole dimensioni, vengono impiegate temperature di 180 °C per almeno 30 min oppure 160 °C per almeno 60 min. Il calore umido viene di solito utilizzato come vapore saturo sotto pressione (autoclave), metodo che consente di ottenere temperature superiori ai 100 °C, capaci di distruggere ogni forma vivente. I raggi UV possiedono un’azione antimicrobica molto rapida (agiscono danneggiando il DNA), ma il loro scarso potere di penetrazione ne limita l’azione alle superfici direttamente esposte. Fra le radiazioni ionizzanti, si utilizzano i raggi γ per la loro potente e rapida azione sterilizzante; la s. con radiazioni è usata per prodotti alimentari o farmaceutici che subirebbero alterazioni se sterilizzati con calore, nonché per i presidi medico-chirurgici, in partic. di quelli a perdere (per es., siringhe di plastica, cateteri, fili di sutura, guanti, ecc.).
Le sostanze chimiche sono meno utilizzate per una serie di inconvenienti cui possono dar luogo, quali la non garanzia di distruzione delle spore, l’alterazione del materiale con il quale le sostanze vengono a contatto, la persistenza di residui tossici o irritanti nel materiale trattato, ecc. Le sostanze chimiche attualmente impiegate sono l’ossido di etilene, l’acido peracetico e il gas plasma. L’ossido di etilene è un gas molto attivo contro tutti i microrganismi, comprese le spore batteriche, e può essere impiegato per uso ospedaliero; tuttavia, essendo irritante e tossico, deve essere utilizzato con molta cautela per la s. di materiali e strumenti delicati. L’acido peracetico (miscela di acido acetico e perossido di idrogeno) è un potente agente ossidante ed è usato nella disinfezione delle acque (serbatoi, ecc) e nell’industria farmaceutica. Il gas plasma è ottenuto sottoponendo a un campo elettrico il perossido di idrogeno, che genera in questo modo radicali liberi; non è tossico e ha un ampio campo d’applicazione.