sterpo
Usato solo nella Commedia e sempre al plurale, vale " cespuglio spinoso ". La selva dei suicidi è formata da s. più aspri e folti che non quelli della Maremma (If XIII 7), nei quali sono imprigionate le anime dei peccatori: Uomini fummo, e or siam fatti sterpi (v. 37, unico caso di rima in -erpi, con scerpi e serpi).
Non dunque alberi vegetano nella boscaglia infernale ma, come ha dimostrato il Bosco, soltanto s., dal momento che i vocaboli cui D. ricorre nella sua narrazione (cespuglio, cesto, sterpi, bronchi, pruno) " sono tra loro tutti sinonimi... sterpi giganti, dovremo immaginare, almeno ad altezza d'uomo " (cfr. D. vicino, Caltanissetta-Roma 1966, 257-258).
In altri due luoghi la parola è assunta in funzione traslata: i venenosi sterpi (Pg XIV 95) di cui è piena la Romagna alludono a famiglie o uomini di pessimi costumi, mentre gli sterpi eretici (Pd XII 100), contro cui si scaglia l'impeto di s. Domenico, sono da riferire precipuamente agli Albigesi: " Nota che li cattolici sono arbori fruttuosi, li eretici sono sterpi pungenti e ‛ nocivi ' e venenosi, li quali sono da tagliare e da ardere " (Ottimo). Per il Tommaseo qui c'è un'eco biblica, inteso alla lettera il passo di Matteo (3, 10): " omnis ergo arbor, quae non facit fructum bonum, excidetur et in ignem mittetur " (v. anche 7, 19).