STIGMARIA
. Denominazione generica stabilita da A. Brongniart per indicare gli organi sotterranei o "radici" delle Bothrodendracee, delle Lepidodendracee e delle Sigillariacee, i quali, allo stato di modelli o di impronte, sono tra i fossili più comuni del Carbonico medio, particolarmente nelle argille sottostanti ai banchi di litantrace, chiamate appunto "argille a Stigmaria". Negli esemplari completi l'asse principale si divide in quattro rami, che decorrono orizzontalmente e si ramificano per dicotomia. La superficie rugosa è ricoperta da cicatrici circolari, dalle quali, negli esemplari bene conservati si dipartono delle radicelle cilindriche, leggermente ristrette alla base, prive di peli radicali e ripetutamente biforcate. Nella forma più comune, la Stigmaria ficoides Brongniart, l'asse principale è costituito da un midollo centrale, circondato da un anello di legno centrifugo, accompagnato da floema e dalla corteccia provvista di abbondante periderma.
Le Stigmaria si trovano di frequente attaccate a tronchi di Lepidodendron e di Sigillaria; ma quando la connessione fra tronco e radici non esiste, è impossibile stabilire a quale gruppo di Lepidofite abbiano appartenuto questi ultimi organi.
C. Grand'Eury ha istituito il genere Stigmariopsis per alcuni organi sotterranei, frequenti soprattutto nello Stefaniano e nel Permico, che differiscono dalle Stigmaria per essere più spessi e allungati e per spingersi dentro il suolo secondo direzioni molto diverse dalla orizzontale. H. Solms-Laubach ritiene che le Stigmariopsis - data la loro distribuzione geologica - abbiano appartenuto a tronchi di Subsigillarie, mentre le vere Stigmaria si riferirebbero prevalentemente a tronchi di Eusigillarie e di Lepidodendron.
Si è molto discusso intorno alla natura morfologica delle Stigmaria, poiché essa si diversifica dalla consueta struttura delle radici; ma, quali che siano le omologie morfologiche, è certo che le Sagmaria corrispondono fisiologicamente a radici.