STIMFALO (Στύμϕαλος, Στύμϕηλος o Στύμϕαλον, Stymphālus o anche Stymphālum)
Nome di un'antica città greca dell'Arcadia e del suo territorio, comprendente una piccola pianura tutta circondata di alte montagne alle pendici del Cillene, limitata dal territorio di Feneo a ovest, di Alea a sud, di Fliunte a est e di Pellene a nord; la pianura è occupata in gran parte da un lago paludoso (ῆ Στυμϕαλὶς λίμνη, di estate assai ridotto, formato tanto dalle acque piovane scendenti da uno sperone del Cillene proteso nella pianura da nord, anch'esso chiamato Stimfalo, e da un monte opposto a esso verso sud, chiamato Apelauro (τό 'Απέλαυρον), ai cui piedi si trovano i καταβόϑρα che rappresentano l'unico sfogo del lago, quanto da tre ruscelli della sua pianura, il principale dei quali portava anch'esso il nome Stimfalo: secondo un'opinione vetusta, conservata ancora oggi presso il popolo del luogo, questo risorgerebbe a 200 stadî più lontano come il fiume Erasino dell'Argolide. I lavori antichissimi per arginare la palude e bonificare una parte della pianura di Stimfalo hanno dato origine probabilmente alla leggenda degli uccelli stimfalidi (Στυμϕαλίδες), che Pausania descrive simili agli ibis ma con lunghi becchi dritti, quali sono rappresentati appunto nelle monete della città, gli uccelli divoratori di uomini dai becchi e dagli artigli di bronzo la cui distruzione costituisce la quinta fatica di Ercole; alla regolarizzazione delle acque della palude contribuì notevolmente in tempi romani la costruzione dell'acquedotto di Corinto eseguito da Adriano. Ma quando per una qualche ragione naturale i καταβόϑρα venivano ad ostruirsi, dovevano prodursi terribili inondazioni di tutta la pianura. La città di Stimfalo è nominata già in Omero e in Pindaro, ma appare di rado nella storia della Grecia, ed è menzionata soprattutto come importante punto di passaggio tra l'Argolide e il Peloponneso occidentale. Per il sec. V conosciamo varî suoi olimpionici; nel sec. IV dovette assai presto entrare nella Lega Arcadica, e a queste vicende si deve riferire il vano assedio d'Ificrate. Nel 315 a. C. essendo rimasta alleata di Poliperconte, fu conquistata da Apollonide generale di Cassandro, entrò susseguentemente nella Lega Achea, a cui apparteneva al tempo della guerra cleomenica, e nelle sue vicinanze nel 219-18 a. C. Filippo V di Macedonia riportò una splendida vittoria sul capitano etolico Euripida. All'epoca di Pausania la città, che aveva cambiato la sede antica trasportandosi verso il limite meridionale del lago, apparteneva al territorio di Argo; tra le rovine della città primitiva il periegeta descrive soprattutto tre santuarî di Era. Al culto di Era era connesso a Stimfalo vuello peculiare di Temeno, figlio di Pelasgo. Rovine abbastanza cospicue della città sono conservate a tutt'oggi, e hanno avuto recentemente nu0vi interessanti saggi di scavi, a sud del villaggio di Chionia.
Bibl.: E. Curtius, Peloponnesos, I, Gotha 1851, p. 200 segg.; A. Philippson, Der Peloponnes, Berlino 1892; H. Lattermann e F. Hiller von Gärtringen, in Ath. Mitt., XL (1915), p. 71 segg.; A. K. Orlandos, in Πρακτικά, 1924 segg.; Bölte, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., IV A, col. 436 segg.