stimolazione
Applicazione di uno stimolo a un organismo, o a parte di esso, a scopo sperimentale, diagnostico, o terapeutico. La s. si avvale di stimolatori, apparecchi capaci di sollecitare una funzione organica (contrazione muscolare, cardiaca ecc), consistenti in una sorgente di energia in contatto elettrico con il tessuto interessato, un dispositivo di controllo dell’intensità dello stimolo o un circuito interruttore, avente la funzione di evitare danni ai tessuti in conseguenza di somministrazione di energia troppo elevata. La s. può essere: totalmente esterna con elettrodi applicati alla pelle; interna, con elettrodi di stimolazione interni a contatto con l’organo interessato e connessi allo stimolatore esterno; interna ma con sorgente di energia esterna, oppure totalmente interna, con dispositivi del tutto impiantati (pacemaker cardiaco). È opportuno, in molti casi, anche un monitoraggio del sistema stimolato per evitare interferenze dannose fra lo stimolo e un’eventuale attività elettrica intrinseca. Oltre a quella cardiaca, di lunga data è la s. del sistema nervoso periferico, principalmente per alleviare dolori agli arti, e l’elettrostimolazione del sistema neuromuscolare. Applicazioni ulteriori si sono avute nella s. dell’orecchio interno (con stimolatori cocleari) e dei tessuti molli, in cui si è constatata una modesta accelerazione dei processi di cicatrizzazione (piaghe da decubito, interventi chirurgici, ecc.).Un caso particolare di s. è quella retinica intermittente con fotostimolatore, impiegata anche in elettroencefalografia (➔ fotostimolazione).