STOCCARDA (ted. Stuttgart, nome che deriva da un Gestüt "allevamento di cavalli" che si trovava in quei luoghi; lo stemma della città è infatti una cavalla nera; A. T., 51-52)
Capitale del Württemberg, per popolazione al 14° posto tra le città della Germania. La sua situazione appartata, lontana dalle grandi vie del traffico, difficilmente potrebbe spiegare come mai la città abbia potuto acquistare l'importanza attuale, senza mettere questo in rapporto con l'influenza che ha avuto la posizione centrale, anche se leggermente spostata verso il Reno, rispetto al Württemberg, e l'impulso che le venne come capitale.
La località è ricordata la prima volta soltanto nel 1229, ma il grosso muro della chiesa che risale a quell'epoca è indice sicuro che già allora il centro aveva una certa importanza; mezzo secolo dopo (1286) è infatti già diventata città. Il luogo dove è sorta è una conca, 250 m. s. m. (quota della stazione ferroviaria), circondata da colline alte 200 m., ricca di acque e di boschi, ben riparata dai venti, ma in disparte dal corso del Neckar, dove invece a un'ora di strada si trova Cannstatt, al quale si accede per un'unica via piuttosto stretta. Il fondo della conca, ondulato e in parte paludoso, era poco favorevole alle costruzioni, tanto che con ogni probabilità dapprima la città doveva essere costituita da numerosi piccoli casali. I conti del Württemberg prescelsero il borgo difeso da acque che si trovava nella località di Näsenbach (sul luogo dove è ora la parte in stile rinascimento del Castello Vecchio), come loro soggiorno e sede della cancelleria, in modo che a poco a poco la città si accrebbe e divenne il mercato del contado; la scelta è probabilmente in rapporto con criterî difensivi, data la facilità di poter proteggere il Castello con fossati e con torri, queste ultime poste sulle colline dei dintorni. L'importanza industriale era in quell'epoca scarsissima e limitata quella commerciale, se si esclude il prodotto dei vigneti, del quale gli abitanti (metà impiegati e metà contadini) traevano, come traggono tuttora, discreti guadagni. La vita della città era pur sempre legata a quella della corte ducale, tanto che il temporaneo trasporto di questa (sec. XVIII) a Ludwigsburg le recò gravi danni. L'ingrandimento successivo è poi strettamente legato a quello del Württemberg e al sorgere della rete ferroviaria di questo stato, di cui essa divenne il centro. La conca è stata tutta riempita di case, le colline si sono rivestite di ville e i sobborghi industriali, aggregati successivamente alla città, hanno risalito le valli laterali. La parte vecchia è quella attorno al Castello, alla chiesa collegiale, alla Piazza del Mercato, limitata dalla Königsstrasse (il corso di Stoccarda), Eberhardstrasse e Karlstrasse, costruite sul posto delle antiche mura. A SO. si è congiunto a questa parte l'Esslingen Vorstadt e a NE. l'Obere Vorstadt (con strade larghe tagliate ad angolo retto) con la chiesa dell'ospedale. L'aspetto di capitale si manifesia soprattutto nella Piazza del Castello, nella Piazza di Schiller, nella Stiftsstrasse, nella Piazza del Mercato e in quella di S. Leonardo. Bellissimo è poi il panorama della città dalle colline dei dintorni.
Il comune di Stoccarda si estende ora su una superficie di 87,9 kmq., di cui 11,8 sono coperti da case, 23,5 da boschi, 18,9 da terreni agrarî, 15,9 da parchi privati e da giardini, 8,8 da strade, piazze e ferrovie, e il resto da campi sportivi, specchi d'acqua, ecc. Gli abitanti erano 21.255 nel 1801, 25.476 nel 1830, 47.837 nel 1849, quasi raddoppiati nel ventennio successivo a 91.623 (1871). Aumentano quindi a 117.303 nel 1880, 139.817 nel 1890, 249.286 nel 1905 (incorporazione dei comuni di Gaisburg, Cannstatt, Untertürkheim e Wangen, tutti a oriente di Stoccarda, con 48.460 ab.), 286.218 nel 1910 (aggregazione del comune di Degerloch, a S., con 4633 ab) 342.120 nel 1925 (aprile 1922: aggregazione di altri quattro comuni). Nel 1931 la città si è estesa ancora più (aggregazione dei tre comuni di Zuffenhausen, Rotenberg e Münster con 21 .500 ab.), in modo che alla data dell'ultimo censimento (1933) sono stati contati 414.784 ab. Ora Stoccarda è diventata anche dal lato commerciale e industriale il centro più importante del Württemberg e una delle città più attive della Germania meridionale. Vi si lavorano cotone, lana, metalli, prodotti chimici, mobili; importanti anche le case editrici. Circa un decimo degli abitanti è occupato negli uffici, metà nell'industria e un quarto nel commercio. Le officine e gli opifici hanno trovato posto di preferenza presso Cannstatt, sulla riva destra del Neckar, località abitata già nell'epoca romana, sede d'un tribunale sotto i Merovingi, poi stazione climatica e ora (dopo che nel 1891-93 venne riunita alla riva sinistra con un ponte lungo 300 m. a 5 arcate), importante sobborgo industriale, da cui Stoccarda rimane tuttavia ancora spazialmente separata.
Bibl.: E. Weber, Das Stadtbild von Stuttgart. Ein siedlungsgeographischer Versuch, in Stutt., geogr. Studien, 1924.
Monumenti. - La chiesa di Santa Croce rappresenta l'architettura gotica sveva nel suo periodo classico (coro: 1327-47) e in quello tardo (corpo centrale: 1436-95). I ricchi portali, la Brauttür e l'Apsteltor, appartengono all'architetto delle navate, Jörg Aberlin. Nell'interno, restaurato nel sec. XIX, sono notevoli soprattutto alcune tombe tra cui quella del conte Ulrico di Württemberg con la moglie Agnese di Liegnitz (prima del 1300), il grande monumento al conte di Württemberg e la tomba di Wolfango di Hohenlohe, entrambi opere di Simon Schlör, del 1575 circa. Dietro la chiesa di S. Leonardo, eretta nel 1474 da Albrecht Georg in stile gotico seriore, s'innalza una copia dell'imponente gruppo della Crocifissione di Hans Seyffer di Heilbronn, il cui originale si conserva nella chiesa dell'ospedale, anch'essa costruita dal Georg. Nei vecchi cimiteri di Hoppenau e di Fangelsbach, ora racchiusi nella città nuova, alcune belle tombe del periodo classicheggiante di P. Y. Scheffauer, A. Isopi e Th. Wagner. Il Castello vecchio, di recente molto danneggiato da un incendio, risale al sec. XIII ma fu rimaneggiato nel sec. XVI. Vi si notano specialmente il cortile, circondato per tre lati da logge a tre piani, e la cappella a sala, per il culto protestante. Il Castello Nuovo (1744-51), costruito da Leopoldo Retti - architetto viennese formatosi a Parigi - e terminato nel 1768 dal suo successore de la Guepière, è d'impronta schiettamente francese nell'eleganza dell'architettura e nella finezza dei particolari decorativi. Nell'interno, molto rimaneggiato, va ricordata soprattutto la decorazione del soffitto nella galleria meridionale dell'ala principale, eseguita nel 1757 da M. Günther. L'Accademia, nella quale si trovava sin dal 1775 la famosa "Karlsschule", fu costruita (1740) dal Leger come caserma ed ebbe il suo aspetto attuale rococò nel 1775 da R. Fischer. Le costruzioni più importanti dell'architetto H. Schichkhardt (circa il 1600) furono quasi tutte demolite oppure distrutte dal grande incendio del 1716. Ne rimane soltanto il cosiddetto Palazzo del principe, rimaneggiato nel 1663-78, con facciata italianeggiante (1710) di J. F. Nette e stucchi di D. G. Frisoni. La facciata della Landschaftshaus (1565-1658) fu decorata con affreschi da I. G. Bergmüller di Augusta nel 1740. La Piazza del Mercato ha imponenti case dei sec. XVII-XVIII.
Grande importanza ha Stoccarda nello sviluppo dell'architettura moderna tedesca. La stazione centrale, iniziata nel 1914-16 da P. Bonatz e F. Scholer e terminata nel 1922, è la prima stazione monumentale tedesca in stile razionale. Nel quartiere periferico del "Werkbund" tedesco, il "Weissenhof", vi è tutta una serie di nuovi tipi di case d'abitazione progettati (1927) dai più notevoli architetti tedeschi e stranieri. Un gran numero di altre costruzioni moderne si trova nella città vecchia e nuova.
La biblioteca provinciale del Württemberg possiede, tra altro, importanti manoscritti miniati del Medioevo. Le ricche collezioni statali sono divise in tre raccolte: sezione preistorica, alla quale è collegata quella dell'antichità, delle monete e medaglie; la sezione di arte e cultura, nel Castello nuovo; galleria di pitture (museo di belle arti) e gabinetto di disegni. Nella Galleria è molto ricca la collezione di antichi dipinti italiani specialmente di scuola veneziana. Nel museo provinciale oggetti delle arti minori. Nella Villa Berg è la Galleria comunale con opere di pittori contemporanei.
Bibl.: J. Baum, Deutsche Bildwerke des 10.-18. Jahrhunderts (Katalog der Altertümersammlung, II), Stoccarda e Berlino 1917; E. Gradmann, Kunstwanderungen in Württemberg und Hohenzollern, Stoccarda 1926; E. Berti Toesca, La pittura ital. nella galleria di St., in Le vie d'Italia, 1934, pp. 931-943.
Istituti culturali. - Sede per secoli di una corte, che ha mantenuto sempre per le cose della cultura vivo interesse, e centro editoriale d'importanza fondamentale nella storia della letteratura tedesca, la città è venuta a poco a poco arricchendosi di sempre nuove istituzioni culturali, in rispondenza dei crescenti bisogni del paese. La Technische Hoehschule, fondata nel 1829, con sezioni speciali per l'architettura, l'ingegneria civile, l'ingegneria industriale, la chimica, e una sezione aggiunta per lo studio delle lettere e delle scienze, è fra le meglio organizzate della Germania; e notevoli tradizioni hanno anche l'Akademie für bildende Künste e la Hochschule für Musik, che risale al 1857. Ricchissima d'incunabuli e d'importanti manoscritti è la Landsbibliothek con un milione circa di volumi. Fra le rimanenti istituzioni sono particolarmente da segnalare: la Weltkriegsbücherei, che contiene oltre 70.000 volumi d'ogni lingua intorno alla guerra mondiale, con una cospicua raccolta di giornali e un ricchissimo materiale documentario; lo Stuttgarter literarischer Verein, che ha ora la sede centrale a Tubinga e dal 1843 in poi viene pubblicando un'importantissima collezione di testi storicoletterarî; e il Deutsches Auslands-Institut, che è una delle più attive organizzazioni della Germania per la propaganda della cultura tedesca oltre i confini del Reich.
Vita teatrale. - I frequenti rapporti culturali col Sud e con l'Occidente svilupparono assai presto a Stoccarda una fiorente vita teatrale. Già al principio del sec. XVII vi giunse una compagnia di "Commedianti inglesi", e già nel 1674 si apriva il primo Stuttgarter Komödienhaus. La rappresentazione sacra e la commedia studentesca - durante gli anni di soggiorno a Tubinga Frischlin aveva avuto anche funzioni di Hofpoet" presso la Corte - cedettero così a poco a poco il posto a regolari rappresentazioni di compagnie girovaghe, che si vennero via via alternando. Non mancarono anche compagnie italiane; tuttavia, specialmente nel corso del sec. XVII, nel teatro di prosa prevalse quasi stabilmente l'influenza francese. Anche il teatro tedesco si veniva frattanto sviluppando. Dal 1787 al 1791, sotto la direzione di Schubart, Stoccarda partecipò all'ascesa del nuovo teatro nazionale: con le rappresentazioni del 1802, 1805, 1809, il dramma di Schiller dominava infine anche le scene della città, alla cui storia è così strettamente legata la Karlschule di Ludwigsburg.
Nella storia teatrale di Stoccarda nel sec. XIX - il cui progressivo sviluppo è testimoniato dalla costruzione del grande Lusthaustheater nel 1812, trasformato in un più vasto e capace Hoftheater nel 1846, e dall'apertura di un nuovo teatro, il tuttora esistente Wilhelma Theater a Cannstatt nel 1840 - il carattere dominante fu il persistere del gusto classico: Hebbel, Ibsen incontrarono lunghe e forti resistenze. Un nuovo indirizzo s'iniziò dopo il 1892, con l'intendenza del barone J. G. zu Pulitz, aperto a tutte le nuove correnti d'arte. Il Landestheater, costruito nel 1912 (con un Grosses e un Kleines Haus) nello Sehlossgarten, ha dato alla vita teatrale di Stoccarda la sua sistemazione definitiva.
Vita musicale. - Lo sviluppo storico dell'ambiente musicale della capitale sveva trova le sue ragioni nelle risorse e nelle esigenze della corte ducale, e poi reale, del Württemberg, anche se qualche traccia ci sia pervenuta dell'esistenza d'una locale tradizione organistica - presso la "Stiftkirche" - già nel sec. XV.
Il duca Ulrico verso il 1510 fondava un'importante cantoria di corte, quella stessa in cui si formarono cantori e composltori come H. Finck, J. Siess, S. Virdung, ecc. Il 1° libro di Lieder di P. Schöffer attinge in gran parte al repertorio di quella cappella Verso il 1600 vi troviamo il rinomato organista U. Steigleder, e il geniale contrappuntista L. Lechner, morto a Stoccarda nel 1607. Nel 1616 vi nasceva, dal maestro di cappella di corte Basilio Froberger, il creatore della Suite per tastiera: J. J. Froberger, il quale - dopo aver passato varî anni a Vienna e a Roma (dove fu allievo di G. Frescobaldi) - finì al servizio d'una principessa württemberghese, in Mömpelgart, come virtuoso di camera. Circa il 1660 la corte di Stoccarda acquistò un compositore di gran talento in S. Capricorno, colà trasferitosi assai per tempo. Di questo artista fecero gran conto maestri come G. Carissimi e H. Schütz. Notevoli incombenze ebbe come direttore d'orchestra in quel teatro d'opera I. S. Kusser; ma la vita musicale di Stoccarda doveva assurgere a maggiore altezza quando - dal 1753 circa - vi trovò ricche possibilità l'opera napoletana: N. Jommelli fino al 1768 compose per la residenza sveva una serie numerosa di opere, che aprirono una strada tra quelle del Hasse e del Gluck, anche se il maestro ne uscì talmente germanizzato da farsi respingere - al suo ritorno in patria - come troppo tedesco. Direttore d'orchestra vi era P. Nardini. Dall'impressione riportata da tali spettacoli si spiega la ripresa di tante "sentenze" metastasiane presso il giovane Schiller.
Certo con la generazione dello Schiller si sente giungere nell'ambiente musicale di Stoccarda una vena più originale. Compagno dello Schiller alla Karlsschule era - tra gli altri - quel R. Zumsteeg al cui felice talento dobbiamo la nascita della ballata per canto e pianoforte, modello di tante composizioni dello Schubert e del Löwe. Grande interesse ottennero del resto anche i suoi Singspiele e i suoi Melologhi. Qui finalmente svolse attività feconda di ispirato liederista D. F. Schubart.
Il periodo più luminoso, più ricco d'ingegni della scuola liederistica sveva ebbe luogo così intorno al 1780, ma seguaci ne appaiono fino al 1840 circa. Il più notevole di tali maestri fu F. Silcher, l'iniziatore del movimento tedesco-meridionale che si rivolse al Lied popolaresco e al canto a coro d'uomini. Il quale Silcher, se passò poi a Tubinga, trascorse però gli anni della giovinezza, pieni di slancio, a Stoccarda. Ë qui il giovane Weber concepì il suo Abu Hassan, C. Kreutzer la sua opera sui Hohenstaufen e F. Danzi i suoi Singspiele e le sue musiche per violoncello. Con Lindpaintner e J. J. Abert, Stoccarda ebbe una certa evoluzione tra lo stile Biedermaier e lo stile Meyerbeer. Qui il messo di Luigi II di Baviera venne a cercare R. Wagner per condurlo nel mondo di sogno vagheggiato dal sovrano bavarese rapito in ideali d'arte.
Circa il 1880 comincia ad acquistare gran nome il locale conservatorio, grazie alla presenza di maestri come J. Faisst, S. de Lange, Singer, Seifriz; e tale fama gli è stata mantenuta dai Pauer, Kempff, Wendling, ecc. Circa il 1900 si sviluppa un'importante fioritura teatrale, con la presenza di M. v. Schillings, che si giova di registi e di scenografi tra i più interessanti per l'esemplare allestimento di opere moderne, fino all'Ariadne di R. Strauss, e porta fra l'altro a grande successo la sua propria Monna Lisa. Oggi la vita musicale di Stoccarda ha il suo nucleo interessante negli spettacoli d'opera e nei concerti sinfonici dello Staatstheater (Generalmusikdirektor C. Leonhardt), nelle esecuzioni corali del Liederkranz e del Bachverein, nelle due speciali feste in onore di H. Schütz. Tra le più notevoli forze di tale ambiente artistico dobbiamo menzionare l'organista H. Keller, il critico Eisenmann, le formazioni madrigalistiche di H. Holle e quartettistiche di K. Wendling, e finalmente la locale frazione della Musikalische Jugendbewegung (v. germania: Musica) diretta da W. Hensel.
V. tavv. CXV e CXVI.
Bibl.: J. Sittard, Musik und Theather am württembergischen Hofe, Stoccarda 1890-91; G. Bossert, Gesch. d. Hofkantorei, in Württembergische Vierteljahrschrift, 1908-1916; H. Abert, Die dramat. Musik am Hofe, Halle 1905; O. Elben, Geschichte des Liederkranzes, Stoccarda 1894; R. Krauss, Das stuttgarter Hoftheater, Stoccarda 1908.