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di Giuseppina Iacoviello - Dizionario di Economia e Finanza (2012)
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Giuseppina Iacoviello

Soggetto o gruppo di soggetti, detto anche shareholder (➔), che detiene parte del capitale di una società; in italiano anche azionista o socio. La proprietà conferisce diritto di voto e di rimunerazione mediante dividendi ed eventuali capital gains.

Governance e proprietà

Il tema dei sistemi di corporate governance adottati dalle aziende societarie trova da sempre ampio spazio nell’ambito degli studi economico-aziendali. Ciò è riconducibile, tra l’altro, alla molteplicità di variabili coinvolte (normative, politiche, socioambientali, culturali). Il dinamismo di detti studi si è risolto in taluni casi in proposte di esegesi dei problemi di governance e, quindi, di modelli interpretativi delle relazioni complesse poste in essere da soggetti che a vario titolo sono legati alle vicende aziendali: proprietà, manager, altri soggetti. In riferimento alle aziende di grandi dimensioni con la forma di società di capitali, l’interesse particolare per le relazioni che corrono tra proprietà e azienda, e tra gli stessi proprietari, ha condotto a una serie di approfondimenti volti in primo luogo a individuare il soggetto unico o i soggetti che in quanto soci proprietari ‒ s. o shareholder ‒ si assumono il rischio d’impresa.

Azionisti di maggioranza e di minoranza

Il grado di concentrazione del capitale di rischio caratterizza gli assetti proprietari delle aziende; gli s., a seconda se azionisti di maggioranza o gruppo di controllo o azionisti di minoranza, hanno un peso disomogeneo sull’azienda, sulla sua struttura e sui meccanismi di funzionamento: si pensi alle diversità delle aziende che presentano una forte polverizzazione dei capitali (tipica del modello delle public company) rispetto a quelle con una distribuzione non uniforme delle azioni (il modello dell’impresa a proprietà ristretta). Ciascuna categoria di s. presenta uguali diritti di governo economico e attese remunerative dalla gestione aziendale e dai risultati ottenuti; tuttavia, pur essendo essi identicamente portatori di interessi economici diretti e comuni, per gli azionisti di maggioranza sono altri gli obiettivi che rilevano rispetto a quello economico stricto sensu e ciò è facilmente intuibile stante i loro rapporti con la gestione aziendale. In effetti, decisioni e azioni attuate dagli azionisti di maggioranza per il medio-lungo periodo potrebbero costituire un danno per gli azionisti di minoranza interessati alla redditività dell’investimento: si pensi a quelle scelte che privilegiano una dimensione contenuta piuttosto che una crescita, assunte allo scopo di mantenere il controllo dell’azienda.

Stockholder e stakeholder

Nella specificità dei filoni di studi sviluppati in dottrina sono state poste variamente in relazione la figura dello s. e quella dello stakeholder (➔), cioè qualsiasi portatore di interessi: lo s., tra tutti gli stakeholder in senso stretto (creditori, dipendenti, clienti, fornitori  ecc.) non solo influenza le scelte dell’azienda risentendo al contempo del suo agire, ma è determinante per la sopravvivenza dell’azienda stessa.  Lo s. come stakeholder primario è l’artefice della continuità della vita aziendale; ciò ovviamente non implica coincidenza di interessi: su chi apporta il capitale ricade il rischio d’impresa (s. volontario), il che implica una remunerazione finale residuale ed eventuale rispetto a quella spettante agli altri soggetti.

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