stoltamente
L'avverbio occorre una sola volta, nella Vita Nuova (ma il latino stulte è rinvenibile in Eg II 9), in un contesto ispirato ad aristocratico disdegno contro i rimatori che adoperano senza discernimento le figure retoriche: XXV 10 grande vergogna sarebbe a colui che rimasse cose sotto vesta di figura o di colore rettorico, e poscia, domandato, non sapesse denudare le sue parole da cotale vesta, in guisa che avessero verace intendimento. E questo mio primo amico [ossia Guido Cavalcanti] e io ne sapemo bene di quelli che così rimano stoltamente.
" Allude forse non tanto a' vecchi poeti ‛ grossi ', quanto a' contemporanei che s'accostavano, senza intenderlo, allo stil novo: del quale in tal modo ribadisce ancora una volta l'indole aristocratica e dotta " (Sapegno). Per una collocazione del vocabolo all'interno della semantica dantesca della ‛ stoltezza ', si veda STOLTO.