stoltezza
La parola occorre quattro volte in D., di cui tre nel Convivio e una nella Commedia (e stultitia è attestata due volte nel De vulg. Eloq. e una nella Quaestio; mentre stoltizia è solo come variante in Pd XXIX 121). In due casi si tratta di citazioni dirette dai Proverbi: Cv IV VII 13 E però dice Salomone nel quinto capitolo de li Proverbi: " Quelli muore che non ebbe disciplina, e ne la moltitudine de la sua stoltezza sarà ingannato " (per cui v. Prov. 5, 23 " ipse morietur, quia non habuit disciplinam, / et in multitudine stultitiae suae decipietur "); XV 13 E per costoro dice Salomone ne li Proverbii: " Vedesti l'uomo ratto a rispondere? di lui stoltezza, più che correzione, è da [sperare] " (Prov. 22, 20 " Vidisti hominem velocem ad loquendum? / stultitia magis speranda est quam illius correptio ").
Negli altri due casi il vocabolo, proprio sulla linea dei suoi usi biblici, conserva un'estensione semantica in cui la nozione d'ignoranza e di pochezza mentale non è scompagnata da un'idea di presunzione sconsiderata, e in quanto tale colpevole (cfr. per questo aspetto l'aggettivo stolto): Cv III V 22 E voi a cui utilitade e diletto io scrivo, in quanta cechitade vivete, non levando li occhi suso a queste cose, tenendoli fissi nel fango de la vostra stoltezza! (per il concetto, cfr. Pg XIV 148-151); Pd XXIX 121 tanta stoltezza in terra crebbe, / che, sanza prova d'alcun testimonio, / ad ogne promession si correrebbe: s. in fondo colpevole (e non le scusa non veder lo danno, v. 108), poiché " l'ignoranza... quando riguarda quelle nozioni fondamentali di fede e di buon senso che ognuno ha l'obbligo di procurarsi, è colpa essa stessa " (Sapegno).