STOMATOPODI (dal gr. στόμα "bocca" e πούς "piede"; lat. scientifico Stomatopoda)
Ordine di Crostacei Malacostrachi istituito dal Latreille nel 1817 col nome di Stomapodi per il genere Squilla Fabr. e lo stadio larvale Erichthus Latr.; H. Milne Edwards, seguito da altri studiosi, vi incluse gli Schizopodi e alcune forme adulte e larvali di Decapodi e così eterogeneamente formato l'ordine rimase finché il Claus nel 1871 lo ridusse ai limiti originali, che sono anche gli attuali, cioè agli Squillidi (v. squilla).
Gli Stomatopodi hanno il corpo allungato e più o meno depresso; i segmenti del capo che portano gli occhi peduncolati e le antennule sono mobilmente articolati - carattere unico nei Crostacei ma da considerarsi secondario, mancando nelle larve -; lo scudo, fuso dorsalmente coi due primi segmenti toracici e provvisto di un breve rostro mobile, è poco calcificato ed esteso così da lasciare scoperti gli ultimi 3-4 segmenti del torace: esso è ristretto davanti, espanso ai lati ove ricopre, mancando una cavità branchiale, gli epipoditi dei pereopodi anteriori; dorsalmente infine ha depressioni longitudinali delimitate da carene. L'addome è disteso all'indietro, sempre bene sviluppato e provvisto di larga natatoia codale col telson a margine dentato. Circa le appendici, le antennule hanno il peduncolo di 3 articoli allungato e all'apice 3 brevi flagelli; nelle antenne il peduncolo è di 2 articoli e la squama o esopodite bene sviluppata, nelle mandibole la parte incisiva e la molare sono divergenti, il palpo è spesso presente ma può mancare; le massillule sono piccole, con 2 enditi e palpo rudimentale; di forma particolare sono le mascelle costituite di 4-5 lobi. I pereopodi del 1°-5° paio, costituiti di 6 articoli e privi di esopodite, per la posizione intorno alla bocca sono detti massillipedi, ma nessuno ha funzione masticatoria per mancanza di enditi; sono invece appendici prensili, quelle del 1° paio gracili, molto sviluppate e forti quelle del 2° paio, i cui due articoli estremi, quasi sempre spinosi, si piegano come un coltello a serramanico e formano una potente chela rapitrice; le tre seguenti uguali tra loro; infine i pereopodi del 6°-8° paio sono ambulatorî, gracili, con protopoditi di 3 articoli e provvisti di esopodite. I pleopodi sono laminari, servono al nuoto e alla respirazione avendo ciuffi di tubuli branchiali inseriti su un processo alla base dell'esopodite.
Dell'organizzazione interna ci limitiamo a ricordare che nelle squille la ghiandola digestiva molto voluminosa presenta diverticoli ramificati che si spingono fino nel telson; il cuore è un lungo tubulo che si estende nella regione toracica e addominale ed è provvisto di numerose paia di ostî; i testicoli sono due tubuli convoluti che si uniscono posteriormente in una porzione impari posta nel telson e anteriormente si continuano in due deferenti che terminano ciascuno in un pene chitinoso e articolato. Gli spermatozoi sono sferici e senza appendici. Gli ovarî, strettamente addossati così da costituire un'unica massa lobata, hanno lo sbocco degli ovidotti sulla superficie sternale del 6° segmento toracico. Le uova, molto numerose e piccole, sono agglutinate in una massa e portate dai pereopodi del 3°-5° paio, o deposte nei nascondigli ove si ripara la femmina. Lo sviluppo comprende tre periodi: uno embrionale con stadio di nauplio nell'uovo, uno larvale tipicamente pelagico, di lunga durata e con diversi stadî, infine un terzo che comincia con la trasformazione dell'ultima larva in giovane Stomatopodo ed è litorale. Soprattutto notevole è il secondo periodo che, in base alle ricerche del Giesbrecht, si inizia, secondo i generi, o come Antizoëa o come Pseudozoëa; queste due forme, che dapprima si differenziano, convergono entrambe dopo alcuni stadî di vita pelagica nello stadio Synzoëa, che caratterizza il restante periodo di vita larvale pelagica. È a questo secondo periodo dello sviluppo degli Stomatopodi che appartengono quelle forme larvali che per la loro grandezza e trasparenza sono note da tempo con i nomi di Erichthus Latr., Alima Leach e simili, tutte forme di significato solamente morfologico e non sistematico.
Gli Stomatopodi formano un gruppo molto omogeneo di Crostacei di elevata organizzazione, di aspetto particolare, distinto per più caratteri dagli altri Malacostrachi così da richiedere un'apposita sezione: quella degli Oplocaridi. I più antichi resti risalgono al Giurassico (Sculda Münst.); quelli della fauna attuale datano dal Cretacico; ma la mancanza di forme intermedie ci lascia all'oscuro sull'origine del gruppo che si ritiene un tamo laterale dei Malacostrachi. Questi Crostacei sono marini, pochi si trovano anche in acque salmastre: gli adulti sono bentonici, litorali, stenobatici, ma qualche specie vive a notevole profondità; frequentano i fondi fangosi, talora rocciosi, e si riparano in nascondigli; sono carnivori, agili, sedentarî; ma, per il lungo periodo di vita planctonica delle larve, sono largamente diffusi nei mari temperati e caldi e delle 150 specie note ben 90 sono proprie degli oceani Indiano e Pacifico.
L'ordine comprende la sola famiglia Squillidae con sette generi fra i quali: Squilla Fabr., Pseudosquilla Dana, Lysiosquilla Dana e Gonodactylus Latr., che, più numerosi di specie, si trovano anche nel Mediterraneo.