storcere
Indica l' " agitare violentemente " i piedi (If XIX 64), con cui Niccolò III (quel che si piangeva con la zanca, v. 45) esprime il " dolore ch'ebbe, poi che intese che Dante non era colui, che il dovesse scambiare " (Buti), cioè Bonifacio VIII che doveva prendere il suo posto nella bolgia dei simoniaci. Per le varianti del verbo, cfr. Petrocchi, ad locum.
Nella forma pronominale, s. è uno dei pochi tratti della " superba scultura " (Momigliano) di Bruto, che pende dal nero ceffo di Lucifero: si storce, e non fa motto (XXXIV 66), manifestando con il solo " contorcersi " delle membra quella sofferenza che la fierezza gl'impedisce di sfogare col pianto. V. DISTORCERE.