Cile, storia del
Dalla colonizzazione spagnola alla ritrovata democrazia
Dopo la lunga colonizzazione spagnola, iniziata nella prima metà del 16° secolo, il Cile ha proclamato la sua indipendenza nel 1818. Nella seconda metà del Novecento, tra gli anni Settanta e la fine degli anni Ottanta, il paese ha conosciuto un lungo periodo di dittatura, dal quale è faticosamente uscito per riprendere il suo cammino democratico
Le popolazioni indigene del Cile resistettero tenacemente alla colonizzazione spagnola del paese, tanto da mettere più volte a repentaglio la sopravvivenza stessa della colonia. Le caratteristiche di inaccessibilità di larga parte del territorio, ricoperto di catene montuose, non permettevano, infatti, agli Spagnoli una completa sottomissione delle popolazioni locali. Ma nonostante l'incessante guerriglia antispagnola degli Indios, tra Sei e Settecento la colonia conobbe un discreto sviluppo economico grazie alla grande richiesta del grano cileno e all'importanza crescente dell'allevamento del bestiame.
All'inizio dell'Ottocento questa crescita economica favorì lo sviluppo di un'aristocrazia locale di origine europea, i Creoli, che divenne protagonista dei moti indipendentisti contro gli Spagnoli. Per liberarsi del dominio spagnolo gli indipendentisti cileni guidati da Bernardo O'Higgins unirono le loro forze a quelle del generale José de San Martín, uno degli artefici dell'indipendenza dell'America Latina. Nel 1817, con un esercito di circa 6.000 uomini, San Martín attraversava le Ande e, sconfitto l'esercito spagnolo, occupava Santiago, la capitale cilena. Mentre O'Higgins veniva acclamato director supremo del Cile, continuava la guerra con gli Spagnoli, sconfitti definitivamente nel 1818, anno di proclamazione dell'indipendenza cilena.
Nel corso dell'Ottocento il nuovo Stato cileno, una repubblica presidenziale, imboccò una strada fortemente autoritaria, sancita dalla costituzione conservatrice del 1833, e conobbe un lungo periodo di stabilità politica e sicurezza economica. Anche la guerra del Pacifico (1879-83), vinta a spese del Perù e della Bolivia, permise al Cile di ingrandirsi territorialmente conquistando regioni minerarie, ricche di giacimenti di salnitro (nitrato di potassio), e importanti province costiere. Nel 1891, però, si accendeva lo scontro tra le forze reazionarie e accentratrici e l'opposizione liberale e il paese precipitava in una sanguinosa guerra civile che lasciava irrisolte le forti tensioni sociali.
Nella prima metà del Novecento il paese fu più volte sull'orlo della bancarotta e della guerra civile e la vita parlamentare conobbe ripetuti interventi dei militari, tentativi di colpi di Stato, scioperi.
La vittoria del socialista Salvador Allende alle elezioni presidenziali del 1970 determinò, dopo decenni caratterizzati dalla politica immobilista del blocco conservatore, l'introduzione nel paese di riforme radicali in favore delle classi subalterne. Furono nazionalizzate importanti industrie e sul piano internazionale fu avviata una politica di apertura verso Cuba e i paesi socialisti. L'ostilità verso queste scelte da parte delle élites economiche e del grande capitale straniero, statunitense in particolare, e le crescenti difficoltà economiche del paese alimentarono la tensione a Santiago, dove, nel settembre 1973, con un sanguinoso colpo di Stato, il generale Augusto Pinochet s'impadroniva del potere bombardando il palazzo presidenziale. Seguirono quindici anni di brutale dittatura, che videro decine di migliaia di oppositori del regime scomparire nel nulla. Alla fine degli anni Ottanta, fallito il tentativo di Pinochet di restare ancora al potere attraverso un referendum, si apriva nel paese il processo di transizione dal regime dittatoriale alla democrazia che, pur tra molte difficoltà e contraddizioni, vedeva fortemente ridimensionato il ruolo dei militari nella vita politica.
Nel 2000, a conclusione di un decennio caratterizzato da un buon andamento complessivo dell'economia, dal ristabilimento delle relazioni diplomatiche con Cuba e dall'entrata del paese nel Mercosur (Mercato comune del Sud), di nuovo un socialista, R. Lagos, veniva eletto alla presidenza della Repubblica. Nel 2004 la magistratura cilena metteva agli arresti domiciliari Pinochet per i crimini commessi contro l'umanità.