storia dell’economia e diritto
Le relazioni law and economics
La disciplina law and economics, cioè «diritto ed economia» (o «analisi economica del diritto») è tra gli esempi di maggior interesse dell’ondata di economia che ha investito aree un tempo considerate estranee all’analisi economica. Nonostante qualche resistenza all’applicazione dell’economia al comportamento non di mercato, gli importanti legami tra l’analisi giuridica e quella economica sono stati occasione di fecondità per questa disciplina.
Le origini della law and economics sono riconducibili, nel 18° sec., ad A. Smith (➔) con la sua discussione degli effetti della legislazione delle attività economiche e a J. Bentham (➔) in forza dell’applicazione delle idee dell’utilitarismo (➔) alla legislazione. Al di là di questi precedenti, la disciplina acquistò una propria identità solo verso la metà del 20° sec., attraverso l’opera di H.A Simon (➔), A. Director(➔), H.G. Manne (➔), G.J. Stigler (➔), G. Tullock (➔), G.S. Becker (➔), R.A. Posner (➔) e altri accademici. La regolamentazione del diritto dell’economia rientrava nella naturale attenzione degli economisti, tanto che le prime applicazioni di principi economici alla legge tesero a concentrarsi sulle aree relative al diritto societario, diritto tributario e diritto della concorrenza.
Dai primi anni 1960, il lavoro pionieristico di R.H. Coase (➔) e di G. Calabresi (➔) portò alla luce l’importante ruolo pervasivo dell’economia in tutte le aree del diritto. La svolta metodologica determinata dai due studiosi ha permesso applicazioni immediate nelle aree dell’atto illecito, della proprietà e del diritto dei contratti. Una differenza di approccio può essere rilevata tra i contributi degli anni 1960 e quelli che seguirono nel decennio successivo. Mentre gli studi degli anni 1960 erano volti a valutare gli effetti delle norme giuridiche sull’ordinario funzionamento del sistema economico (cioè, considerare l’impatto delle norme giuridiche sul mercato), la generazione successiva di studi ha evidenziato il potere dell’analisi economica del diritto in diverse altre aree, come per es. in tema di diritto di famiglia e diritto penale. Da quegli anni, la law and economics ha gradualmente esaminato la struttura economica di ogni aspetto di un sistema giuridico, dalla sua origine ed evoluzione, al diritto sostanziale e a quello processuale, alle norme costituzionali.
Un apporto significativo alla ricerca della law and economics è giunto dalla creazione di riviste specializzate. La prima, il «Journal of Law and Economics», è apparsa nel 1958, a cura dell’Università di Chicago. Al suo primo direttore, A. Director, dev’essere accreditata questa importante impresa, proseguita e consolidata da Coase. Altre iniziative editoriali emerse negli anni seguenti comprendono il «Journal of Legal Studies», fondato nel 1972 da Posner, anch’esso pubblicato dall’Università di Chicago; la «International Review of Law and Economics», fondata nel 1981 da C. Rowley e A. Ogus in Gran Bretagna, poi affiancati da R.D. Cooter (➔) e D. Rubinfeld; il «Journal of Law, Economics and Organization», istituito nel 1985 da J. Mashaw e O.E. Williamson (➔), successivamente coadiuvati da R. Romano; il «Journal of Empirical Legal Studies», creato nel 2004 da T. Eisenberg, J. Rachlinski, e la «Review of Law and Economics», istituita nel 2005 da Cooter, B. Depoorter, L. Kornhauser, G. De Geest, N. Garoupa, e F. Parisi. Queste riviste specializzate hanno fornito e continuano a fornire un forum di grande valore per lo studio della struttura economica del diritto.
Per molti aspetti, l’impatto dell’analisi economica del diritto ha superato le sue ambizioni iniziali. La law and economics ha trasformato irreversibilmente la tradizionale metodologia giuridica, consentendo agli studiosi di considerare le norme giuridiche come un sistema nel suo complesso. Questo era un chiaro mutamento paradigmatico rispetto alla tradizione della scuola langdelliana, consolidata nella Harvard Law School (diretta da C.C. Langdell dalla fine del 1800), basata sull’analisi dei casi giurisprudenziali e sulla elaborazione di una visione della legge, pragmatica, ma al contempo frammentaria e priva di coerenza unitaria. L’economia ha fornito il rigore analitico necessario per lo studio del vasto corpo di norme presenti in un sistema giuridico moderno. Questa rivoluzione intellettuale è avvenuta quando il mondo accademico delle scienze giuridiche era alla ricerca di uno strumento che permettesse una valutazione critica della legge, attraverso parametri oggettivi esterni, non meramente derivati dalla coerenza interna del sistema. Inoltre, l’analisi economica del diritto, partendo dal presupposto che la maggior parte della common law (➔) sia strumentale alla efficienza economica, è riuscita a interpretare il diritto sulla base del principio di efficienza. L’idea plurisecolare che si potesse ricondurre tutto il diritto a un unico principio è stata rielaborata dalla law and economics con relativa fortuna.
Il connubio tra diritto ed economia ha interessato anche la professione economica, contribuendo all’espansione del dominio originale dell’analisi microeconomica dallo studio delle scelte individuali e organizzative nel mercato allo studio e alla comprensione delle altre istituzioni e dei fenomeni non di mercato.
Enrico Baffi, Francesco Parisi