Iraq, storia dello
Quel che resta della Mesopotamia
Corrispondente all'antica Mesopotamia, il territorio dell'attuale Iraq fu sede delle grandi civiltà dell'antico Oriente. Conquistato dagli Arabi nel 7° secolo d.C., fece parte per secoli ‒ dal 16° al 20° ‒ dell'Impero ottomano e divenne indipendente nel 1932. Governato da Saddam Hussein tra il 1979 e il 2004, è stato al centro di alcuni tra i più complessi sviluppi della politica internazionale degli ultimi anni
Il territorio dell'Iraq odierno corrisponde in gran parte all'antica Mesopotamia e fu sede, tra il 4° millennio e il 6° secolo a.C., delle civiltà dei Sumeri, degli Accadi, degli Assiri e dei Babilonesi. Fu in seguito dominato dai Persiani (6°- 4° secolo), da Alessandro Magno (4° secolo), dai Seleucidi (4°-3° secolo) e quindi dai Parti (3°-2° secolo), che ne contesero il controllo ai Romani. Sottomesso ai Persiani della dinastia sasanide dal 3° secolo d.C., fu infine conquistato dagli Arabi nel 7° secolo d.C. e islamizzato. Nell'8° secolo Baghdad divenne la capitale del califfato abbaside e la Mesopotamia attraversò un periodo di grande splendore. Nel 10° secolo, tuttavia, iniziò una fase di decadenza. Verso la metà del 13° secolo l'invasione dei Mongoli segnò la fine della dinastia abbaside. Seguì un periodo di grave crisi segnato da continue invasioni straniere, che ebbe termine nel 1534-36 quando i Turchi di Solimano il Magnifico conquistarono Baghdad e integrarono la regione nell'Impero ottomano.
Nei secoli successivi il controllo imperiale rimase debole e la Mesopotamia fu esposta alle incursioni dei Beduini e al parziale dominio di altre potenze, tra cui quelle dei Persiani e dei Mamelucchi. Nel corso della seconda metà dell'Ottocento, quando ebbe inizio la penetrazione europea, il potere imperiale nella regione tornò per breve tempo a consolidarsi. Pochi decenni più tardi, però, il paese fu occupato dai Britannici durante il primo conflitto mondiale (1914-18) e, dopo la sconfitta dell'Impero ottomano, fu posto nel 1920 sotto l'amministrazione della Gran Bretagna.
L'Iraq divenne nel 1921 una monarchia costituzionale sotto il re Faisal I. I Britannici mantennero il mandato sino al 1932, quando l'Iraq divenne indipendente. Dopo quella data, tuttavia, essi continuarono a esercitare un forte controllo, anche militare, sul paese. Alla morte di Faisal I nel 1933 seguì un periodo di instabilità che si protrasse sino alla fine degli anni Cinquanta, nel quadro di una crescente ostilità verso i Britannici e poi verso lo Stato di Israele. Membro della Lega araba dal 1945, l'Iraq si avvicinò progressivamente agli Stati Uniti.
Nel 1958, con un colpo di Stato, il generale Abd al-Karim Qasim (conosciuto anche come Abdul Karim Kassem) proclamò la repubblica e stabilì un regime autoritario, avvicinandosi in politica estera all'Unione Sovietica. Egli fu deposto nel 1963 da un nuovo colpo di Stato che portò al potere il partito Baath, di ispirazione socialista e panarabista. Seguì una nuova fase di instabilità, mentre il paese diventava uno dei maggiori produttori di petrolio del mondo. Dal 1968 l'Iraq fu governato da Ahmed Hassan al-Bakr. Gli subentrò nel 1979 Saddam Hussein, che instaurò una dittatura personale, spietata contro gli oppositori politici e le minoranze curde e sciite.
Deciso a fare dell'Iraq la potenza egemone del Golfo Persico, Saddam condusse una lunga guerra contro l'Iran tra il 1980 e il 1988, che si concluse senza vincitori né vinti. Poco dopo, nel 1990, invase il Kuwait, suscitando un'ampia coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti che nel 1991, sotto l'egida dell'ONU, gli mosse guerra infliggendogli una pesante sconfitta. Dopo la prima guerra del Golfo Saddam rimase per oltre dieci anni al potere, governando un paese posto sotto la sorveglianza militare delle potenze occidentali e stremato da un pesantissimo embargo. Il suo regime, accusato di produrre segretamente armi di distruzione di massa (del resto mai trovate) e di sostenere il terrorismo islamico, crollò nel 2004, dopo la seconda guerra del Golfo iniziata nel marzo 2003 e guidata dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna nel nuovo clima creato dagli attentati dell'11 settembre 2001 a New York. Da allora l'Iraq ‒ sottoposto all'occupazione militare e sconvolto dalla guerriglia e dal terrorismo ‒ sta vivendo una transizione alla democrazia dagli esiti assai incerti.