Storia di ragazzi e di ragazze
(Italia 1989, bianco e nero per il cinema, colore per la televisione, 89m); regia: Pupi Avati; produzione: Antonio Avati, Gianfranco Piccioli, Giorgio Leopardi per Duea/ Unione Cinematografica; sceneggiatura: Pupi Avati; fotografia: Pasquale Rachini; montaggio: Amedeo Salfa; scenografia: Daria Ganassini, Giovanna Zighetti; costumi: Graziella Virgili; musica: Riz Ortolani.
Inverno del 1936: in una cascina sulle colline di Porretta Terme fervono i preparativi per il pranzo di fidanzamento tra Silvia e Angelo, un giovane della ricca borghesia bolognese. Ad aiutare la ragazza e sua madre Maria giungono familiari e amici che si suddividono i compiti e mescolano i gesti dello sbattere le uova o del tirare la pasta alle proprie storie, sentimenti, gelosie, confessioni, rivelazioni, paure, disillusioni e aspettative. Le portate da preparare sono venti. La madre di Silvia non nasconde la tensione per la notizia che nella fabbrica del marito è stata appena riassunta una sua ex amante. Intanto a Bologna la madre di Angelo, Amelia, vedova di un importante antiquario, manifesta al figlio le sue preoccupazioni per la forte differenza di condizione sociale tra la propria famiglia e quella della futura sposa. Verso sera giunge alla cascina anche un maturo venditore di occhiali, Domenico, spesso ospite della famiglia, questa volta in compagnia d'una giovane donna francese. Si saprà poi che gli resta poco tempo da vivere. La mattina seguente, ad attendere alla stazione di Porretta la famiglia di Angelo ci sono gli zii di Silvia, Baldo e Nando. Compiuto il rito delle presentazioni, tutti vanno a tavola: inizia la sfilata dei piatti, che consente presto a tutti di abbandonare le maschere più convenzionali. La tensione accumulata esplode in seguito all'accidentale ferimento di Maria per un colpo partito dal fucile da caccia di Baldo e ha modo in seguito di manifestarsi in altre occasioni, ma nulla sembra veramente turbare l'idillio dei due giovani e la convinzione di Angelo di aver effettuato la scelta giusta. Il momento culminante della festa è dato dalla consegna dell'anello a Silvia. Dopo pranzo gli ospiti sono invitati a riposare nelle stanze da letto, prima del ritorno a Bologna. Se la diffidenza delle sorelle di Angelo non è venuta meno, qualcosa è comunque successo tra le due famiglie, perlomeno sul piano del rispetto delle scelte dei due giovani. Baldo riaccompagna alla stazione Angelo, mentre i bambini riprendono a giocare giù dalla collina, tendendo le orecchie per sentire il battito d'ali d'un angelo che sembra accompagnare la loro corsa.
"È un film in cui mi sono molto esposto", ha dichiarato Pupi Avati alla vigilia dell'anteprima veneziana di Storia di ragazzi e di ragazze: sicuramente è la sua opera più intima e corale, quella in cui il racconto di famiglia, investito d'una potente carica affettiva, gli consente di esaltare i propri geni registici e affabulativi, dalla perfetta direzione degli attori all'uso musicale delle battute, dalla capacità di mescolare registri ironici e drammatici all'esattezza della ricostruzione dei gesti legati alla cultura materiale, ma anche alla forza dei sentimenti e dei sogni. Molti personaggi, infatti, hanno un rapporto quasi magico col cielo, la luna, le stelle ("È vero che mandi dei baci alle stelle?"). Vi sono pochi altri film nella storia del cinema italiano in cui il rito dell'agape abbia così profondi legami col racconto dell'aedo, col mito, con la memoria collettiva. Il centro del film è dato dal pantagruelico succedersi dei piatti ("Abbiamo fatto solo qualcosina più del solito, speriamo che basti…"), elencati dallo zio gran cerimoniere accompagnato dal coro dei bambini: "Tortellini in brodo… fegato fritto nel limone… manzo lesso in salsa di peperoni… pollastra lessa con un bell'intingolo… la lepre alla cacciatora… anatra in umido accompagnata con dei bei dadini di sedano… e poi per ricominciare… maccheroni con le rigaglie… e poi la caccia: arrosto di storni, passerini e quaglie… e per finire, naturalmente, i dolci di cinque qualità". Attorno al pranzo affiorano tutte le sensazioni, le reazioni fisiche ed emotive liberate dai vari personaggi. Ogni singolo individuo ha una propria petite histoire che ne definisce le caratteristiche e ne valorizza il ruolo all'interno del coro; nello stesso tempo, il regista riesce a spingere sullo sfondo la grande Storia, senza cancellarla del tutto (quel colpo di fucile sfuggito involontariamente sembra un consapevole segnale metaforico che allude a un futuro fuori campo dagli sviluppi incontrollabili).
Storia di ragazzi e di ragazze si snoda seguendo diversi andamenti musicali, con movimenti interni e ritmi ora sincopati ora accelerati ora distesi, e acquisisce sempre più un andamento sinfonico. Di tutta la produzione di Avati, è il film in cui il regista riesce nel modo più completo e significativo a creare sullo schermo una piccola cosmogonia che racchiude le misure della sua poetica, il senso forte delle sue radici, ne esalta le doti di cantastorie per immagini e la capacità di ritrovare le risonanze della Storia nei gesti minimi. Ma anche di restituire all'immagine il suo potere sinestetico di insieme di sensazioni tattili, sonore, di profumi, di gusti, di cariche di energie emotive e sessuali che ci giungono da un passato insieme vicino e lontano. Il film ha vinto il Nastro d'argento per la regia e la sceneggiatura e il David di Donatello per la sceneggiatura.
Interpreti e personaggi: Lucrezia Lante della Rovere (Silvia), Davide Bechini (Angelo), Felice Andreasi (Domenico), Angiola Baggi (Maria), Massimo Bonetti (Baldo), Anna Bonaiuto (Amelia), Valeria Bruni Tedeschi (Valeria), Mattia Sbragia (Augusto), Enrica Maria Modugno (Linda), Stefania Orsola Garello (Antonia), Marcello Cesena (Lele), Claudio Botosso (Taddeo), Claudia Casaglia (Donatella), Roberta Paladini (Loretta), Claudia Pozzi (Gina), Ciro Scalera (Alberto), Virginia Vicari (Elsa), Consuelo Ferrara (Dolores), Massimo Sarchielli (don Luciano), Alessandro Haber (Giulio), Ferdinando Orlandi (Nando).
Strat. Storia di ragazzi e di ragazze, in "Variety", September 19, 1989.
M. Causo, Storia di ragazzi e di ragazze, in "Film", n. 1, settembre-ottobre 1989.
R. Ellero, Storia di ragazzi e di ragazze, in "Segnocinema", n. 40, novembre 1989.
G. Legrand, D'un éléphant et d'un ange, in "Positif", n. 350, avril 1990.
A.M. Baron, Une journée particulière, in "Cinéma 90", n. 466, avril 1990.
C. Strohm, Histoire de garçons et de filles, in "Cahiers du cinéma", n 431-432, mai 1990.
Storie di famiglia. Il cinema di Pupi Avati, a cura di G. Grignaffini, Pescara 1993.