STRAFFORD, Sir Thomas Wentworth, conte di
Uomo politico inglese, nato a Londra il 13 aprile 1593, decapitato sul Tower Hill il 12 maggio 1641. Dal 1611 al 1613 viaggiò in Francia, Spagna e Italia e fu deputato per lo Yorkshire nel breve parlamento del 1614. Eletto al parlamento nel 1620, perdette nel 1625 il seggio, ma venne rieletto. Una certa tendenza puritana e la sua avversione alla guerra contro la Spagna lo spinsero nel campo dell'opposizione parlamentare. Il suo matrimonio, in seconde nozze (1625) con Arabella Holles, figlia di lord Clare, ebbe il risultato di stringere ancor più i legami tra lo S. e il cognato Denzil Holles, uno dei capi dell'opposizione contro il Buckingham e contro la corona. Lo S. fu allora nominato sceriffo dello Yorkshire per renderlo ineleggibile al secondo parlamento di Carlo I (1626). Gli sforzi dello S. per guadagnarsi il favore del Buckingham non approdarono a nulla e nel luglio 1626 l'ufficio di Custos rotulorum per lo Yorkshire gli venne tolto. Dopo aver subito nel 1627 un imprigionamento per rifiuto di partecipare al prestito forzoso, rientrò a Westminster per il terzo parlamento di Carlo (1628), pronto ad attaccare i provvedimenti illegali del re. A differenza di sir John Eliot, lo S. agiva unicamente per porre rimedio agli abusi, e non per stabilire un qualsiasi potere teorico del parlamento, da lui considerato solo come un corpo consultivo; poiché egli già credeva in quell'idealità d'un governo paternalistico alla quale doveva sacrificare la vita. Lo S. appoggiò, sebbene fosse più radicale delle misure da lui prima patrocinate, la "Petizione dei diritti". Quando Carlo ebbe accettato la Petizione, lo S. non vide nulla d'incoerente nel ritirarsi dall'opposizione. Allora la corona si rese conto del valore del suo appoggio. Nel luglio 1628 venne creato visconte di Wentworth e nel dicembre accettò l'ufficio di presidente del Consiglio del Nord. Durante gli anni successivi egli lottò per l'ideale dell'"integralità" coerente e vigorosa espressione in atto della teoria del governo paterno, nel quale i parlamenti dovevano avere una funzione ben definita, sebbene ristretta, e l'interesse egoistico doveva venire abolito. Nel 1630 lo S. divenne membro del Consiglio privato; nel dicembre 1631 venne nominato lord deputato d'Irlanda, ma non partì prima del luglio 1633. Governò l'isola senza badare alla legalità dei mezzi che adoperava, ma mirando a un'amministrazione sana e a un governo illuminato.
Lo S. tornò stabilmente in Inghilterra nel settembre 1639 e per i successivi quattordici mesi fu il consigliere principale del re. Nel gennaio 1640 venne creato conte di Strafford. Ma il potere gli fu sempre disputato: la fazione della regina continuava a opporglisi, capeggiata dal segretario Vane. Lo S. non si rese conto della forza di convinzione religiosa su cui poggiava il Covenant scozzese. Fu questo che lo condusse, insieme con la sua cerchia politica, a fallire nei negoziati d'una pace soddisfacente con gli Scozzesi dopo la pacificazione di Berwick, e ad affrontare con tanta prontezza una seconda "guerra del vescovo" nel 1640. Per ottenere i mezzi necessarî a questa guerra, egli persuase Carlo a convocare il parlamento ed egli stesso si recò a Dublino per manipolare un parlamento irlandese prima di tornare in tempo per quello di Westminster. Dopo tre settimane, durante le quali il successo parve a portata di mano, il Breve Parlamento si risolse in un insuccesso. In una riunione del comitato del consiglio, tenutasi il 5 maggio 1640, lo S. esortò il re ad affrettare l'invasione della Scozia con l'aiuto delle truppe irlandesi e nella sfortunata spedizione che seguì, egli fu luogotenente generale dell'esercito. Quando si riunì il Lungo Parlamento, lo S. tornò a Londra avendogli il re garantito la sicurezza personale. Egli esortò Carlo ad arrestare i capi parlamentari; ma il Pym prevenne col proprio attacco lo S. che il mercoledi 11 novembre fu accusato dai Comuni alla camera dei Lord. Il processo cominciò il 21 marzo 1641: le accuse contro di lui riguardarono soprattutto la sua amministrazione irlandese, ma il 10 aprile il processo cadde non essendosi potuto dimostrare il tradimento. Il 21 aprile fu approvata dai Comuni una legge di messa al bando contro S., confermata l'8 maggio dai Lord. La notizia che esisteva un complotto militare imbastito dagli amici della regina, influì sul risultato. Le due camere portarono la legge a Whitehall e una folla di 2000 persone reclamò ad alte grida una sentenza d'accusa contro lo S. Carlo cedette e firmò, l'11 maggio, l'autorizzazione ad emanare sentenza di morte. Il giorno seguente lo S. venne giustiziato.
Bibl.: W. Knowler, Letters and Dispatches of the Earl of S., Londra 1739; Lady Burghclere, S., ivi 1931; C. J. Wedgwood, S., ivi 1935.