stramba
Immersi a capofitto nei pozzetti, con le piante dei piedi accese intrambe, i papi simoniaci sì forte guizzavan le giunte, / che spezzate averien ritorte [" idest torques sive vincos tortos, quibus ligantur currus lignorum "] e strambe, " quae sunt quaedam cordae factae ex vincis et tricatae, ex quibus ligantur ballae curaminis in Barbaria " (Benvenuto, a If XIX 27).
La definizione dei due termini è comunemente accolta dai commentatori antichi e moderni, fino al Pagliaro (Ulisse 259 e 640). Della rima (con gambe e intrambe) non si hanno altri esempi.