strangolare
Ricorre due volte nel Fiore, sempre riferito a Malabocca. In CXXX 13, del coltello di cui si arma Falsembiante nella sua andata da Malabocca, si dice: di che quel Malabocca maldicente / fu poi strangolato, che tal gola / avea de dir male d'ogne gente (si rilevi il gioco etimologico tra strangolato e gola, ulteriormente arricchito da Tagliagola al v. 11).
Il verbo non ha qui il suo significato usuale di " strozzare ", " uccidere soffocando ", ma quello di " scannare ", cioè " uccidere recidendo la gola ". Difatti, a differenza del Roman de la Rose, dove Falsembiante stringe per il collo Malabocca fino a strangolarlo (cfr. vv. 12364-65 " E cil par la gorge l'aert, / A deus poinz l'estreint, si l'estrangle "), tagliandogli poi la lingua, nel Fiore Falsembiante gli reciderà la gola col rasoio (cfr. CXXXVI 12 a Malabocca la gola ha tagliata). Per quest'accezione di s. non mancano testimonianze antiche: cfr. questo esempio tratto da un volgarizzamento di Boezio, citato dal Tommaseo (Dizionario), in cui s. traduce il latino iugulare: " Sé infiammare li sacri templi avere voluto, sé sacerdoti con dispietato coltello strangolare ".
Qualche perplessità suscita l'interpretazione da dare all'altro passo del Fiore, dove il poeta sembra alludere a una precedente esecuzione di Malabocca: Allor foss'egli stato in Normandia, / nel su' paese ove fu strangolato, / che sì gli piacque dir ribalderia! (XLVIII 13). Come nota il Parodi, " per non correggere, convien intendere ‛ strangolato ' in modo blando; pare cioè che Durante immagini che Malabocca fosse già stato condannato a un qualche supplizio nel suo stesso screditato paese di Normandia ".