straniarsi [straniasse, cong. imperf. I singoli.]
A parte l'unico esempio di Fiore XCI 8 di lor sì mi strano, cioè " mi allontano " (che peraltro rinvia a un infinito ‛ stranare ', documentato già nel Duecento, presso il volgarizzatore delle epistole di Seneca, e poi anche nel secolo successivo con lo stesso valore), il legittimo discendente del tardo latino ‛ extraneare ' si trova solo in un caso e per la prima volta nella Commedia, sempre al riflessivo e con eguale senso. Ciò avviene in Pg XXXIII 92 Non mi ricorda / ch'i' stranïasse me già mai da voi (dice D. a Beatrice dopo essersi abbeverato al Lete), non rammento di essermi " allontanato " mai da voi.