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STRASCICO

di Gabriella Aruch Scaravaglio - Enciclopedia Italiana (1936)
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STRASCICO (fr. traine; sp. cola; ted. Schleppen; ingl. train)

Gabriella Aruch Scaravaglio

Già nell'epoca classica le vesti erano talvolta così lunghe da formare strascico. Scompare questa caratteristica nei primi secoli cristiani, ma già nel sec. IV le vesti delle donne tendono ad allungarsi. Nel sec. XI esse sono tutte provviste di strascico (cauda); tale moda si attenua nel sec. XII, riprende nel secolo successivo, e viene colpita da varie leggi suntuarie (Luigi VIII nel 1230, Siena 1249, Bologna 1250, Velletri 1286, ecc.), non senza qualche ritorno o attenuazione. Nel Quattrocento viene fissata da alcuni vescovi la lunghezza massima delle "code". Lo strascico, nei secoli XIV e XV, viene allora spesso trattenuto da ganci, o sostenuto da ancelle; ma nel sec. XV la moda dilaga, e persino gli uomini, nelle occasioni solenni, portano pelliccione, pellanda o manto, muniti di strascico. La crescente ampiezza delle vesti fa diminuire gli strascichi nel Cinquecento, ma la caratteristica rimane nelle vesti di lusso e di gran gala: a Parigi nel 1570 Elisabetta d'Austria, sposa di Carlo IX, porta uno strascico di 24 metri. Lo strascico torna in gran voga alla fine del sec. XVII, e trionfa nel secolo successivo, specie nelle classi alte, con l'abito a piega sul dorso, con l'andrienne veneziana. La lunghezza degli strascichi è fissata in ragione del rango nobiliare e delle cariche di corte. Abolita dalla rivoluzione, la moda viene ripristinata col Consolato e con l'Impero. Verso il 1860 le crinoline enormi sono ancora aggravate dallo strascico, che guarnito di gale, nastri e drappeggi sintetizza per un ventennio l'antigienica eleganza femminile. Nel sec. XX ha un periodo di voga dal 1908 al 1911; scompare con la guerra mondiale, e non lo si rivede che nel 1934 nei vestiti da sera e di nozze.

Bibl.: F. Mutinelli, Il costume veneziano, Venezia 1831, p. 85; E. Casanova, La donna senese del '400, Firenze 1890, p. 40; V. Malamanni, La moda a Venezia nel sec. XVIII, in Nuova Antologia, 1895; A. Luzio e R. Renier, Il lusso d'Isabella d'Este, ibid., 1896; F. Malaguzzi Valeri, La corte di Ludovico il Moro, Milano 1913, p. 209; L. Montaldo, La corte di Alfonso I d'Aragona, Napoli 1922, p. 20; R. Davidsohn, Firenze ai tempi di Dante, Firenze 1931, p. 20 segg.; G. Morazzoni, La moda a Venezia nel sec. XIX, Milano 1931, p. 20.

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